BOBBA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
l'Italia è il primo produttore di riso in Europa con i suoi 238.460 ettari ad esso dedicati;
in particolare in Piemonte, la coltivazione del riso complessivamente riguarda 121.600 ettari, e nella sola provincia di Vercelli ne vengono coltivati 74.000 ed in quella di Biella 4.000;
negli ultimi sei mesi i prezzi di alcune varietà di riso da esportazione o da insalate come Lido, Loto, Balilla, Selenio, Gladio, sono diminuiti drasticamente attestandosi sotto il costo di produzione;
pur essendo le importazioni diminuite del 12 per cento e le esportazioni aumentate del 13 per cento, si assiste ad una situazione controversa, visto che i tre gruppi leader del settore, quali Gallo, Scotti ed Euricom, che trasformano il 70 per cento del prodotto, sostengono che le cause siano dovute alla crisi economica mondiale e alla diminuzione dei consumi, nonostante abbiano aumentato i costi del prodotto al consumatore di circa il doppio rispetto alla pasta;
ad oggi non si conoscono i dati né sulle importazione né sulla tipologia, né sulle caratteristiche sanitarie del riso che viene importato;
non sono noti i dati reali sui consumi e di conseguenza quali siano le preferenze del mercato in modo da poter coltivare la varietà più richiesta, nonostante esista l'ente a ciò preposto, ovvero l'«Ente nazionale risi»;
l'intero mercato risicolo oggi è gestito da intermediari «mediatori» i quali percepiscono una percentuale pari a 0.30 cent al quintale dal produttore e 0.45 cent dal trasformatore, come si evince dalle bolle di vendita;
il mercato del riso negli ultimi tre anni ha subito oscillazioni di prezzo non indifferenti, in grado di mettere in crisi le imprese risicole e le piccole e medie riserie artigianali, in quanto non si possono fare programmazioni nel medio lungo periodo;
l'etichettatura e la tracciabilità del prodotto ad oggi non sono disciplinate in modo appropriato, per cui il consumatore spesso non conosce né l'origine né la varietà del prodotto che acquista -:
se il Ministro al fine di tutelare gli imprenditori e il consumatore finale, ed evitare speculazioni sul mercato del riso, non ritenga necessario ed urgente rendere obbligatoria in etichetta l'indicazione dell'origine territoriale del riso, effettuare le analisi delle caratteristiche qualitative e sanitarie sulle produzioni importate, pubblicare i dati relativi alle importazioni, al fine di garantire la tracciabilità delle produzioni e revisionare l'attività borsistica delle Camere di commercio;
se non si intendano creare i presupposti per giungere al più presto ad accordi di filiera che tengano conto dei reali costi di produzione, della qualità e dei metodi di coltivazione e creare le condizioni affinché venga utilizzato riso locale presso le mense scolastiche, ospedali ed in generale nella ristorazione collettiva pubblica;
se, al fine di promuovere il prodotto made in Italy, non si ritenga necessario estendere il diritto allo «spazio scaffale» per i prodotti della filiera agricola italiana, attraverso azioni mirate nei confronti della Grande distribuzione organizzata;
se non ritenga doveroso garantire una programmazione che permetta le coltivazioni e le varietà in funzione delle reali richieste del mercato.(5-02953)