ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
le emissioni di CO
2 ascrivibili alla tipologia di veicoli elettrici a batteria (emissioni degli impianti di generazione elettrica, con l'attuale mix nazionale di fonti energetiche utilizzate) è valutabile in circa 70 g/km, largamente inferiore a quello delle migliori tipologie con motorizzazione endotermica, cosa che giustificherebbe una maggior selettività a favore delle tipologie elettriche;
il settore della produzione di veicoli elettrici a batteria in Italia è uno dei più attivi dell'ambito europeo, con la presenza di numerose industrie di piccola/media dimensione che nel corso degli anni, per competenze e qualità dei prodotti, si sono imposte anche sul mercato internazionale aggiudicandosi gare in competizione con operatori esteri, e che in Italia hanno gradatamente costituito un circolante che, per quanto limitato in rapporto al totale nazionale, è tra i più ampi al mondo;
nonostante le potenzialità, ambientali ed economiche, insite in questo settore, esso non risulta essere adeguatamente sostenuto o incentivato in particolare per quanto riguarda i motocicli elettrici;
infatti, il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5 (Gazzetta Ufficiale n. 34 dell'11 febbraio 2009) che destinava fondi per la rottamazione e l'acquisto di nuovi veicoli, ha trascurato totalmente scooter e moto elettriche;
il decreto direttoriale relativo ai listini, aggiornati al 30 aprile 2009, presentati dall'ANCMA e dal CEI CIVES, in base all'accordo di Programma, sottoscritto in data 23 dicembre 2008, tra il Ministero, Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e CEI CIVES (Comitato elettrotecnico italiano - Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali), per l'incentivazione alla diffusione di ciclomotori, motocicli, biciclette a pedalata assistita, veicoli assimilati a basso impatto ambientale e quadricicli elettrici, pubblicato on-line in data 5 maggio 2008, ha esteso alle normali biciclette la possibilità di accedere ai contributi escludendo nel contempo i quadricicli elettrici pesanti;
l'incentivo, che in precedenza era vincolato solo all'acquisto di biciclette a pedalata assistita, è pari al 30 per cento della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 700 euro, ed è senza obbligo di rottamazione;
il fondo messo a disposizione dal Ministero è di 8.750.000 euro da erogare nel corso del 2009 e non prevede una quota minima per gli scooter elettrici e le biciclette a pedalata assistita come era necessario fare per garantire un minimo di vendite anche di questi prodotti;
sarebbero state vendute con incentivo oltre 30mila biciclette (in maggior parte bici sportive o mountain bike di lusso) e poco meno di cento motorini (per cui resta l'ostacolo della rottamazione del vecchio veicolo) -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione su esposta e se sia vero quanto riferito;
perché non sia stata prevista una quota minima del fondo da destinare all'acquisto di scooter elettrici e biciclette a pedalata assistita;
se non ritenga pertanto che le misure contenute nel decreto direttoriale siano volte a sostenere più l'attività commerciale dei rivenditori di biciclette che a favorire la «mobilità sostenibile» attraverso una politica di incentivazione alla mobilità elettrica e alla rottamazione;
se e quali misure intenda adottare per sostenere il settore della mobilità elettrica, ed in particolare degli scooter elettrici e delle biciclette pedalata assistita, in considerazione anche del fatto che la Direttiva del Consiglio dei Ministri europei approvata lo scorso mese di aprile ha lo scopo, a partire dal settore pubblico, di stimolare la crescita di un mercato di veicoli efficienti per un rapido sviluppo dell'industria di settore.(5-01481)