ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04028

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 415 del 11/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: CECCUZZI FRANCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/01/2011


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 11/01/2011
Stato iter:
12/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 12/01/2011
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 12/01/2011
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/01/2011

SVOLTO IL 12/01/2011

CONCLUSO IL 12/01/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-04028
presentata da
FRANCO CECCUZZI
martedì 11 gennaio 2011, seduta n.415

CECCUZZI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:





i commi dal 475 al 480 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, istituiscono e regolamentano il fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, che prevede la sospensione del pagamento delle rate per le famiglie in difficoltà;


il regolamento attuativo del Fondo in questione (decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 21 giugno 2010, n. 132), che prevede una dotazione di 20 milioni di euro (inizialmente 10 milioni per il 2008 e 10 milioni per il 2009), è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 agosto 2010, n. 192, ma è stato attivato concretamente dalla metà del mese di novembre 2010;


nonostante siano passati circa due anni dall'entrata in vigore della legge «madre» questo provvedimento assume ancora oggi carattere di estrema urgenza alla luce della grave situazione finanziaria che sta caratterizzando ampie fasce di popolazione del nostro Paese, indebolendo il potere d'acquisto di cittadini e famiglie e pregiudicando la ripresa economica e produttiva dell'Italia;


una crisi economica e sociale che continua ad essere testimoniata anche da alcuni recenti dati:


il tasso di disoccupazione «reale» nazionale (secondo la Cgia di Mestre che ha elaborato le cifre Istat) supera attualmente il 10 per cento;



l'inflazione a dicembre 2010 (sempre secondo le rilevazioni dell'istituto italiano di statistica) presenta una variazione in crescita dello 0,4 per cento rispetto al mese di novembre ed un aumento dell'1,9 per cento se si considera dicembre 2009 (complessivamente il tasso di inflazione medio nel 2010, pari all'1,5 per cento, è quasi raddoppiato rispetto al 2009 in cui si assestava all'0,8 per cento);

le associazioni dei consumatori hanno inoltre rimarcato che l'aumento del 20 per cento dei debiti contratti dalle famiglie italiane, registrato negli ultimi mesi e certificato dalla Banca d'Italia, rappresenta un indice inconfutabile dello stato di povertà in cui versano milioni di cittadini: dati confermati anche dall'Abi che nel primo trimestre 2010 ha segnalato un calo del credito al consumo, per quanto riguarda l'erogazione (-11 per cento nel 2009 e -5 per cento nel 2010) e per la prima volta per ciò che concerne la consistenza (passata a 110 miliardi del 2010, rispetto ai precedenti 113 miliardi del 2009);


secondo l'Istat nel terzo trimestre del 2010 il reddito disponibile delle famiglie italiane non è cresciuto: in valori correnti ha infatti registrato una variazione nulla rispetto al trimestre precedente. Il potere d'acquisto dei nuclei familiari, nello stesso periodo, ha invece segnato un calo dello 0,5 per cento sia su base congiunturale che annua (-1,2 per cento nei primi nove mesi del 2010);


secondo i dati di Confcommercio, nel biennio 2008-2009, i consumi delle famiglie a causa della crisi hanno registrato una contrazione media annua del 2,1 per cento, tornando ai livelli del 1999;


le difficoltà economiche delle famiglie si ripercuotono inevitabilmente sulla capacità di rimborsare le rate del mutuo per l'acquisto della prima casa e, quindi, sulla possibilità di mantenere la propria abitazione;

al riguardo alcune associazioni sindacali hanno reso noto che nei prossimi anni potrebbero essere eseguibili 300 mila sfratti di cui 250 mila per morosità. Nel 2009 gli sfratti emessi sono infatti aumentati del 17,5 per cento rispetto al 2008 (valore più alto degli ultimi 13 anni);



secondo quanto emerge da organi di stampa (nello specifico Il Sole 24 Ore del 9 gennaio 2011) il fondo di Solidarietà potrebbe «a breve termine esaurire la dotazione di 20 milioni: in queste prime settimane di attività Consap, la società che gestisce materialmente il fondo per conto del Ministero dell'economia e delle finanze, ha ricevuto ben 2.800 istanze da parte dei mutuatari e questo ha reso necessario vincolare parte delle somme che andranno a compensare le banche per le spese sostenute in termini di interessi»; «Nel complesso la disponibilità residua del Fondo ammonta a quasi 13 milioni. Con questi ritmi prevediamo di esaurire le risorse già tra febbraio e marzo» 2011, ha confermato a Il Sole 24 Ore Giulio Ascioti, responsabile del servizio gestione fondi di solidarietà di Consap;


«quello della dotazione non è però l'unico impasse del Fondo di solidarietà - riporta ancora Il Sole 24 Ore - delle 1.100 domande finora valutate soltanto 380, cioè poco più di una su tre, sono state regolarmente accettate. Circa 500 sono state respinte, meno di 100 per questioni di merito (mancavano i presupposti per l'accesso al beneficio), oltre 400 sono state rinviate alle banche perché la documentazione presentata era incompleta (tra i casi più diffusi è la mancanza di attestazione dello stato di disoccupazione per un periodo inferiore a 3 mesi). Ma è il caso di altri 220 mutuatari a suscitare le perplessità maggiori: queste domande sono state formulate da cittadini che hanno perso un lavoro a tempo determinato, tipologia incredibilmente ignorata dal decreto che regola il Fondo, che si riferisce invece al lavoro a tempo indeterminato oppure ai contratti parasubordinati o assimilati» (come riporta l'articolo 1, comma 2, lettera a), del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 21 giugno 2010, n. 132);

alla luce di quanto appena esposto risulta quindi evidente che la dotazione finanziaria del fondo in questione non sia in grado di soddisfare tutti quei cittadini che hanno difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui «prima casa»;



è altrettanto evidente che alcuni parametri necessari per poter accedere al citato fondo di solidarietà, introdotti dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 21 giugno 2010, n. 132, debbano essere rivisti ed ampliati alla luce delle reali situazioni sociali ed economiche in cui versano le famiglie ed, in primo luogo, rispetto alle differenti metodologie contrattuali diffuse sul territorio nazionale -:


se non ritenga necessario ed urgente, conseguentemente a quanto esposto in premessa, assumere iniziative per stanziare fin dal prossimo provvedimento utile una dotazione aggiuntiva del citato fondo di solidarietà per poter venire incontro a tutte le gravi, perduranti e irrisolte difficoltà economiche delle famiglie per quanto riguarda il pagamento delle rate dei mutui contratti per la acquisto della prima casa e se non ritenga altrettanto necessario ed urgente rivedere ed ampliare i parametri necessari per poter accedere al fondo in questione (introdotti dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 21 giugno 2010, n. 132) includendo, in primo luogo, anche la perdita di lavoro con contratto a «tempo determinato» come requisito per i potenziali beneficiari del medesimo fondo. (5-04028)