QUARTIANI e LULLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
martedì 22 settembre 2009 il gruppo Akzo Nobel, attraverso i manager europei, ha comunicato ai rappresentanti sindacali dei lavoratori dell'azienda sita in Fombio, provincia di Lodi, la decisione di chiudere lo stabilimento che dà occupazione a circa 200 lavoratori;
la decisione sarebbe stata motivata da una riduzione dei volumi produttivi, quando in realtà risulta agli interroganti che l'Azienda in questione avesse già da tempo provveduto a cedere e spostare diverse produzioni;
la decisione di chiusura è stata confermata in un incontro tenutosi il 22 settembre 2009 tra i rappresentanti del gruppo Multinazionale Akzo Nobel e i rappresentanti sindacali dopo che era stato casualmente rinvenuto un documento attraverso la rete intranet aziendale attestante la volontà dell'azienda di sospendere l'attività produttiva svolta nel territorio lodigiano;
l'azienda di Fombio Akzo Nobel Coatings S.p.a., che opera in diversi settori, tra i quali quello elettrodomestico, dell'automobile e del legno preverniciato, sosterrebbe che i clienti della medesima si starebbero spostando in altre regioni a Est e fuori dell'Europa occidentale, nonché per ragioni tecnologiche sarebbe richiesto il 70 per cento in meno delle capacità produttive oggi collocate a Fombio;
ferma restando la dichiarata volontà dell'azienda sopraddetta di ricercare un accordo con i rappresentanti sindacali, la annunciata chiusura dello stabilimento di Fombio priverebbe il territorio di un valido attore industriale, nonché di un innegabile motore della capacità produttiva dell'area interessata del Sud Lombardia, così compromettendo un gran numero di posti di lavoro e rinunciando a valorizzare capacità lavorative, professionalità e know how accumulati nel tempo e riconosciuti come all'avanguardia nei settori nei quali opera l'azienda sopra menzionata;
a giudizio degli interroganti la chiusura di un'azienda di queste dimensioni pone problemi occupazionali ai dipendenti oltre che all'indotto, nonché rilevanti problemi sul piano sociale non risolvibili stabilmente se non intervengono risposte chiare agli interrogativi gravi sul futuro industriale di un territorio che ha contribuito e contribuisce tutt'oggi alla valorizzazione delle potenzialità produttive del Paese in una fase di crisi economica che si riverbera sul settore industriale e manifatturiero, con ciò aggravando il più generale stato di difficoltà dell'industria italiana e delle attività industriali facenti capo a gruppi multinazionali operanti nel territorio italiano;
indipendentemente dai primi effetti della trattativa in corso tra i rappresentati del gruppo multinazionale ed i rappresentanti sindacali, tra i quali spicca la disponibilità a prolungare di nove mesi le attività dell'azienda di Fombio, si pone una questione di carattere non solo locale afferente al futuro di numerose aziende e stabilimenti del settore chimico, in particolare di tutti quelli gestiti e controllati dal gruppo multinazionale oggetto dell'interrogazione, tra i quali, oltre allo stabilimento di Fombio, si ricordano quelli di Pademo, Trezzano, Como e Novara, dei quali non è dato conoscere un piano integrato di utilizzo e sviluppo -:
se il Governo sia al corrente della situazione descritta in premessa e non intenda intervenire, anche attraverso i necessari strumenti istituzionali a disposizione, al fine di convocare le parti e dare soluzione condivisa alla grave crisi produttiva e occupazionale della Akzo Nobel apertasi nel territorio italiano.(5-01924)