CODURELLI e BRAGA. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità.
- Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi la regione Lombardia ha annunciato lo stanziamento di fondi da riservare alle donne che, rinunceranno all'interruzione di gravidanza, se determinata da impossibilità economiche;
i fondi stanziati sono pari a 5 milioni di euro e verranno erogate delle borse-sussidio di 250 euro mensili, fino ai 18 mesi del bambino, per un importo totale di 4.500 euro;
l'iniziativa affida ai CAV (centro di aiuto alla vita) il compito di affiancare le donne nel percorso di scelta di non abortire, invece che ai consultori, come invece previsto dalla legge 194;
tale misura appare agli interroganti assolutamente inidonea e connotata in termini ideologici;
il nostro Paese continua ad essere fanalino di coda per quanto riguarda il tasso di natalità e le donne che decidono di mettere al mondo un figlio lo fanno in età sempre più avanzata (intorno ai 35/40 anni);
nel nostro Paese, inoltre, continuano a persistere enormi pregiudizi nonché palesi discriminazioni nei confronti delle donne lavoratrici che decidono di intraprendere il percorso della maternità;
domenica 26 settembre 2010 la trasmissione tv Presa Diretta, in onda su Rai 3, ha denunciato come nella ricca regione Lombardia ancora oggi le lavoratrici madri vengano discriminate, licenziate o costrette a farlo per accudire i propri figli perché mancano le strutture e i servizi all'infanzia;
secondo i dati contenuti nel report 2009, diffuso dall'ufficio della consigliera di parità regionale della Lombardia, le dimissioni della madre nel primo anno di vita del bambino hanno un trend costante; nel 2008 le dimissioni erano risultate 5.819, nel 2007 5.581, nel 2009 4.571. Quest'ultimo dato, all'apparenza migliore, deve tenere conto della crisi economica che ha colpito tutti i settori produttivi e che ha probabilmente influito sui comportamenti delle donne -:
se non ritenga urgente impostare un piano di sostegno pubblico alla maternità che preveda per le donne e per le famiglie servizi accessibili, potenziamento reale delle strutture per l'infanzia, a partire dagli asili nido, ampiamente al di sotto del 33 per cento di copertura prevista dall'agenda di Lisbona, progetti concreti che favoriscano la conciliazione tra la maternità e l'impegno lavorativo e un effettivo potenziamento dei consultori, dando piena attuazione ad una legge dello Stato come la 194. (5-03520)