ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03750

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 392 del 09/11/2010
Firmatari
Primo firmatario: SOGLIA GERARDO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 09/11/2010


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 09/11/2010
Stato iter:
10/11/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 10/11/2010
Resoconto SOGLIA GERARDO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 10/11/2010
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 10/11/2010
Resoconto SOGLIA GERARDO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 10/11/2010

SVOLTO IL 10/11/2010

CONCLUSO IL 10/11/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-03750
presentata da
GERARDO SOGLIA
martedì 9 novembre 2010, seduta n.392

SOGLIA. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il Banco Popolare è il terzo gruppo creditizio nazionale, ed è sorto il lo luglio 2007 dalla fusione tra Banca Popolare di Verona e Novara e Popolare Italiana, cui si è aggiunta, nel 2009, Banca Italease; il Banco dispone oggi di 20.329 dipendenti e di 2.271 sportelli;

il 10 marzo 2009 il Banco Popolare emetteva un duplice comunicato, in cui rendeva noto al mercato di aver presentato istanza per avvalersi dello strumento di patrimonializzazione previsto dall'articolo 12 del decreto-legge n. 185 del 2008 (i cosiddetti «Tremonti Bond») per un importo pari a 1,45 miliardi di euro, mentre il Consigliere delegato del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, asseriva che l'operazione avrebbe assicurato una adeguata patrimonializzazione al Gruppo Banco Popolare;

il 15 marzo 2009 il Banco Popolare, ai sensi dell'articolo 114 del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), comunicava che i consigli di amministrazione di Banco Popolare, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio e Banca Popolare di Milano, avevano approvato una complessiva operazione finalizzata a consentire la riorganizzazione ed il riassetto delle attività del Gruppo facente capo a Banca Italease S.p.A (cosiddetto Accordo Quadro), da realizzarsi tramite il lancio, da parte del Banco Popolare, di un'Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Italease (avente l'obiettivo di ottenere il delisting delle azioni dalle negoziazioni di Borsa), nonché attraverso la concentrazione, una volta perfezionata l'OPA e subordinatamente al verificarsi di determinate condizioni, di parte delle attività e passività del Gruppo Banca Italease in società finanziarie di nuova costituzione, le cui quote di partecipazione sono poi state ripartite fra i predetti quattro soci sottoscrittori dell'Accordo Quadro;

tale comunicazione è avvenuta in totale contraddizione rispetto a quanto era stato comunicato al mercato sino a quel giorno, sia riguardo all'identità dei quattro soci aderenti al cosiddetto «Patto di Stabilità» (Banco Popolare, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio e Società Reale Mutua di Assicurazioni) sia in relazione all'avvenuto rinnovo dello stesso Patto fino al 30 giugno 2011 (comunicati stampa di Banca Italease del 10 e 24 ottobre 2008 ed estratti dei Patti Parasociali pubblicati il 30 ottobre 2008 e il 5 marzo 2009 dalla CONSOB);

la predetta comunicazione smentiva inoltre tutte le precedenti pubbliche dichiarazioni fatte dal Banco Popolare in merito alle indiscrezioni giornalistiche che anticipavano da mesi il programmato destino della Banca (comunicati stampa del Banco Popolare del 17 aprile 2008 e dell'11 dicembre 2008), nonché l'accorato appello, diramato nell'aprile 2008 dal Presidente del Consiglio di amministrazione e dall'Amministratore delegato di Banca Italease, in cui si chiedeva agli azionisti di conservare il proprio investimento in un'ottica di lungo termine;

Banca Italease è entrata a far parte del Gruppo Banco Popolare l'8 luglio 2009, a seguito della conclusione del periodo di adesione alla predetta OPA volontaria totalitaria lanciata dal Banco Popolare e della successiva rinuncia, da parte dello stesso Banco Popolare, alla condizione di efficacia dell'Offerta relativamente al raggiungimento di una quota pari ad almeno il 90 per cento del capitale sociale dell'emittente, manifestata al mercato il 2 luglio 2009;

la mancata corretta informazione al mercato da parte di Banca Italease (comunicati del 30 novembre 2008 e del 22 gennaio 2009) e dei membri del Patto di Stabilità (comunicati del 10-24 ottobre 2008 e 30 novembre 2008), nonché l'OPA lanciata inaspettatatamente a marzo 2009 dal Banco Popolare, hanno praticamente costretto i piccoli azionisti a disinvestire la propria partecipazione a prezzi irrisori (senza avere neanche più la possibilità di poter usufruire dei vantaggi tipici dell'investimento azionario nel lungo periodo), con evidente grave nocumento nei loro confronti;

il cosiddetto «Patto di Stabilità», che aveva una scadenza determinata (30 giugno 2011), è stato inoltre risolto in palese violazione delle norme di diritto speciale e comune, le quali consentono lo scioglimento anticipato solo per il caso di giusta causa, che, nel caso di specie, non è però minimamente ravvisabile, in quanto, tra l'altro, dal combinato disposto del punto 10 dell'estratto del Patto parasociale pubblicato il 24 marzo 2009 sul sito internet della CONSOB e della condizione di efficacia dell'OPA totalitaria volontaria ai sensi dell'articolo 102, comma 1, del TUF, emerge chiaramente come la risoluzione dello stesso fosse condizionata all'esito dell'Offerta nel periodo di adesione;

Banco Popolare, a seguito delle operazioni compiute sul capitale di Banca Italease, ha speso complessivamente una cifra pari ad euro 1.371.797.109,21, cui vanno aggiunti i costi di organizzazione delle predette diverse operazioni, ovvero una somma pressoché analoga a quanto il Banco Popolare ha ottenuto tramite il ricorso ai cosiddetti «Tremonti Bond» (1,45 miliardi di euro) che, secondo quanto comunicato al mercato il 10 marzo 2009 dal Consigliere delegato Saviotti, avrebbero dovuta invece essere utilizzati per patrimonializzare il Gruppo;

il Banco Popolare ha quindi utilizzato le risorse pubbliche messe a disposizione ai sensi del decreto-legge n. 185 del 2008, non per sostenere il Gruppo durante la crisi finanziaria internazionale, ma per ampliarlo tramite l'acquisizione di Banca Italease e del relativo Gruppo;

non sembra che né la CONSOB, né la Banca d'Italia, siano state in grado di garantire un'adeguata informazione al mercato, né di adottare tempestivi provvedimenti per la tutela dei piccoli azionisti, a differenza di quanto accaduto nella primavera/estate del 2007 in relazione alla nota vicenda «derivati» riconducibile alla vecchia gestione di Banca Italease;

il 7 ottobre 2010 il Banco Popolare ha presentato in via preliminare ai sindacati le linee guida sugli organici per il 2010-2011, le quali prevedono, a fronte di 80 nuove assunzioni, la fuoriuscita di 800 unità di personale, di cui 300 entro il 2010 e 500 nel 2011 -:

di quali informazioni disponga in merito all'operazione ricostruita in premessa, se intenda intervenire, per quanto di propria competenza, per garantire effettiva tutela ai risparmiatori, e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per evitare il ripetersi di simili vicende, in particolare al fine di migliorare la capacità delle autorità di vigilanza di intervenire tempestivamente per proteggere il risparmio, nonché di garantire un quadro regolamentare certo a tutti coloro che intendono investire nel nostro Paese. (5-03750)