MOTTA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
in questi anni la provincia di Parma ha operato con l'obiettivo di valorizzare le peculiarità e le differenze che costituiscono la ricchezza del territorio, salvaguardando le realtà locali in modo da offrire a tutti le medesime opportunità di crescita e benessere. In questo quadro un'attenzione particolare è stata riservata alla montagna in cui la scuola rappresenta il principale presidio di sopravvivenza e di prospettiva nonché la leva strategica per lo sviluppo sociale, civile ed economico delle piccole comunità locali al fine contrastarne il progressivo spopolamento;
l'obiettivo primario è stato quello di evitare la soppressione indiscriminata e schematica delle scuole nei territori periferici e di montagna come conseguenza anche dei continui tagli degli organici del personale docente e ATA che, nella provincia di Parma, hanno comportato già per l'anno scolastico in corso una diminuzione di 132 docenti e di 73 unità di personale ATA;
gli enti locali della provincia di Parma, in questi anni, hanno investito consistenti risorse al fine di qualificare il patrimonio scolastico, garantire il diritto allo studio, mantenere e spesso ampliare i servizi, consapevoli che la presenza della scuola è una ricchezza e una risorsa per i comuni di montagna che hanno visto un continuo progressivo depauperamento in termini di opportunità formative e lavorative;
la provincia di Parma ha investito nell'innovazione realizzando i poli telematici, l'estensione della banda larga per collegare alunni e plessi distanti fra loro, progetti di «teledidattica» tra i quali Scuola@Bardi, convinta che le nuove tecnologie, adeguatamente supportate da attrezzature telematiche, siano una nuova modalità di insegnamento in grado di coniugare qualità dell'offerta didattica ed esigenze sociali, specie nelle realtà decentrate e di montagna;
la regione Emilia Romagna e la provincia di Parma hanno operato nel tempo tutte le razionalizzazioni necessarie tanto che il numero medio degli alunni per classe supera di oltre un'unità la media nazionale e le scuole di montagna sono state organizzate in istituti comprensivi che includono ognuno le scuole di quattro o cinque diversi comuni;
in montagna non è più sostenibile imperniare la programmazione scolastica sul sistema delle deroghe, ma occorre, al contrario, investire in modo stabile e strutturale per garantire la continuità e la qualità del percorso formativo nel tempo -:
quali iniziative, il Ministro interrogato, intenda attuare al fine di rivedere i criteri di assegnazione delle risorse, umane e finanziarie, agli istituti scolastici, poiché le norme attuali stanno determinando serie difficoltà nell'organizzazione e nell'articolazione dell'offerta formativa scolastica soprattutto nei territori montani;
come il Governo ritenga di intervenire al fine di dare stabilità e certezza agli enti locali e agli istituti scolastici al fine di garantire un percorso educativo adeguato e consono alle esigenze dei territori più disagiati, anche promuovendo le necessarie modifiche alla cosiddetta legge Gelmini per quanto riguarda le scuole di montagna, nelle quali, come testualmente indicato dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009, «possono essere costituite classi uniche per anno di corso e indirizzo di studi con numero di alunni inferiore a quello minimo e massimo stabilito dagli articoli 10, 11 e 16».(5-02946)