MARAN e TEMPESTINI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
da notizie a mezzo stampa risulta che a partire da mercoledì 2 giugno 2010 il Governo libico ha soppresso, senza preavviso, l'unico sportello ONU per i rifugiati presente a Tripoli, senza fornire alcuna spiegazione in merito alle motivazioni che avrebbero determinato tale gravissima scelta;
sia pur senza mai aver ricevuto un riconoscimento formale, l'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, è presente in Libia da 19 anni e, sia pur con alcuni limiti, vi ha sempre lavorato;
in particolare a partire dall'aprile 2009 l'ufficio presente a Tripoli stava lavorando in partenariato con il Consiglio italiano per i rifugiati (CIR) su un progetto triennale volto a proteggere i rifugiati e i migranti in Libia, nonché nella gestione dei flussi migratori, un progetto che prevedeva visite regolari ai sedici centri di detenzione per migranti presenti in Libia, la fornitura di aiuti umanitari, un programma di rimpatrio volontario assistito, nonché iniziative di capacity building delle istituzioni libiche, anche attraverso scambi di esperienze nella gestione dei flussi migratori tra Libia e Italia, e l'organizzazione di missioni di studio;
l'attività svolta dall'Unhcr costituiva dunque una delle pochissime garanzie sul trattamento dei richiedenti asilo che restano in territorio libico, anche alla luce dell'accordo Italia-Libia, e che ora si troveranno privati anche di quella minima possibilità di avanzare richiesta di asilo;
secondo quanto dichiarato da Laura Boldrini - portavoce dell'Unhcr per l'Italia, Malta, Cipro, Grecia e Albania - l'invito a chiudere l'ufficio libico sarebbe arrivato dal coordinatore del sistema delle Nazioni Unite in Libia;
il Ministro interrogato, in data 8 giugno 2010 ha dichiarato che, a seguito della richiesta di spiegazioni avanzata dal nostro Governo sull'avvenuta chiusura dell'ufficio dell'Unhcr, è stata rilevata da parte libica la «mancanza di un accordo di sede finalizzato a regolamentare la vicenda»; secondo le dichiarazioni del Ministro interrogato, l'Italia ha altresì chiesto alla Libia di avviare un negoziato per un accordo di sede in grado di garantire quell'immunità diplomatica necessaria a permettere un'efficace funzionamento della sede dell'organizzazione dell'Onu;
per quanto fosse privo di un riconoscimento formale, la chiusura immediata dell'ufficio dell'Unhcr lascia senza protezione né possibilità di avanzare richiesta di protezione un numero elevato di migranti e di potenziali richiedenti asilo, la cui condizione è particolarmente vulnerabile trovandosi sul territorio di un Paese che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati;
le motivazioni fin qui fornite dal governo libico sull'avvenuta chiusura dell'ufficio dell'Unhcr appaiono agli interroganti meramente strumentali -:
quali iniziative urgenti intenda adottare per favorire quanto prima sia la ratifica da parte libica della Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati sia l'avvio di un negoziato per un accordo di sede in grado di garantire l'immunità diplomatica alla sede dell'Unhcr a Tripoli, nonché per assicurare che, nelle more della negoziazione dell'accordo, l'ufficio dell'Unhcr venga immediatamente riaperto. (5-03051)