QUARTIANI e LULLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
Maflow S.p.a. che è stata acquisita dal gruppo Manuli nel 2004, ad acquisizione avvenuta, il fondo di Private equity ILP ha accumulato in meno di cinque anni di gestione oltre 250 milioni di debiti, di cui 140 in Italia;
il giorno 20 novembre 2009 è stato depositato presso il Ministero dello sviluppo economico il programma ex articolo 20 del decreto legislativo n. 260 del 1999 in attesa ora di approvazione da parte dello stesso Ministro competente, a seguito del commissariamento straordinario di Maflow intervenuto da parte del Ministero dello sviluppo economico dopo la dichiarazione di insolvenza dichiarata a maggio dal Tribunale di Milano;
Maflow e Man servizi (società del gruppo) contano 330 dipendenti a Trezzano sul Naviglio (Milano) e un centinaio ad Ascoli Piceno, per quanto attiene al personale impiegato in Italia, nonché altri 2000 dipendenti in Polonia, 300 in Francia, 60 in Spagna ed altri 150 in Brasile, Messico e Cina;
lo stabilimento di Trezzano sul Naviglio venne ceduto da Manuli Rubber a Italian Lifstyl Partner (ILP), nel 2007 denominatasi Maflow, operando nel ramo automotive;
nel settore automotive nel Trezzano sul Naviglio la produzione ha riguardato tubazioni per il settore auto in particolare tubi per l'impianto idraulico del servosterzo e tubi benzina, in seguito iniziando la produzione di tubi per l'aria condizionata, innovandosi continuamente eccellendo nella tecnologia per la produzione di tubi d'acciaio e di alluminio, sperimentando altresì tubi per le vetture ad idrogeno, depositando brevetti relativi;
pertanto gran parte del prodotto ha riscontrato in BMW il principale e maggioritario acquirente, ed in FIAT un cliente marginale;
nel 2007 ILP vendette gli immobili al fine di recuperare risorse per colmare l'alto debito accumulatosi, fino a ridursi a pagare un milione di affitto l'anno, generando costi fissi altissimi, che rendono il sito produttivo relativamente poco appetibile sul mercato;
dato che BMW non può tollerare a lungo una situazione di precarietà come quella di Maflow, da settembre 2009 BMW ha iniziato un processo di allontanamento da Maflow, non più prevedendo la produzioni di nuove tubazioni, che avrebbero dovuto sostituire nel 2011 i disegni attuali ed in seguito riducendo altre ordinazioni in produzione, così producendo oggettivamente uno stato di instabilità lavorativa dei dipendenti di Maflow di Trezzano sul Naviglio, costretti a lunghi periodi di cassa integrazione;
si tratta di una crisi che giunge nel settore automotive in un momento in cui il settore auto pare riprendersi importanti quote di mercato anche a seguito degli incentivi ecologici riconosciuti in Italia e in Europa;
a giudizio degli interroganti, si tratta di una caratteristica situazione in cui sono più le condizioni finanziarie del gruppo che quelle di capacità produttiva competitiva degli stabilimenti italiani, in particolare quella di Trezzano sul Naviglio, a generare l'attuale crisi ed il conseguente stato di amministrazione straordinaria;
è stato nominato l'advisor per valutare la proprietà ed indire la gara di vendita da effettuarsi entro metà gennaio;
in queste condizioni la RSU e le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori dipendenti hanno richiesto al Ministero dello sviluppo economico l'attivazione urgente del tavolo di crisi, con l'obiettivo di individuare un percorso teso ad una positiva soluzione della vicenda del gruppo ora in amministrazione controllata;
il 25 novembre scorso i commissari italiani si sono incontrati, insieme ai liquidatori polacco e francese, con i principali clienti del gruppo per presentare loro quattro potenziali acquirenti del gruppo medesimo -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di garantire la continuità produttiva del sito di Trezzano sul Naviglio di Maflow e degli stabilimenti italiani del gruppo, per rilanciare le attività produttive dell'azienda in Italia e nei territori milanese ed ascolano interessati dalla crisi del gruppo multinazionale oggetto dell'interrogazione. (5-02334)