FLUVI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
da diverso tempo si susseguono periodicamente, su organi di stampa di rilievo nazionale e di diverso orientamento (dal Secolo XIX al Corriere della Sera a La Repubblica), notizie sul settore del gioco cosiddetto «automatico» (svolto con slot machine), in relazione all'indagine e al procedimento in corso presso la Corte dei Conti su presunti inadempimenti dei concessionari e ad altri aspetti dell'organizzazione del settore;
tali articoli forniscono tuttavia un quadro spesso impreciso in ordine agli accertamenti di natura tributaria svolti nel settore ed alle sanzioni applicate;
tra le fonti citate dei medesimi articoli risulta la relazione stilata nel 2007 dalla commissione d'indagine amministrativa sul settore presieduta dall'allora Sottosegretario Grandi;
tale relazione fornisce dati molto preoccupanti in ordine alla quantificazione del volume d'affari (raccolta di gioco) relativo al settore delle slot machine: sulla base di stime della Guardia di Finanza, questo volume d'affari ammontava infatti, nel 2006, a 43,5 miliardi di euro, a fronte di un fatturato dichiarato (secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato) di 15,4 miliardi, a cui corrispondeva un ammontare di prelievo erariale unico (PREU) pari a circa 2 miliardi di PREU;
tali dati consentono di ipotizzare un imponibile «evaso» pari a circa 28 miliardi di euro per il solo 2006, mentre i dati relativi al 2008 indicano un volume d'affari nel settore di circa 20 miliardi, sempre ben al di sotto dell'imponibile effettivo segnalato dalla Guardia di Finanza;
sempre in riferimento agli aspetti tributari, la stessa relazione indicava, che, mentre in base ai dati ufficiali dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, nel 2006 risultavano presenti sul mercato circa 200.000 macchine collegate alla rete, in base all'indagine svolta dalla stessa commissione, suffragata sia da elementi documentali sia dalle audizioni dei rappresentanti di tutti gli operatori coinvolti nel settore, risultava in funzione un numero di apparecchi di gioco pari a circa il doppio di quelli collegati in rete;
da quest'ultimo dato si evince che circa il 50 per cento delle macchine presenti sul mercato, funzionanti ma non «collegate», risultavano, nel 2006, «in evasione d'imposta»;
i citati articoli di stampa forniscono una pessima immagine del settore e della sua gestione, senza che alcun organo di Governo preposto a tale settore sia mai intervenuto a chiarire le affermazioni, talvolta confuse, contenute nei suddetti articoli, né a fornire elementi di garanzia e trasparenza in ordine ai problemi di natura tributaria segnalati nella predetta relazione, che avrebbero invece dovuto essere oggetto di attenzione in sede politico-amministrativa;
al contrario, l'attuale Governo si è finora limitato a dibattere in ordine al possibile aumento del prelievo erariale unico, senza affrontare le questioni relative all'affidabilità del sistema di calcolo dell'imponibile, basato sul collegamento in rete degli apparecchi da gioco, ed all'effettivo versamento dell'imposta dovuta;
a testimonianza della gravità del problema, si è ritenuto di disporre per legge la sostituzione del parco macchine oggi sul mercato con le cosiddette videolottery, presumibilmente in ragione della scarsa affidabilità dell'attuale sistema di collegamento alla rete e del connesso meccanismo di riscossione del PREU -:
quali misure abbia adottato o intenda adottare in ordine alla presunta, imponente evasione d'imponibile nel settore delle slot machine, eventualmente valutando le ipotesi, prospettate nella richiamata relazione della commissione ministeriale, di ridurre l'aliquota del PREU, di introdurre il divieto per i gestori di assumere la veste di concessionari, nonché di utilizzare la SOGEI per effettuare controlli sui dati di gioco, l'imposta conseguentemente dovuta e quella effettivamente dichiarata e versata, e se, considerata la dimensione del problema, non ritenga opportuna una correzione della struttura organizzativa dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, che preveda, a tutela della stessa amministrazione, l'istituzione di una struttura di audit centrale analoga a quella presente in tutte le Agenzie fiscali.(5-01603)