ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01390

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 172 del 06/05/2009
Firmatari
Primo firmatario: SCHIRRU AMALIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/05/2009


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/05/2009
Stato iter:
21/10/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2009
Resoconto ROMANI PAOLO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 21/10/2009
Resoconto SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/05/2009

DISCUSSIONE IL 21/10/2009

SVOLTO IL 21/10/2009

CONCLUSO IL 21/10/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-01390
presentata da
AMALIA SCHIRRU
mercoledì 6 maggio 2009, seduta n.172

SCHIRRU. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

Poste Italiane Spa si trova all'interno del lungo processo di riorganizzazione seguito alle privatizzazioni di metà anni Novanta. Una privatizzazione che però ha spesso trascurato il valore pubblico del servizio postale, preferendo logiche di profitto e di diversificazione dell'offerta, che lentamente hanno trasformato gli uffici in punti vendita commerciali, che propongono dai prodotti finanziari, ai libri, ai cd, fino alle schede di telefonia;

i cittadini sardi lamentano preoccupanti disservizi per quanto riguarda le funzioni basilari alle quali Poste Italiane è storicamente chiamata ad adempiere e cioè, l'attività di sportello ed il recapito domestico della corrispondenza;

come si apprende dal quotidiano L'Unione Sarda, nella provincia del Sulcis Iglesiente, stanchi di trovare le cassette delle lettere vuote, un centinaio di abitanti ha sottoscritto una petizione popolare che poi ha inviato al direttore dell'Ufficio postale di piazza Rinascita a Carbonia, segnalando: «Spettabili Poste Italiane, i cittadini residenti nei palazzi della zona di via Sanzio chiedono che il servizio di recapito della posta, sospeso da settimane, riprenda nel più breve tempo possibile;

appunto, per quanto riguarda il servizio di corrispondenza arrivano numerose segnalazioni di cittadini che ricevono anche comunicazioni importanti, quali avvisi di pagamento convocazioni ad appuntamenti o assemblee, con troppo ritardo, tanto da dover pagare poi la mora o non poter partecipare all'evento. La realtà, è che non esiste più la vecchia figura del postino che instaura un rapporto personale con i clienti, poiché l'azienda manda sul territorio lavoratori precari, che quindi fanno pesare la propria scarsa conoscenza delle vie dei paesi sulla qualità del servizio. Su tutto questo gravano poi le pesanti carenze di personale, l'applicazione della flessibilità operativa e inevitabilmente la difficoltà di fruire delle ferie, che porta alla richiesta costante di straordinario e a carichi di lavoro troppo elevati. Situazioni più volte denunciate dai rappresentanti sindacali;

da tempo si registrano in numerosi uffici rilevanti carenze d'organico, anche in centri di una certa rilevanza, ponendo grossi limiti all'utenza e costringendo spesso a code per poter accedere ai servizi. Ultimo esempio, un atto gravissimo sul fronte delle tutele delle madri lavoratrici e dei diritti dei bambini, che si è verificato in Ogliastra ai danni di una dipendente di Poste italiane, neo mamma in allattamento. La donna ha ricevuto dall'azienda la seguente comunicazione: «per consentire la lavorazione di tutta la corrispondenza, la S.V. è autorizzata, fino a nuovo ordine, a completare lo smistamento della corrispondenza nel proprio domicilio. Il trasporto della corrispondenza da smistare dovrà avvenire con cassetta postale gialla chiusa con il relativo coperchio.». La lavoratrice, per concessione dell'azienda è stata autorizzata a lavorare anche a casa durante l'allattamento, per un periodo che va dal terzo mese dopo il parto e dura nove mesi nel quale la neo mamma dovrebbe lavorare quattro ore al giorno. In questo caso, un tempo non sufficiente per sbrigare le sue incombenze. Servirebbero due ore in più. Il problema sarebbe risolto se la neomamma potesse appunto portare il lavoro a casa. Un tentativo di limitare tutele al diritto delle lavoratrici neo mamme, che in questa maniera sarebbero costrette a togliere tempo al proprio figlio;

deve essere garantita la certezza della consegna delle bollette e fatture energetiche o addirittura le pensioni, occorre inoltre garantire i diritti dei lavoratori al fine di non far ricadere le carenze organizzative delle Poste Italiane sui consumatori o sui dipendenti -:

se il Ministro sia a conoscenza dei fatti evidenziati e se non intenda adottare opportune iniziative, e quali, per contrastare il fenomeno dei disservizi postali imputati a Poste Italiane SpA;

se intenda intervenire per far garantire un servizio migliore per i cittadini nelle due funzioni essenziali coperte da Poste Italiane come le attività di sportello ed il recapito della corrispondenza, al fine di tutelare gli utenti e gli stessi lavoratori.(5-01390)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

abitazione

consumatore

diritto del lavoro

prestazione di servizi

privatizzazione

punto di vendita

Sardegna

servizio postale

telefono