VIOLA e LENZI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
in data 19 marzo 2009 era stato presentato dall'interrogante un atto di sindacato ispettivo (5-01171) in relazione alle drammatiche notizie di quel periodo sull'aggressione di un bambino da parte di un branco di cani randagi e la sua morte a seguito delle ferite riportate e in merito all'aggressione di una turista tedesca sempre da parte degli stessi animali, senza avere avuto ad oggi alcuna risposta;
le diverse normative vigenti sull'argomento in vigore prevedono:
l'obbligo della identificazione dell'animale da parte del proprietario;
il divieto di abbandonare gli animali di proprietà da parte del proprietario;
il divieto di maltrattamento degli animali;
il servizio di cattura dei cani randagi e/o vaganti da parte delle ASL territoriali;
l'obbligo per i comuni di costruire i canili rifugio per i cani randagi catturati nel proprio territorio comunale;
la prima cura degli animali randagi e/o vaganti catturati a carico dei servizi veterinari delle ASL;
l'obbligo per i comuni del mantenimento dei cani catturati presso i canili rifugio;
la necessità di favorire attraverso l'azione delle associazioni protezionistiche l'adozione degli animali presenti nei canili rifugio;
la possibilità per i servizi veterinari delle ASL di provvedere al controllo delle nascite degli animali presenti nei canili sterilizzazione o altri metodi farmacologici;
sarebbe utile sapere se nella regione siciliana le ASL abbiano istituito e gestiscano canili sanitari;
il Sottosegretario alla salute ha annunciato una proposta di legge del Governo per rivedere la normativa di cui sopra e che ha istituito una task force presso il Ministero per far fronte al problema del randagismo nel territorio nazionale -:
se esista una stima della popolazione canina in Sicilia ed eventualmente a quanto ammonti;
quanti cani risultino identificati nella regione Sicilia mediante l'applicazione dei microchip, se esista un'anagrafe collegata all'anagrafe nazionale, quali siano le modalità adottate (direttamente dalle ASL o con veterinari liberi professionisti) per l'applicazione dei microchip;
quanti comuni abbiano canili rifugio in proprietà o abbiano convenzione con canili di privati o associazioni;
se esista in quella regione un piano di costruzione di canili rifugio e se vi siano allocate le necessarie risorse;
se ci sia una stima della popolazione canina a livello nazionale e quanti di questi cani siano stati identificati mediante l'applicazione di microchip;
quali siano le risorse a livello nazionale destinate all'identificazione dei cani e per l'implementazione di tale sistema di azioni.(5-02969)