TRAPPOLINO e SPOSETTI. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
la stazione di Orvieto (Terni) - essenziale punto di riferimento di un ampio bacino di utenti di una zona vasta che interessa tre regioni contermini (Umbria, Lazio e Toscana) e di pertinenza della direzione territoriale produzione di Firenze - da alcuni anni sta subendo una progressiva marginalizzazione sia a causa della riduzione degli accessi all'alta velocità sia in ragione di una progressiva e significativa diminuzione di personale;
secondo notizie degli ultimi giorni, evidenziate a mezzo stampa dal sindaco di Orvieto e dai capigruppo in consiglio comunale, il recente piano di ristrutturazione delle Ferrovie dello Stato prevederebbe la soppressione della figura del dirigente movimento dello scalo di Orvieto a partire dall'8 luglio 2010;
il mancato presenziamento della stazione da parte del dirigente movimento sancisce, di fatto, il compimento di un disegno di marginalizzazione di un territorio che da anni ha costruito un modello di sviluppo e di coesione sociale proprio in virtù di questa fondamentale infrastruttura;
il mancato presidio da parte del dirigente movimento incide in misura sensibile sulle condizioni generali di sicurezza della stazione, non solo per quel che riguarda particolari occorrenze critiche ma anche relativamente ai compiti di supervisione ambientale e di accertamento di elementi potenzialmente pericolosi per cittadini e passeggeri;
da tale ulteriore diminuzione di organico conseguirebbe altresì un progressivo degrado delle strutture e dei servizi destinati ai viaggiatori, fenomeno che, nel caso di Orvieto, risulta essere degno della massima attenzione perché trattasi di una stazione costruita quasi un secolo fa e bisognosa di un'attenta e meticolosa manutenzione;
il degrado in termini di decoro e di sicurezza della stazione di Orvieto colpisce, oltre ai pendolari (che si confrontano con i disagi della quotidianità) anche i turisti che frequentano Orvieto e che hanno potuto usufruire di uno scalo di qualità e completato dalla suggestiva funicolare che collega la stazione al centro del borgo storico;
le infrastrutture dell'alta velocità hanno determinato sul territorio orvietano un profondo e persistente impatto ambientale e paesaggistico, tanto da modificare in maniera irreversibile i profili e i valori di una delle valli più suggestive dell'Umbria sud-occidentale. Negli anni della realizzazione di questa infrastruttura, fu chiesto alle comunità dei territori di farsi carico del pesante impatto ambientale e paesaggistico in ragione di evidenti vantaggi quali l'accesso all'alta velocità (fondamentale per la qualità della vita degli oltre 1.200 pendolari) e la qualità dei servizi dello scalo ferroviario;
questa «giustificazione» risulta oggi essere del tutto disattesa con pesanti conseguenze sia per quel che riguarda il traffico pendolare sia per quel che riguarda la qualità - per i temi della sicurezza, del mantenimento e del decoro - della stazione ferroviaria. Al territorio resta il devastante impatto ambientale di un'infrastruttura su cui sfrecciano i treni della disuguaglianza, convogli veloci che annunciano vieppiù i segni dell'inesorabile marginalizzazione;
la decisione di Ferrovie dello Stato in merito al «declassamento» della stazione di Orvieto viene a condizionare le politiche di sviluppo e di insediamento praticate da questi territori nel corso degli ultimi trent'anni e fortemente orientate in direzione di un recupero del patrimonio storico, artistico, architettonico e monumentale e sostenuto, in gran parte, attraverso i fondi della legge speciale per Orvieto e Todi;
al mancato «presenziamento» del dirigente movimento corrisponde un aumento dei disagi dei pendolari orvietani, poiché la gestione del traffico tramite il meccanismo automatico impedisce una flessibile gestione dello scalo in caso di forti ritardi o evenienze non previste -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in merito alla decisione di Ferrovie dello Stato per quel che concerne la stazione di Orvieto;
se il Ministro non intenda assumere iniziative nei confronti di Ferrovie dello Stato per impedire la concretizzazione di un provvedimento destinato a marginalizzare e impoverire un vasto territorio;
se il Ministro non ritenga che gli interventi sulla gestione e sulla qualità dei servizi offerti dalle infrastrutture pubbliche a valenza strategica, tali da incidere sugli assetti socio-economici dei territori, debbano essere oggetto di un preventivo e vincolante confronto tra le parti.(5-03019)