ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03434

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 371 del 21/09/2010
Firmatari
Primo firmatario: LIBE' MAURO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 21/09/2010


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 21/09/2010
Stato iter:
22/09/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 22/09/2010
Resoconto LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/09/2010
Resoconto MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 22/09/2010
Resoconto LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/09/2010

SVOLTO IL 22/09/2010

CONCLUSO IL 22/09/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-03434
presentata da
MAURO LIBE'
martedì 21 settembre 2010, seduta n.371

LIBÈ -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

negli ultimi 20 anni sono state installate sul Monte Canate (853 m di altezza), che si trova nel comune di Pellegrino (PR), una moltitudine di antenne radiotelevisive e di tralicci per il trasporto dell'energia elettrica;

in data 28 ottobre 1981, in seguito ad un esposto pervenuto alla stazione dei carabinieri del comune di Pellegrino, l'allora comandante della stazione dei carabinieri inviò una lettera all'ispettorato dipartimentale foreste di Parma, e per conoscenza al sindaco di Pellegrino, in cui si richiedeva l'adozione di provvedimenti volti a verificare il rispetto delle norme esistenti a protezione della salute dell'ambiente sul monte Canate (allora già erano state installate 14 antenne);

nella stessa lettera si sollevavano dubbi circa la presenza di radioattività nella zona, che avrebbe certamente recato danni all'uomo ed alla, fauna presente sul monte;

nel 1996 un comitato locale di cittadini inviò un esposto air ARPA, al prefetto di Parma, all'AUSL, al sindaco ed alle associazioni ambientaliste, in cui si lamentava non solo il mancato rispetto dell'ambiente a causa delle antenna e dei tralicci installati sul monte, quanto un forte aumento delle malattie tumorali nell'area, dovuto alle onde elettromagnetiche;

con lo stesso esposto venivano chieste l'immediata sospensione dei lavori in corso sui nuovi tralicci e la chiusura dei ripetitori in eccesso e si sollecitava un consulto nei centri abitati della zona, in modo particolare nelle località di Case Ghia, Case Cavallo e Grotta, per valutare il grado di inquinamento e di vivibilità delle zone;

l'ARPA, in risposta alla sollecitazione dei cittadini, effettuò nello stesso periodo le prime analisi nella zona, rilevando che nella stessa si fossero superati i limiti nei valori relativi al campo elettrico e magnetico;

in seguito agli stessi rilevamenti, e riservandosi di effettuare indagini più approfondite, appellandosi ai princìpi dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'ARPA propose in via cautelativa di non concedere ulteriori incrementi di potenza se non esclusivamente a fronte di dati utili alla valutazione del rischio da campi magnetici, per impianti esistenti, e di non procedere al rilascio di nuove concessioni fino al completamento delle indagini sulla valutazione puntuale del rischio;

in data 3 ottobre 1997 l'AUSL di Borgo Taro, in seguito alla precedente indagine dell'ARPA, non evidenziò particolari condizioni di rischio sanitario nelle località vicine all'insediamento di antenne del Canate, in quanto le misurazioni non rilevarono particolari valori di allerta. La stessa AUSL espresse dubbi circa l'attendibilità di eventuali dati statistici sulla mortalità della zona, giudicando esigua l'entità della popolazione interessata dalle onde;

nel 1998 un comitato di circa 400 cittadini inviò un esposto alla procura della Repubblica, agli allora Ministri dell'ambiente e della sanità, alla prefettura di Parma e al presidente della regione Emilia-Romagna Errani, in cui si metteva in risalto il continuo aumento di decessi per malattie tumorali e si chiedeva un censimento sulla potenza e sulla frequenza delle antenne, nonché la verifica della potenza complessiva delle linee elettriche;

nel 2000 il Ministero dell'ambiente, dopo aver inserito la zona del Monte Canate nella mappa sui siti italiani inquinanti da delocalizzare e bonificare, nella successiva versione definitiva, inspiegabilmente, depennò la zona dalla mappa originaria e la inserì nell'elenco dei 5 siti di valenza nazionale;

a seguito della richiesta avanzata dall'ENEL nel 2001, in merito al ripristino di quattro elettrodotti sulla vetta del Canate, fu inviato un nuovo esposto di protesta, dei cittadini (circa 300) al Ministro dell'ambiente, al presidente della regione ed al prefetto di Parma, in cui si esprimeva la più decisa opposizione all'aumento di potenza elettrica, nonché la richiesta di inserire nuovamente il Canate nelle zone inquinate e da delocalizzare e bonificare;

nel 2004 alcuni organi di stampa, nell'analizzare la vicenda, hanno citato una legge del 2001 in base alla quale avrebbe dovuto essere stilato il catasto delle emittenti, ma dopo diversi anni ancora non c'è traccia dello stesso;

nel 2003 la provincia di Parma ha approvato il PLERT, Nell'occasione 2 consiglieri (sostenuti da una raccolta di firme dei cittadini) hanno espresso il dissenso, proponendo di escludere il Canate dai siti a valenza nazionale, e di inserirlo nella categoria destinata ai siti da delocalizzare;

la provincia ha espresso parere negativo alla richiesta, pur ritenendo di non permettere ulteriori installazioni nel sito oltre a quelle già presenti, in considerazione del fatto che il sito di Monte Canate presenta comunque un altissimo numero di impianti situati su molti pali che hanno un evidente impatto paesaggistico ed in considerazione dell'impatto sociale che tale sito ha sulle comunità limitrofe;

la provincia ha inoltre disposto la recinzione del sito nonché il monitoraggio continuo attraverso apposite stazioni di rilevamento dell'inquinamento elettromagnetico da posizionare negli abitati situati nei dintorni del Monte Canate;

negli ultimi anni i cittadini hanno più volte sollecitato invano il sindaco del comune di Pellegrino a reperire i dati sui decessi tumorali degli ultimi anni nella zona, nonché a disporre la recinzione della zona e il monitoraggio come richiesto dalla provincia -:

se non ritenga di adottare tutte le iniziative di propria competenza al fine di verificare il rispetto delle normative sulla tutela dell'ambiente e della salute pubblica nella zona del Monte Canate, comune di Pellegrino (PR) disponendo controlli accurati nella zona in questione, in modo tale da rilevare eventuali rischi di malattie tumorali relative alle onde elettromagnetiche dei ripetitori, e conseguentemente di valutare l'opportunità di far inserire la zona di Monte Canate tra le aree a forte rischio di inquinamento e perciò da destinare a delocalizzazione e bonifica.(5-03434)