ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03191

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 348 del 06/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: CECCUZZI FRANCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 06/07/2010


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/07/2010
Stato iter:
07/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 07/07/2010
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/07/2010
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 07/07/2010
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/07/2010

SVOLTO IL 07/07/2010

CONCLUSO IL 07/07/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-03191
presentata da
FRANCO CECCUZZI
martedì 6 luglio 2010, seduta n.348

CECCUZZI e FLUVI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:


i gravi effetti della crisi internazionale si stanno ancora ripercuotendo sul sistema produttivo economico ed occupazionale del nostro Paese;

la crisi economica nel 2009 ha provocato in Italia una caduta del Pil più consistente del calo delle entrate e il Paese, nel confronto con gli altri Stati europei, ha visto aumentare la pressione fiscale salita oggi al 43,3 per cento. Nel 2009 l'Italia si colloca infatti al quinto posto nell'Unione europea, dopo Danimarca, Svezia, Belgio e Austria, scalando due posizioni dal settimo posto in cui si trovava nel 2008;

secondo gli ultimi dati Istat nel 2009 è quasi raddoppiata, in Italia, l'incidenza dell'indebitamento netto sul Pil rispetto al 2008 passata dal 2,7 per cento al 5,3 per cento. Per la prima volta, nel nostro paese, il saldo primario è inoltre risultato negativo ( - 0,6 per cento del Pil), in calo di 3,1 punti percentuali rispetto al 2008;

per quanto riguarda l'occupazione, l'ultimo rapporto del Centro Studi di Confindustria ha rilevato come tra il primo trimestre 2008 e il quarto trimestre del 2009 i posti di lavoro diminuiti siano stati 528 mila. Sempre secondo le stime di Confindustria «il numero di persone occupate calerà di 144 mila unità dal quarto trimestre 2009 al quarto trimestre del 2010, e di altre 102 mila nel corso del 2011 mentre il tasso di disoccupazione è atteso in aumento all'8,7 per cento a fine 2010 ed al 9,4 per cento a fine 2011. Dati confermati dall'Istat, secondo i cui rilevamenti il tasso dei senza lavoro nel primo trimestre di quest'anno è salito al 9,1 per cento dal 7,9 per cento dello stesso periodo del 2009;

secondo i rilevamenti Istat, sono crollati nel 2009 gli investimenti fissi lordi, che hanno registrato una diminuzione del 12,1 per cento in termini reali, accentuando la fase di contrazione iniziata nel 2008 (- 4 per cento): si tratta di un livello, precisa l'istituto di statistica, mai raggiunto prima, almeno a partire dal 1970, inizio delle relative serie storiche, e paragonabile solo al calo registrato durante la precedente crisi del 1993, quando si raggiunse un -11,5 per cento. La diminuzione della spesa in beni capitali nel 2008 e nel 2009 ha interessato tutti i settori dell'economia: agricoltura, industria e servizi;

il settore delle piccole e medie imprese su cui si fonda il sistema industriale italiano è uno dei comparti maggiormente colpiti dalla recessione, soprattutto per quanto riguarda la capacità di accesso al credito;

per sostenere il sistema della Pmi il 3 agosto 2009 il Ministro dell'economia e delle finanze, il presidente dell'Abi (Associazione bancaria italiana) e le Associazioni dei rappresentanti delle imprese hanno firmato in attuazione dell'articolo 5, comma 3-quater del decreto-legge n. 78 del 2009 un «Avviso comune» per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio con «l'obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese aventi adeguate prospettive economiche e in grado di provare la continuità aziendale»: tale accordo prevede, in particolare, la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento della quota capitale delle rate o dei canoni relativi ad operazioni di mutuo o di leasing;

tale accordo prevede però che per presentare la domanda di moratoria alle banche (entro la data del 30 giugno 2010) le imprese debbano avere, tra l'altro, i seguenti requisiti:

