CENNI, OLIVERIO, MARCO CARRA, BRANDOLINI e SERVODIO. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
controlli accurati e costanti in materia di sicurezza alimentare rappresentano uno strumento indispensabile, non soltanto per tutelare i cittadini ed i consumatori, ma per garantire trasparenza, qualità ed affidabilità all'intero settore: uno dei vanti del made in Italy e comparto trainante dell'economia nazionale;
il decreto legislativo numero 194 del 2008 introduce la «Disciplina delle modalità di rifinanziamento dei controlli sanitari ufficiali in attuazione del regolamento (CE) n. 882/2004»;
lo Stato italiano con il decreto sopracitato recepisce, unico fino ad ora fra i paesi europei, le indicazioni del Regolamento (CE) n. 882/2004 dei Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 «relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali»;
il Regolamento (CE) n. 882/2004 sancisce nella premessa che «per organizzare i controlli ufficiali dovrebbero essere disponibili adeguate risorse finanziarie. Le autorità competenti degli Stati membri dovrebbero pertanto essere in grado di riscuotere tasse o diritti per coprire i costi sostenuti per i controlli ufficiali. In questo contesto, le autorità competenti degli Stati membri avranno la facoltà di stabilire le tasse e i diritti come importi forfettari basati sui costi sostenuti e tenendo conto della situazione specifica degli stabilimenti. Se si impongono tasse agli operatori, dovrebbero essere applicati principi comuni. È quindi opportuno stabilire i criteri per la fissazione dei livelli delle tasse di ispezione»;
il Regolamento (CE) n. 882 del 2004, sancendo (all'articolo 26) che gli Stati membri debbano garantire «che per predisporre il personale e le altre risorse necessarie per i controlli ufficiali siano resi disponibili adeguati finanziamenti con ogni mezzo ritenuto appropriato, anche mediante imposizione fiscale generale o stabilendo diritti o tasse, al fine di evitare aggravi fiscali eccessivi per categorie produttive che al contrario necessitano di salvaguardie e di misure di favore, prevede che nel fissare le tasse (articolo 27) gli stessi Stati membri debbano tenere conto degli specifici seguenti elementi:
a) il tipo di azienda del settore interessata e i relativi fattori di rischio;
b) gli interessi delle aziende del settore a bassa capacità produttiva;
c) i metodi tradizionali impiegati per la produzione, il trattamento e la distribuzione di alimenti;
d) le esigenze delle aziende del settore situate in regioni soggette a particolari difficoltà di ordine geografico;
il decreto legislativo numero 194 del 2008 individua quindi tariffe uniformi, su tutto il territorio nazionale, al fine di evitare eventuali problemi di disomogeneità nell'applicazione delle stesse a livello territoriale. Nello specifico vengono stabilite la tipologia e gli importi delle tariffe da porre a carico;
tale decreto impone conseguentemente, da parte degli operatori dei settori interessati, il pagamento di una tariffa forfettaria annua alle aziende sanitarie locali per finanziare l'esecuzione dei controlli per il rispetto della normativa sulla salute e sul benessere degli animali, in materia di mangimi ed alimenti;
nel nostro Paese, oltre alle industrie agroalimentari che operano nei settori economici per i quali si effettuano i controlli ufficiali richiesti dalle norme sopraindicate, sono però presenti numerosissime aziende agricole che esercitano attività analoghe e per le quali la normativa vigente impone la stessa tipologia di accertamenti (ad esempio piccoli allevamenti di bestiame, aziende di produzione di miele, di prodotti gastronomici, di marmellate, le cantine con la vendita diretta di olio, le fattorie con la vendita diretta di latte crudo);
tali imprese agricole, spesso di piccole dimensioni e comunque dalle caratteristiche economiche, produttive ed occupazionali limitate, stanno già affrontando con enormi difficoltà le ripercussioni della crisi finanziaria e della recessione in atto;
il decreto in esame, non operando alcuna diversificazione fra processi di produzione, tipologia di aziende, dislocazione delle piccole imprese e differenti gradi di rischio (così come precisato invece nel regolamento comunitario di riferimento), stabilisce un aggravio tariffario che mette sullo stesso piano sia la piccola azienda agricola che la grande industria di trasformazione senza prevedere tariffe parametrate rispetto alla specificità degli stabilimenti produttivi;
in data 27 febbraio 2009 Enrico Rossi, assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni ha inviato una lettera a Guido Sacconi, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali segnalando che il Governo, nella formulazione del decreto di recepimento del Regolamento (CE) n. 882/2004, aveva respinto i contenuti dell'atto n. 197/CSR (approvato dalla Stessa Conferenza Stato Regioni il 13 novembre 2008) «inerente uno schema di decreto legislativo relativo alla disciplina delle modalità di finanziamento dei controlli ufficiali in materia di sicurezza, ai sensi del Regolamento comunitario n. 882/2004»;
secondo la lettera sopracitata «il Governo non ha quindi recepito, nella definizione del decreto legislativo numero 194 del 2008, le indicazioni pervenute dalla Conferenza Stato Regioni che proponeva, tra l'altro, un sistema di finanziamento dei controlli ufficiali ripartito tra la fiscalità generale ed il contributo da parte di alcuni operatori economici maggiormente interessati a particolari servizi», mentre il decreto attuale «instaura un sistema di finanziamento a totale carico di detti operatori del settore degli alimenti e dei mangimi»;
la lettera sopracitata, sottolineando anche «le condizioni di svantaggio in cui i produttori italiani vengono a trovarsi nei confronti di quelli europei che esporrebbe al rischio di aumentare le importazioni con cessazione delle attività locali», rimarca inoltre le difficoltà per una immediata applicazione del decreto legislativo numero 194 del 2008 a causa della mancanza di «un periodo congruo di adeguamento» delle norme vigenti e per la «difficile interpretazione di alcuni articoli del provvedimento»;
secondo alcune prime stime, effettuate dalle associazioni di categoria, gli effetti del provvedimento si ripercuoteranno con assoluta gravità soprattutto nei confronti delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni presenti uniformemente sul panorama nazionale comportando una ulteriore spesa media annua di circa 400 euro. Un compenso versato inoltre dagli imprenditori del settore alle autorità competenti a prescindere «dalla effettiva possibilità di procedere al controllo sulla totalità delle imprese, visto il considerevole numero delle stesse»;
le associazioni di categoria hanno denunciato che tale aggravio tariffario potrà danneggiare, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni, il corretto esercizio della gestione aziendale e comprometterne la competitività;
secondo alcune stime redatte dalla Conferenza Stato Regioni con il nuovo tariffario, ad esempio, i mattatoi locali a capacità limitata passeranno da un contributo di 3.000-6.000 ad una tassa di 20.000-26.000 euro l'anno mentre i caseifici da 100-300 a 1.000-2.000 euro all'anno -:
se sia a conoscenza degli aumenti esponenziali delle tariffe per i controlli alimentari disposti a carico dei soggetti interessati introdotti dal decreto legislativo numero 194 del 2008;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere affinché sia sospesa l'applicazione delle tariffe stabilite dal decreto legislativo numero 194 del 2008, per procedere ad una rimodulazione dei parametri tariffari così come segnalato dalla Conferenza Stato Regioni, seguendo le linee guida originarie espresse dal Regolamento (CE) n. 882/2004 e coinvolgendo direttamente i produttori e gli operatori del settore. (5-01296)