BERNARDINI, GIACHETTI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
le associazioni «A buon diritto» e «Antigone», nelle persone dei rispettivi presidenti Luigi Manconi e Patrizio Gonnella, hanno denunciato la morte del detenuto 31enne Stefano Cucchi nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2009, presso il reparto detentivo dell'ospedale Pertini di Roma;
dal racconto di Manconi e Gonnella e da organi di stampa che l'hanno riportato con l'aggiunta di dettagli si apprendono i seguenti fatti:
nella notte tra il 15 e 16 ottobre 2009 Cucchi veniva arrestato dai Carabinieri perché trovato in possesso di 20 grammi di sostanze stupefacenti;
secondo quanto riferito dai familiari, al momento della perquisizione della sua stanza il giovane risultava in buone condizioni, camminava sulle sue gambe e non presentava segni di alcun tipo al viso;
la mattina seguente - all'udienza per direttissima - il padre ha notato tumefazioni al volto e agli occhi del Cucchi;
nonostante i fatti contestati a Stefano Cucchi non fossero di particolare gravità, all'uomo non vengono concessi gli arresti domiciliari e, inspiegabilmente, ai genitori non viene permesso di vederlo;
dal carcere Regina Coeli viene disposto il ricovero all'ospedale Pertini per «dolori alla schiena»;
l'autorizzazione al colloquio per i genitori di Cucchi giunge per il giorno 23 ottobre 2009 quando ormai è troppo tardi, dal momento che la morte sopraggiunge la notte precedente;
la causa del decesso, avvenuto in circostanze poco chiare, dovrebbe essere arresto cardiaco;
i genitori rivedono il giovane solo in obitorio, al momento del riconoscimento, e si trovano di fronte a un «volto devastato»;
ai consulenti di parte è stata negata la possibilità di fare le fotografie di quel viso;
al momento della morte il peso corporeo del 31enne era di 37 chilogrammi, a fronte dei 42 del momento dell'arresto;
dai giornali si apprende inoltre che Carabinieri che hanno effettuato l'arresto la notte del 15 ottobre 2009 hanno dichiarato di aver portato Stefano Cucchi in caserma in una camera di sicurezza, di aver chiamato alle 5 del mattino il 118 perché l'uomo stava male, ma che questi non avrebbe voluto essere curato, e di averlo accompagnato il mattino seguente per il rito direttissimo e consegnato alla polizia penitenziaria;
a giudizio dell'interrogante i fatti richiedono doverosi accertamenti dal momento che Stefano Cucchi è entrato in carcere sulle sue gambe e ne è uscito cadavere -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto riferito in premessa e se i fatti riportati corrispondano a verità;
che tipo di traumi presentasse Stefano Cucchi il giorno successivo all'arresto e al momento del decesso e come se li sia procurati;
se l'uomo abbia subito violenze all'interno della caserma o del carcere;
per quali ragioni sia stato disposto il ricovero all'ospedale Pertini;
perché i familiari non abbiano avuto l'autorizzazione a vederlo prima del giorno 23 ottobre 2009;
quali siano le cause effettive del decesso;
se ci siano nessi causali tra i traumi riscontrati dalla famiglia sul corpo del detenuto e le cause dei decesso;
per quale ragione i consulenti di parte non abbiano potuto scattare fotografie al volto dell'uomo successivamente alla morte;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per far luce sulla vicenda e dare delle risposte alla famiglia di Stefano Cucchi;
se i Ministri interrogati, negli ambiti di rispettiva competenza, non ritengano opportuno e doveroso avviare un'indagine amministrativa interna al fine di accertare le circostanze in cui è avvenuto il decesso del signor Cucchi e, se del caso, prendere provvedimenti nei confronti dei responsabili;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno nonché urgente - come più volte sollecitato dell'interrogante - avviare un'indagine conoscitiva sui decessi in carcere.(5-02017)