ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 382 del 13/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: POLLEDRI MASSIMO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 13/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 13/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 13/10/2010
Stato iter:
25/11/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/11/2010
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 25/11/2010
Resoconto POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/10/2010

DISCUSSIONE IL 25/11/2010

SVOLTO IL 25/11/2010

CONCLUSO IL 25/11/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-03573
presentata da
MASSIMO POLLEDRI
mercoledì 13 ottobre 2010, seduta n.382

POLLEDRI e PINI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

dall'inizio di agosto 2010 sul territorio del Pakistan, Paese di 170.000 di abitanti, si è abbattuto un intenso ciclo di piogge monsoniche e di veri e propri alluvioni che hanno fatto esondare i maggiori fiumi del Paese, tanto che quella vissuta dalla popolazione pakistana è stata definita la peggior catastrofe umanitaria della storia di questo Paese, peggiore dello tsunami, di Katrina e del terremoto del 2005, che provocò più di 73 mila morti nel nord del Pakistan;

le alluvioni di agosto hanno prodotto almeno 17 milioni di sfollati, persone che hanno perso tutto ciò che avevano e che ora sono minacciate prima di tutto dalla fame e dalla mancanza di generi di primissima necessità;

la comunità internazionale si è mobilitata con grande energia nella raccolta dei fondi da destinarsi all'opera di organizzazioni non governative sul territorio pakistano, ma immediatamente hanno trovato eco anche molte polemiche nella gestione di questi aiuti;

alla fine di settembre 2010 Asianews ha riportato le parole del primo ministro pakistano Syed Yusuf Raza Gilani, il quale ha affermato che «l'80 per cento degli aiuti esteri arriverà in Pakistan attraverso le Ong e metà di questi finirà con l'essere dirottata ad altre funzioni nell'impunità generale». Conscio della gaffe, prosegue l'agenzia dei missionari, il premier si è subito corretto, dicendo che «il denaro non destinato all'acquisto di aiuti, serve alle organizzazioni locali per pagare le spese e gli stipendi del personale»;

secondo un diplomatico europeo in Pakistan, «la distribuzione degli aiuti è lenta perché i soldi che il Pakistan ha ricevuto in passato non sono mai stati gestiti con trasparenza». Il diplomatico ricorda come i 6 miliardi di dollari, donati dalla comunità internazionale per il terremoto del Kashmir nel 2005, non sono mai stati utilizzati per ricostruire le case danneggiate e le infrastrutture. «I problemi sul campo - afferma la fonte - sono dovuti alle Ong locali. Ci sono infatti molte organizzazioni nelle province di Multan, Faisalabad, Karachi, Hyderabad, Doba Tek, Singh e altre aree che fanno capo a una sola persona»;

è stato denunciato da più osservatori il ritardo dei soccorsi e il caos nella distribuzione degli aiuti, l'improvvisazione, che naturalmente penalizza gli anziani, gli infermi, i più deboli. La popolazione è sfiduciata perché non ha certezze su chi gestisce le operazioni, se il Governo, o i militari, o ancora gruppi organizzati in maniera non trasparente. In questa situazione, stanno avvenendo precise e volute discriminazioni nella destinazione degli aiuti;

il 28 agosto 2010 l'Osservatore Romano scrive: «Oltre 200 mila sfollati cristiani e 150 mila indù nel sud della provincia del Punjab sono tagliati fuori dagli aiuti umanitari e sono ancora in attesa di ricevere una minima assistenza per sopravvivere», rilanciando l'allarme che gli operatori umanitari della Caritas e di altre Ong hanno fatto pervenire dal Pakistan alla Fides. «In particolare - si legge - nel sud del Punjab sono attive diverse organizzazioni estremiste islamiche che stanno approfittando di questa tragedia per colpire ulteriormente le minoranze religiose». «Molti di questi gruppi si sono improvvisati »organizzazioni caritative« e si sono registrati come Ong locali, ma il loro operato - riporta il quotidiano - mira a eliminare i cristiani e il disastro offre loro una favorevole opportunità»;

sempre secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, alcuni villaggi abitati da cristiani e indù sono stati allagati intenzionalmente per salvare dall'acqua i terreni di notabili e grandi proprietari terrieri. Si tratta di un fenomeno denunciato anche dalle Ong che operano nel territorio e confermati dall'ambasciatore del Pakistan all'Onu, Abdullah Hussain Haroon, che ha chiesto un'indagine ufficiale. Oltre al caso del villaggio cristiano di Khokharabad, si segnalano i casi di altri quattro villaggi nella provincia del Sindh: Mirpur Bathoro, Jati, Dharo e Laiqpur, abitati da minoranze cristiane e indù e dove circa 2800 famiglie sono rimaste senza casa e senza terra;

operatori umanitari e Ong impegnate in Pakistan raccontano che nel distretto di Thatta, a numerose famiglie cristiane sono stati negati gli aiuti, anche da funzionari governativi. Ad alcuni profughi cristiani l'assistenza è negata apertamente, come afferma l'Ong americana Open Doors, e ad altri viene detto di andarsene o di convertirsi all'Islam. «A subire discriminazioni sono anche gli ahmadi, considerati eretici dai musulmani, e i dalit, i fuori casta del Pakistan, che vengono cacciati dai campi profughi e maltrattati»;

l'Italia partecipa in prima linea alle azioni di aiuto al Pakistan, con stanziamenti complessivi di 80 milioni di euro, con la messa a disposizione di tende da campo da parte della Protezione civile nazionale, e di kit medici, generatori elettrici, unità di purificazione e contenitori per l'acqua per circa 30 tonnellate ed altri beni umanitari da parte del Ministero degli affari esteri per oltre 41 tonnellate complessive, oltre ai contributi a Pam, Oms, Unicef e Ficross. Di questi 80 milioni, 50 sono crediti di aiuto, 20 andranno per la cancellazione del debito, e altri 10 in aiuti d'emergenza;

a fronte di un simile impegno di aiuto, non può non essere primaria preoccupazione del Governo che gli aiuti raggiungano tutta la popolazione che ne abbia bisogno e che sia evitata ogni discriminazione a maggior ragione in un simile momento di bisogno e di sofferenza della popolazione pakistana -:

se e quali iniziative abbia adottato il Governo per assicurare che gli aiuti italiani ed internazionali siano distribuiti in modo da raggiungere tutta la popolazione, in particolare quella cristiana discriminata da altre linee di aiuto, e se non si ritenga necessario un monitoraggio particolare per quel che riguarda le minoranze cristiane spesso oggetto in Pakistan di violenze e soprusi. (5-03573)