CONTENTO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
dal mese di giugno 2009 la società «Trenitalia», parte integrante del gruppo «Ferrovie dello Stato» ha «sospeso temporaneamente il servizio di oggetti smarriti» (così testualmente nel sito ufficiale dell'azienda);
in realtà, più volte nel corso degli ultimi mesi i media sono intervenuti sulla questione della soppressione del comparto, quanto mai importante per un Paese in cui sono milioni le persone che si spostano a bordo dei convogli nazionali;
secondo i dettami del codice civile, richiamati anche nel predetto sito internet a seguito della disattivazione, spetta ai capotreni o ai singoli passeggeri recuperare eventuali beni dimenticati e consegnarli all'ufficio comunale del luogo di destinazione;
sfogliando mail, lettere e interventi vari da parte dell'utenza, sembra, però, che il nuovo sistema lasci molto a desiderare, tant'è che ora come ora parrebbe in netto calo la possibilità di rientrare in possesso dei propri oggetti;
quanto sopra apre numerosi interrogativi giuridici circa l'incentivazione di fenomeni penalmente rilevanti (leggasi la continua appropriazione da parte di passeggeri con scarso senso civico), nonché in ordine alla posizione del personale di servizio che, pur avendo individuato dei beni altrui, se ne disinteressino per evitare inutili trafile burocratiche con gli uffici comunali di competenza -:
se il servizio di raccolta e restituzione degli oggetti smarriti a bordo dei treni nazionali sia da considerarsi «temporaneamente sospeso» o, piuttosto, definitivamente soppresso;
a quante unità ammontino i beni smarriti che sono stati affidati dal giugno 2009 ad oggi ai singoli uffici comunali da parte del personale del gruppo «Ferrovie dello Stato» affinché gli stessi vengano restituiti ai legittimi proprietari;
se intenda intervenire sulla vicenda, scongiurando qualsiasi forma di disagio per l'utenza, nonché l'incentivazione di comportamenti scorretti e spesso financo di rilievo penale. (5-03103)