FERRANTI, ANDREA ORLANDO, CAPANO, CAVALLARO, CIRIELLO, CONCIA, CUPERLO, MELIS, PICIERNO, ROSSOMANDO, SAMPERI, TENAGLIA, TIDEI e TOUADI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, da notizie di stampa riportate da vari quotidiani nazionali nei giorni 26 e 27 ottobre 2010, che in data 26 novembre 2009 è deceduto, nel carcere romano di Regina Coeli, il detenuto Simone La Penna, condannato a due anni e quattro mesi per detenzione di stupefacenti, reato per il quale era in stato di detenzione domiciliare fino al 27 gennaio 2009, giorno in cui fu trasferito dalla sua abitazione presso la casa circondariale di Viterbo;
arrivato in buone condizioni fisiche nella suddetta struttura, La Penna ha cominciato a perdere velocemente peso e ad avere frequenti crisi di vomito, fino ad essere condotto nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove, sottoposto a specifica terapia, aveva dato qualche segno di miglioramento;
ricondotto nella casa circondariale di Viterbo, a seguito di un nuovo peggioramento della sue condizioni è stato trasferito, in data 8 giugno 2009, presso il reparto medico del carcere di Regina Coeli a Roma, dove nel giro di un mese lo stato di denutrizione di Simone La Penna è ulteriormente peggiorato, tanto da rendersi necessario il ricovero, in data 7 luglio 2009, presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma;
la mattina del 26 novembre 2009 Simone La Penna è deceduto, secondo quanto affermato nella relazione medica di 1800 pagine firmata dai consulenti del pubblico ministero dottor Albamonte, per «arresto cardiaco provocato da uno squilibrio elettrolitico»;
quando è sopraggiunto il decesso, La Penna aveva un peso corporeo di 49 chili, circa 30 in meno rispetto al suo peso al momento della sua reclusione (80 chili);
gli avvocati di Simone La Penna hanno presentato, tra maggio e luglio 2009, cinque istanze per incompatibilità con il sistema carcerario, sempre respinte dal tribunale di sorveglianza: quando infine, il 13 novembre 2009, è stata accolta la richiesta di perizia, l'udienza è stata rinviata al 16 dicembre, ma nel frattempo è sopraggiunta la morte del loro assistito;
anche il Garante dei detenuti della regione Lazio, Angiolo Marroni, aveva segnalato agli organi competenti che La Penna «aveva mostrato un calo fisico tragico e non aveva più la capacità di rispondere a qualunque tipo di sollecitazione. Dissi chiaramente che doveva essere portato fuori dal carcere perché incompatibile con la detenzione, ma questa mia opinione fu contraddetta dai medici del carcere stesso»;
risulta agli interroganti che la procura della Repubblica di Roma stia indagando, per i fatti suesposti, sette persone tra medici e infermieri del carcere di Regina Coeli, alcuni dei quali avrebbero inviato al giudice di sorveglianza relazioni rassicuranti che attestavano la compatibilità di Simone La Penna con il regime carcerario -:
di quali elementi il Ministro interrogato disponga sulle modalità di trattamento del detenuto Simone La Penna in relazione al suo quadro clinico e sulle cause del suo decesso e se non intenda assumere iniziative per fare piena luce circa i fatti suesposti, al fine di contribuire, per quanto di competenza, ad accertare la verità su quanto accaduto.
(5-03824)