ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04261

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 437 del 22/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/02/2011


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 22/02/2011
Stato iter:
23/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 23/02/2011
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 23/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 23/02/2011
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/02/2011

SVOLTO IL 23/02/2011

CONCLUSO IL 23/02/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-04261
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 22 febbraio 2011, seduta n.437

BARBATO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

da notizie di stampa odierne risulta che il cavaliere Leonardo Del Vecchio ha presentato le sue dimissioni, irrevocabili, dal consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali spa;

il patron di Luxottica è stato sempre apprezzato per i suoi interventi nel consiglio di amministrazione di Generali, improntati al rigore ed alla trasparenza e, pertanto, gli viene riconosciuta «una visione industriale dei problemi nell'interesse dell'azienda»;

Del Vecchio, già nell'aprile 2010, allorché Cesare Geronzi approdò alla presidenza delle Generali, aveva espresso qualche dubbio su questa scelta, riferendosi soprattutto alla precedente esperienza di Geronzi da banchiere, arrivando ad affermare: «Non facciamo (riferendosi ovviamente a Generali) come la Banca di Roma per l'amor di Dio»;

il gesto di Del Vecchio scaturisce da una recente dichiarazione di Geronzi, che, in un'intervista al Financial Time, traccia le linee strategiche di Generali e consistenti più precisamente: a) in maggiori investimenti nel sistema bancario italiano; b) in partecipazione/interesse alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina;

tali scelte strategiche hanno sconcertato gli analisti finanziari, perché in totale contraddizione con le precedenti posizioni assunte dal CEO di Generali Giovanni Perissinotto e dall'intero board, e addirittura da un presidente che ritiene di svolgere attività operative, pur non disponendo di deleghe in tal senso;

con la presidenza Geronzi le Generali hanno avviato un'attività di housing sociale, a fianco delle Fondazioni bancarie e della Cassa depositi e prestiti, che, naturalmente, viene letta come una vera e propria soggezione al Governo o almeno di una ispirazione politica, esterna ed estranea alla tradizione ed alla vocazione della più grande compagnia assicuratrice italiana;

Generali, con la presidenza Geronzi, sembra voler modificare la sua mission, privilegiando investimenti in banche italiane o in opere infrastrutturali;

tutto ciò crea preoccupazione ed allarme negli investitori e nell'azionariato delle Generali, atteso che tale società ha perso la sua leadership tra le assicurazioni europee per livello di capitalizzazione, disponendo attualmente di una capitalizzazione che è solo pari alla metà rispetto ad Allianz ed è inferiore anche all'altra primaria compagnia europea, AXA;

appare molto discutibile ad avviso dell'interrogante che alla testa di una delle principali istituzioni finanziarie nazionali permanga un soggetto, quale, appunto, Cesare Geronzi, che ha già subito una condanna in primo grado per reati finanziari commessi durante la sua precedente esperienza alla presidenza di Banca di Roma nonostante sia stato successivamente assolto;

tali vicende gettano una luce preoccupante sull'intero sistema finanziario italiano e sollecitano l'esigenza che il Governo intervenga al più presto in materia, uscendo da quello che all'interrogante appare il letargo che ne ha finora caratterizzato l'azione, anche in tale settore cruciale dell'economia nazionale -:

se non ritenga utile e necessario assumere iniziative per la definizione di una normativa più stringente e rigorosamente selettiva nella scelta dei manager di vertice e degli amministratori delle banche, al fine di evitare gestioni spregiudicate, poco trasparenti o assoggettate a logiche politiche piuttosto che a princìpi di merito e di competenza, salvaguardando in tal modo i diritti degli investitori, dei risparmiatori, dei piccoli azionisti e dei consumatori, e se non ritenga al tempo stesso necessario adottare iniziative normative volte a circoscrivere l'operatività delle banche agli ambiti propri di tali soggetti finanziari, al fine di evitare l'insorgere di conflitti di interesse ed improprie sovrapposizioni tra attività bancaria ed attività assicurativo-finanziaria. (5-04261)