ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04168

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 430 del 07/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: MECACCI MATTEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 07/02/2011
Stato iter:
20/04/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2011
Resoconto MANTICA ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 20/04/2011
Resoconto TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/02/2011

DISCUSSIONE IL 20/04/2011

SVOLTO IL 20/04/2011

CONCLUSO IL 20/04/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04168
presentata da
MATTEO MECACCI
lunedì 7 febbraio 2011, seduta n.430

MECACCI, TOUADI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

il 3 febbraio 2011 è stato pubblicato su L'Unità un articolo dal titolo «Wikileaks, accuse all'Italia: Eritrei respinti e picchiati»;

nell'articolo si riporta che in merito alla politica italiana dei respingimenti sono emersi nuovi e sconcertanti dettagli grazie ad alcune carte segrete svelate dal sito Wikileaks;

in particolare, un documento riservato datato 5 agosto 2009, riferisce il contenuto della riunione intercorsa tra l'ambasciatore americano in Libia Gene Cretz e l'Alto commissario dei rifugiati dell'ONU a Tripoli Mohamed Alwash;

oggetto della menzionata riunione era la definizione di un piano di accoglienza negli Stati Uniti di un gruppo di rifugiati politici eritrei respinti dall'Italia e in quel momento detenuti a Misratah;

durante la suddetta riunione, come riportato nell'articolo de L'Unità che cita quanto contenuto nel documento svelato dal sito Wikileaks, l'Alto commissario dei rifugiati a Tripoli Mohamed Alwash ha riferito quanto segue:

un'imbarcazione partita dalla Libia e diretta verso l'Italia con 89 passeggeri a bordo, tra cui 75 eritrei comprese 9 donne di cui una incinta e con urgente bisogno di cure mediche e 3 bambini, è stata intercettata dalla Marina militare italiana il 1o luglio 2009, a 33 miglia a sud di Lampedusa;

a seguito di tale intercettazione e del rifiuto da parte dei militari italiani di consentire ai migranti di chiedere protezione internazionale al comandante della nave, sono scoppiati violenti scontri fisici tra i migranti e i militari della Marina italiana, tanto è che almeno 6 persone sono state ferite;

causa degli scontri è stata, infatti, la volontà dei militari della Marina italiana, motivata da «ordini tassativi del Governo italiano», di respingere tali migranti in Libia, nonostante alcuni di essi avessero un attestato di rifugiato rilasciato dagli uffici dell'Alto commissariato dei rifugiati delle Nazioni Unite;

le autorità libiche, inoltre, si sarebbero rifiutate di inviare una propria motovedetta per il respingimento in Libia, e pertanto gli eritrei sono stati «consegnati a una piattaforma petrolifera dell'Eni al largo delle coste della Libia», da dove poi sono stati portati a terra e messi in detenzione;

solo dopo due giorni d'insistenti richieste, gli operatori delle Nazioni Unite hanno ottenuto l'autorizzazione a incontrare il gruppo dei respinti in carcere.

Mohamed Alwash avrebbe, poi, esplicitamente dichiarato che: «il Governo italiano fa intenzionalmente ostruzionismo alle Nazioni Unite. In particolare, l'ambasciatore italiano a Tripoli Francesco Trupiano si rifiuta di incontrarsi con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e nonostante quest'ultimo abbia più volte sollecitato il Governo italiano, senza ricevere alcuna risposta»;

il 2 luglio 2010, le autorità libiche hanno chiuso senza alcuna spiegazione né preavviso l'Ufficio dell'UNHCR a Tripoli, chiarendo definitivamente - per il momento - che non vogliono che sia garantita alcuna protezione internazionale a centinaia di migliaia di migranti che si trovano in Libia e che non hanno riconosciuto alcuno status giuridico;

il 9 novembre 2010, la Camera dei deputati ha approvato l'emendamento Mecacci 1-00484/1, riferito alla mozione Antonione n. 1-00484 concernente la mozione di revisione del Trattato Italia-Libia, poi approvata dalla Camera;

con tale emendamento si impegna il Governo a «sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l'ufficio dell'UNHCR a Tripoli, quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia»;

il 15 novembre 2010, la Libia ha pubblicamente respinto le raccomandazioni delle Nazioni Unite di ratificare la suddetta Convenzione e di sottoscrivere un Memorandum d'intesa con l'UNHCR per consentire l'assistenza ai rifugiati -:

se i nuovi e sconcertanti fatti menzionati in premessa corrispondano al vero e quale sia la politica del Governo italiano nei confronti dei migranti provenienti dalla Libia, anche alla luce dell'impegno parlamentare che è stato assunto con l'approvazione della mozione Antonione 1-00484 come modificata dall'emendamento Mecacci 1-00484/1.(5-04168)