GHIZZONI e DE PASQUALE. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
dagli schemi di regolamento sui nuovi curricula dei licei e degli istituti tecnici, approvati il 18 dicembre dal Consiglio dei Ministri, emerge la completa e totale sparizione del diritto e dell'economia dai licei e un loro forte ridimensionamento negli istituti tecnici;
la relazione illustrativa allo schema di regolamento sui licei prevede che «La cultura liceale, obiettivo comune a tutti i percorsi, fornisce gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita dei temi legati alla persona ed alla società nella realtà contemporanea, affinché lo studente si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alla realtà.» In questo senso, lo studio del diritto e dell'economia appare fondamentale e la decisone di rendere queste materie opzionali risulta essere in contrasto con gli obiettivi della formazione liceale sopra enunciati;
la scelta di limitare fortemente la presenza del diritto e dell'economia dai curricula degli istituti tecnici, prevista anche nella precedente proposta di riforma Moratti, era già stata a suo tempo fortemente criticata dalle più importanti associazioni di categoria del mondo produttivo. Infatti, nel documento comune del 1
o agosto 2005, 16 organizzazioni di rappresentanza delle imprese (Abi, Agci, Ania, Casartigiani, Cia, Coldiretti, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confetra, Confindustria, Confservizi e Legacoop) precisavano che tra gli obiettivi del secondo ciclo si doveva garantire «oltre ai saperi dei diversi indirizzi, le conoscenze giuridiche e la conoscenza dell'assetto istituzionale-economico-giuridico dei sistemi occidentali»;
già nei primi anni novanta, il progetto Brocca, per coprire una lacuna della formazione di base del cittadino, introduceva il diritto e l'economia come materie obbligatorie in tutti gli indirizzi;
molti dei concorsi pubblici e delle selezioni private richiedono conoscenze di diritto e di economia anche nei casi in cui non siano diretti all'assunzione di personale specializzato nel settore economico-giuridico;
nelle scuole dei diversi Paesi dell'Unione europea il diritto e l'economia sono materie che figurano come fondamentali in tutti i piani di studio scolastici;
il Presidente della Corte costituzionale Flick e il Presidente della Repubblica Napolitano hanno lamentato e denunciato la profonda ignoranza dei giovani italiani in campo giuridico ed economico rispetto ai coetanei degli altri paesi europei;
nella Conferenza UNESCO 2003 i Ministri dell'educazione si sono impegnati a fare in modo che le scuole diventino luoghi privilegiati di studio ed esercizio dei diritti umani -:
se il Ministro interrogato non convenga sulla necessità di introdurre il diritto e l'economia come discipline obbligatorie nelle scuole secondarie di I e II grado al fine di garantire un'offerta formativa e culturale all'altezza delle competenze richieste anche a livello europeo e altresì necessarie per un adeguato ingresso nel mondo del lavoro.
(5-01083)