EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
la rete diplomatico-consolare rappresenta il punto di contatto tra i cittadini italiani all'estero e lo Stato italiano, per quanto attiene sia alla rappresentanza che ai servizi e alla tutela internazionale;
tale rete è stata più volte sottoposta a riduzioni dei capitoli di bilancio relativi al suo funzionamento, sia nelle ultime finanziarie che nelle manovre aggiuntive e/o di assestamento di bilancio;
ogni ipotesi di riorganizzazione della rete consolare non deve tradursi in chiusura di consolati, o riduzione di personale, o meno diritti per il personale e le soluzioni debbono comunque essere individuate con il metodo della concertazione come chiede anche il SNDMAE, il sindacato cui è iscritta la stragrande maggioranza dei diplomatici italiani;
quest'ultimo, durante l'audizione dello scorso 21 luglio tenuta al Senato, ha ribadito con forza il congelamento della lista di chiusure previste di sedi diplomatiche e consolari avanzata dal Governo in carica;
è stata annunciata la chiusura di un'ulteriore sede diplomatica africana (Lusaka, capitale dello Zambia) mentre nel recente passato sono state già chiuse, sempre in Africa, le ambasciate di Namibia e Madagascar;
tutto ciò mentre c'è più bisogno di rilanciare il ruolo mondiale del nostro Paese; mentre cerchiamo di accreditarci per una nuova candidatura al Consiglio di sicurezza e al Consiglio dei diritti umani; mentre, proprio durante il recente vertice G8 tenutosi a L'Aquila, è stata ribadita una maggiore attenzione verso il continente africano;
la nostra rete non può essere ridimensionata senza tenere presente l'enorme danno che si produrrebbe in termini di promozione degli interessi economici, della cooperazione allo sviluppo e per la tutela dei diritti umani;
al contrario, avremmo bisogno di aprire nuove sedi diplomatiche, soprattutto in Africa come sta facendo la Spagna, non di chiuderle -:
anche alla luce dell'opportunità che l'Italia non sia l'unico Paese del G8 a non avere una rappresentanza diplomatica in un Paese strategico come lo Zambia, se il Governo intenda prevedere l'integrale ricollocazione delle risorse umane già impiegate nelle sedi all'estero e il congelamento della lista relativa alla prevista chiusura di ulteriori sedi diplomatiche al fine di evitare che la riorganizzazione della rete all'estero si traduca in minori servizi per le imprese e i cittadini italiani. (5-01976)