CICCANTI. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
- Per sapere - premesso che:
un cittadino italiano, figlio di un benemerito funzionario dello Stato, nato a Fiume quando questa città olocausta era italiana, non ha potuto ricevere prestazioni cliniche in regime privatistico-convenzionato, perché - all'atto della trascrizione dei suoi dati sul sistema informatico regionale, tratti dalla tessera sanitaria presentata - risultava «persona non esistente»;
ciò è dovuto al fatto che nel sistema informatico regionale è stata inserita, senza darne dovuta comunicazione della variazione all'interessato, in luogo della sigla della provincia di nascita «FU» - riportata sul tesserino sanitario rilasciato - la sigla «EE», di per sé erronea in quanto cittadino italiano nato in Italia e non all'estero;
nonostante importanti e solenni affermazioni pubbliche sulla tragedia dell'esodo, i nostri concittadini fiumani e giuliano-istriano-dalmati continuano ad essere di fatto discriminati anche dalla Pubblica Amministrazione che li considera come cittadini stranieri naturalizzati italiani, non immettendo nei documenti di riconoscimento rilasciati le sigle delle province, come viene fatto per tutti gli altri cittadini italiani nati in Italia;
per mancanza di una normativa precisa che non lasci spazio a dubbie interpretazioni, questi nostri concittadini subiscono giornalmente continui e stressanti disagi, morali ed economici -:
se non si ritenga opportuno assumere iniziative, anche normative, affinché, all'attuale elenco ufficiale dei comuni italiani, vengano aggiunti tutti i comuni ceduti dall'Italia ad altri Stati in base ai trattati di pace;
se - per ovviare alle problematiche dell'immissione di alcune vecchie sigle di provincia, ora appartenenti a neo province italiane - non si ritenga opportuno emanare una disposizione affinché al loro posto venga inserita la sigla «I» o «IT», riconoscendo finalmente in tal modo a questi nostri concittadini la loro piena italianità ed evitando così il ripetersi di continui incresciosi errori della nostra burocrazia. (5-03083)