DE PASQUALE. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
in merito ai bambini di due anni e mezzo da inserire nelle sezioni di scuola dell'infanzia, all'intesa ANCI - organizzazioni sindacali sulle anticipazioni nella scuola dell'infanzia non ha fatto seguito nessun documento attuativo o circolare che ne stabilisca il numero massimo in ogni sezione;
infatti, l'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, non entra affatto nel merito della questione: «1. La scuola dell'infanzia accoglie bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni compiuti entro il 31 dicembre dell'anno scolastico di riferimento. 2. Su richiesta delle famiglie sono iscritti alla scuola dell'infanzia, le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento. Al fine di garantire qualità pedagogica, flessibilità e specificità dell'offerta educativa in coerenza con la particolare fascia di età interessata, l'inserimento dei bambini ammessi alla frequenza anticipata è disposto alle seguenti condizioni:
a) disponibilità dei posti;
b) accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa;
c) disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell'agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni;
pertanto, ove c'è disponibilità di posti, si possono costituire sezioni eterogenee di 25-26 alunni, di due anni e mezzo senza limiti;
considerato che nel nido il rapporto puericultrice-bambini è 1 a 6, nella scuola dell'infanzia, in virtù di una discutibile previsione normativa, per i bambini di due anni e mezzo il rapporto diventa di 1 a 26;
è una, realtà paradossale, con difficoltà enormi per l'insegnante di gestire tale situazione, da tutti i punti di vista: difficoltà didattica che presume bambini autonomi con una maggiore maturazione psicologica-emotiva-affettiva-linguistica-cognitiva;
inoltre, è impossibile tenere sotto controllo un numero così elevato di bambini piccoli e garantirne la sicurezza e l'incolumità fisica. Senza aggiungere la riduzione drastica di personale ausiliario e l'assenza di finanziamenti che hanno ridotto all'osso i materiali didattici a disposizione;
inoltre, le indicazioni già a suo tempo impartite con il protocollo tra il coordinamento nazionale per le politiche dell'infanzia e della scuola e l'associazione nazionale dei comuni italiani, per concordare le modalità di accoglimento dei bambini di due anni e mezzo alla scuola dell'infanzia per l'attivazione della sperimentazione di cui all'articolo 7 della legge n. 53 del 2003, erano indirizzate in un senso molto diverso rispetto a quanto effettivamente oggi avviene nelle nostre scuole materne, rendendo molto difficile la possibilità di insegnamento nelle classi ove sono presenti bambini anticipatari -:
se il Ministro non ritenga di prioritaria importanza ed urgenza assumere iniziative per disciplinare dettagliatamente le modalità e le condizioni per l'ingresso e l'accoglienza, presso le scuole materne, di bambini anticipari rispetto a quelle di tre anni;
se il Ministro non ritenga indispensabile coinvolgere in questo procedimento applicativo tutte le istituzioni competenti in questa materia.(5-03870)