ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02738

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 305 del 13/04/2010
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 13/04/2010


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 13/04/2010
Stato iter:
29/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 29/07/2010
Resoconto MARTINI FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 29/07/2010
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/04/2010

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/05/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/07/2010

DISCUSSIONE IL 29/07/2010

SVOLTO IL 29/07/2010

CONCLUSO IL 29/07/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-02738
presentata da
PAOLA BINETTI
martedì 13 aprile 2010, seduta n.305

BINETTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


l'attuale condizione dei detenuti presenta segni di visibile sofferenza ampiamente documentati sia da alcune indagini condotte in modo rigoroso, ma anche dall'iniziativa parlamentare che questa estate, in occasione del 15 agosto, ha coinvolto molti deputati nella visita diretta a tutte le carceri italiane;

il dato più inquietante però resta quello dei suicidi, che in modo singolare, si concentrano in alcune strutture penitenziarie. Si cita ad esempio il carcere di Sulmona, in cui è avvenuto uno degli ultimi casi drammatici. Con la morte di Domenico Cardarelli, internato nel supercarcere di Sulmona e ritrovato pochi giorni fa cadavere nella sua cella, salgono a 54 i detenuti morti dall'inizio dell'anno, i ogni 2 giorni di media. Di questi 17 si sono suicidati, di altri le autopsie hanno evidenziato segni di abbandono terapeutico, oltre a documentate forme di violenza che i detenuti avrebbero subito. Valga per tutti il caso di Stefano Cucchi, rispetto alla morte del quale le indagini sono ancora in corso, ma di cui sembra altrettanto certa la morte per un mix di cause che chiamano in causa non solo il modo in cui è stato trattato dalle forze dell'ordine, ma anche il modo in cui non è stato trattato dal personale medico infermieristico del carcere romano;


nelle carceri si muore così spesso perché come afferma una recente ricerca della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria, soltanto il 20 per cento dei detenuti e in buone condizioni di salute. C'è una elevata presenza di tossicodipendenti, che presentano malattie di varia entità e di malati di HIV, che richiederebbero un profilo di cura specifico. D'altra parte la riduzione di personale con competenze specifiche sotto il profilo relazionale, le crescenti difficoltà a creare opportunità di recupero sociale, non possono che accentuare il disagio dei detenuti più fragili sotto il profilo emotivo, aumentando il rischio che si slatentizzino patologie di ordine psichiatrico, soprattutto quelle di carattere depressivo, inducendo il detenuto a scelte irreversibili per la tutela della sua vita. Assistiamo così ad una vera e propria emergenza suicidi nelle carceri italiane. Ogni giorno, nei 206 istituti penitenziari della penisola, si registrano almeno tre tentativi di suicidio da parte dei detenuti. L'anno scorso sono stati 800 e quest'anno, in poco più di tre mesi, già 250. Grazie al lavoro di vigilanza degli agenti di polizia penitenziaria, si riesce a sventare la maggior parte di questi tentativi, ma in alcuni casi non si fa in tempo a intervenire;

d'altra parte sembra che nelle carceri continui a circolare droga e questo non può certamente aiutare i detenuti a fronteggiare la loro situazione. Secondo i primi rilievi effettuati la morte di Domenico Cardarelli potrebbe essere stata causata da un'overdose di sostanze stupefacenti e se è vero che a volte i tossicodipendenti intenzionati a suicidarsi assumano di proposito una dose eccessiva (e letale) di droga, è altrettanto frequente il caso del sovra-dosaggio accidentale, che potrebbe verificarsi più facilmente quando la persona è rimasta in astinenza per un certo periodo di tempo;


non c'è dubbio quindi che l'attuale condizione delle carceri non consenta un'esistenza dignitosa né ai detenuti né agli operatori che lavorano con loro e per loro, per cui a molti di loro il suicidio può sembrare l'unica strada per sfuggire alla sofferenza;

il ministro della giustizia Angelino Alfano ha presentato un piano per affrontare e risolvere i problemi degli istituti di pena nazionali, già approvato dal Consiglio dei ministri. Questo piano prevede risorse per 700 milioni di euro, destinate alla costruzione di 47 nuovi padiglioni detentivi più 17 carceri leggeri. Così come prevede l'implementazione di 2 mila unità dell'organico della polizia penitenziaria. Sono interventi che mirano a decongestionare l'attuale situazione di sovraffollamento e ad aumentare i livelli di sorveglianza, ma non garantiscono alcun intervento specifico per tutelare la salute dei detenuti e per prevenire o per lo meno contenere il rischio suicidi -:

quali iniziative si intenda prendere per rafforzare l'assistenza medico-psichiatrica ai detenuti-malati, sia attraverso un'attenta valutazione previa che consenta di identificare le persone a rischio, sia per sostenere adeguatamente sotto il profilo psicologico le persone che tentano il suicidio, senza riuscirci la prima volta, ma spesso ben decisi a tentare ancora;

in che modo si intenda intervenire sulla struttura specifica della medicina penitenziaria, che come è noto è in fase di trasformazione sia sotto il profilo organizzativo-gestionale che sotto quello clinico-riabilitativo;

quali iniziative il ministro intenda assumere per garantire al personale impegnato nelle carceri quei livelli di formazione e di aggiornamento specifico che consentano loro di fronteggiare con maggiore competenza le situazioni con cui sono obbligati a confrontarsi giorno per giorno;


in che modo intenda facilitare tutte quelle iniziative volte ad evitare che la droga entri nelle carceri con tanta facilità e sia oggetto di un mercato interno, che appesantisce ulteriormente la condizione dei detenuti dipendenti, per i quali andrebbero predisposte ben altri interventi;


quali interventi concreti il Ministro intenda predisporre per facilitare processi di disintossicazione dei detenuti-pazienti, perché non c'è dubbio che le recidive a cui vanno soggetti sotto il profilo disciplinare vanno inquadrate in una mancata azione di disintossicazione. (5-02738)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

detenuto

livello di insegnamento

malattia

medicina

morte

politica sanitaria

polizia

prodotto farmaceutico

reinserimento sociale

soppressione di posti di lavoro

stabilimento penitenziario

suicidio

tossicomania