avere un numero di dipendenti a tempo indeterminato o determinato non superiore a 250 unità e un fatturato annuo minore di 50 milioni di euro (oppure un totale attivo di bilancio fino a 43 milioni di euro);

non avere (per i mutui e leasing) rate scadute (non pagate o pagate solo parzialmente) da non più di 180 giorni;

l'«Avviso comune» prevede la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo; la sospensione per 12 ovvero per 6 mesi della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing rispettivamente immobiliare o mobiliare; l'allungamento a 270 giorni delle scadenze delle anticipazioni bancarie su crediti;

l'accordo «Avviso comune», scaduto il 30 giugno 2010, è stato prorogato al 31 gennaio 2011 e potranno accedere, secondo quanto si legge in un comunicato stampa dell'Abi, alla presentazione delle domande «le piccole e medie imprese che non abbiano già fatto ricorso alla procedura»;

secondo i dati resi noti dall'Abi, rispetto all'accordo, «da aprile 2010 le piccole e medie imprese hanno potuto contare su 10 miliardi in più di liquidità. Si tratta di oltre 500 milioni in più rispetto a marzo 2010, quando il dato si era attestato a circa 9,5 miliardi». I dati ufficiali del monitoraggio segnalano inoltre «che al 30 aprile 2010 sono state 184.000 le domande delle imprese, per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 55 miliardi di euro. Nella sesta rilevazione, a marzo 2010 le domande erano state circa 171.000, per un controvalore complessivo di finanziamenti di 52 miliardi di euro;

l'Abi sottolinea inoltre come «l'adesione delle banche all'Avviso comune, e quindi la volontà di sostenere ulteriormente il sistema delle imprese in questa difficile congiuntura, è stata massiccia; al 25 maggio, le banche e intermediari finanziari che hanno aderito sono 584, pari a 33.555 sportelli (il 98,3 per cento del totale sportelli presenti in Italia)»;

risulta evidente che le Pmi che hanno potuto usufruire dell'accordo «Avviso comune» necessitino, proprio a causa dall'attuale e perdurante crisi economica, di un'ulteriore proroga delle sospensioni dei pagamenti previsti, anche in relazione al rinnovo dell'accordo stesso fino al 31 gennaio 2011;

è emerso, da quanto esposto in premessa, che non abbiano potuto accedere alla richiesta di sospensione prevista dall'accordo le Pmi in gravi difficoltà economica (che non hanno quindi potuto pagare, da oltre 180 giorni le rate scadute) e che la proroga di tale accordo preveda che non possono ripresentare la domanda le «Piccole e medie imprese che hanno già fatto ricorso alla procedura»;

si tratta quindi di limitazioni che non tengono conto della situazione complessiva di sofferenza che interessa ancora l'intero sistema economico, occupazionale e produttivo italiano e che escludono di fatto le Pmi in maggiore difficoltà e che avrebbero quindi maggiore necessità di poter ottenere proroghe dal sistema bancario -:


se non ritenga opportuno prevedere, relativamente al rinnovo dell'«Avviso comune» e per venire incontro alle impellenti necessità di gran parte del sistema economico, occupazionale e produttivo nazionale, un'ulteriore proroga per le aziende che hanno già avuto accesso al benefici presenti in «Avviso Comune»; estendere l'applicazione dell'Avviso anche alle aziende in gravi difficoltà finanziarie (che non hanno quindi potuto pagare, da oltre 180 giorni le rate scadute) e prevedere anche le Pmi che hanno già fatto ricorso alla procedura, ma che non hanno ottenuto i benefici previsti dall'accordo, possano ripresentare la domanda in virtù della proroga al 31 gennaio 2011 dell'accordo stesso.(5-03191)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cessazione dei pagamenti

conseguenza economica

credito

dimensioni dell'impresa

industria dei servizi

locazione con opzione d'acquisto

piccole e medie imprese

previsione economica

prodotto interno lordo

recessione economica

rinnovo di un accordo

settore economico

societa' di servizi