ZAZZERA. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
l'Arsenale militare marittimo di Taranto è una struttura tecnico-logistica che ha l'importante compito di garantire la disponibilità e l'efficienza delle unità navali;
l'Arsenale rientra nell'area tecnica-industriale della Difesa e fornisce assistenza alle forze armate, alla marina mercantile, alla protezione civile ed interviene in caso di calamità naturali;
sul sito internet della marina si legge inoltre che «Affinché l'Arsenale possa conservare il proprio ruolo ed adeguarlo allo strumento navale previsto negli anni 2000, caratterizzato da una maggiore disponibilità delle Unità Navali e da una maggiore prontezza operativa, è necessario, quindi, un processo di aggiornamento/ammodernamento che consenta l'adeguamento dei mezzi e delle strutture alle tecnologie dei moderni apparati esistenti a bordo, e preveda la disponibilità delle necessarie professionalità per il personale dipendente, nel rispetto della legislazione sempre più precisa e vincolante atta a garantire la totale sicurezza sul lavoro alle maestranze impiegate»;
dalla stampa emerge che l'Arsenale sia al centro di una maxi inchiesta avviata i primi giorni di novembre 2005 e partita quasi per caso dalla denuncia di un operaio per mancato versamento dei contributi previdenziali;
le indagini riguardano ipotesi di reato quali truffa, ricettazione, turbativa d'asta relativi ad appalti e commesse concessi dalla direzione dell'Arsenale della marina militare di Taranto a imprese private per milioni di euro l'anno;
le ditte impegnate nelle commesse non avrebbero avuto strumenti e materiali conformi ai requisiti richiesti né avrebbero rispettato le norme sulla sicurezza e l'igiene;
alcune imprese invece, pur avendo superato il controllo dell'ufficio qualità per le certificazioni cartacee, avrebbero sede legale in luoghi fatiscenti o dentro un bar, mentre altre ancora ne sarebbero addirittura prive;
la magistratura avrebbe indagato anche sull'occupazione abusiva di manufatti in zone demaniali e sull'alterazione arbitrale di manufatti demaniali dati in concessione. Da alcuni sopralluoghi sarebbero emersi fusti di amianto abbandonati e attività di sversamento di materiali utilizzati nelle lavorazioni direttamente nel mare;
dalle strutture miliari inoltre sarebbero stati fatti uscire materiali utilizzati poi da privati. Duemila chili di vernici ed altre sostanze sarebbero state rinvenute dentro una ditta a porta Napoli;
risulterebbero anche acquisizioni irregolari di certificazioni NATO da parte di imprese private accreditate presso l'Arsenale, le quali avrebbero così potuto aggiudicarsi le gare d'appalto in condizioni, di fatto, di monopolio. Addirittura imprese con sede in aperta campagna o con un solo dipendente avrebbero ottenuto la certificazione «Aqap 120» che consente l'accesso agli appalti NATO;
le imprese coinvolte nelle indagini risulterebbero inadempienti nei confronti della normativa sull'igiene e la sicurezza sul lavoro e avrebbero omesso retribuzioni e versamenti contribuivi;
dalla stampa emerge che diversi alti ufficiali e dirigenti civili siano stati messi sotto inchiesta per aver coperto responsabilità dei titolari di ditte dell'appalto dell'Arsenale, appropriatisi di materiali delle forze armate;
all'interrogante risulta che i vertici della Marina, avendo riscontrato gravi irregolarità amministrative da parte delle ditte, anziché sanare le inadempienze, abbiano eliminato il requisito del possesso delle certificazioni Aqap nelle gare per l'aggiudicazione di lavori sulle unità navali;
all'interrogante inoltre risulta che l'accordo di settore stipulato il 22 settembre 2009 e relativo agli appalti all'interno dell'Arsenale, non porti la firma del prefetto di Taranto, sebbene in un primo momento sia stato interessato alla vicenda;
inoltre sarebbero state pagate a caro prezzo ed utilizzate autogrù di imprese private anziché quelle militari, perfettamente funzionanti;
infine, si è registrato un sensibile calo di dipendenti statali nell'Arsenale: 2.780 nel 1999, 2.635 nel 2001, 2.328 nel 2003 e 2.067 nel 2005;
la stampa ha informato i cittadini sulla questione soltanto durante il periodo dello scoppio dell'inchiesta, ma da allora non è stato possibile acquisire elementi -:
se quanto riportato in premessa corrisponda al vero e in caso affermativo, se il Ministro non ritenga opportuno, per quanto di sua competenza, fornire all'opinione pubblica informazioni sulla corretta, efficiente e trasparente attività dell'Arsenale della marina militare di Taranto, struttura alla quale la nazione affida la sua sicurezza;
se siano state rispettate le disposizioni comunitarie e nazionali nell'accordo di settore stipulato il 22 settembre 2009 relativo agli appalti all'interno dell'Arsenale;
se il Ministro non ritenga opportuno adottare provvedimenti al fine di accertare le eventuali responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza di un'area militare come l'Arsenale di Taranto.
(5-01955)