DE PASQUALE. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
dal mondo universitario arrivano molte preoccupazioni legate alla modifica apportata con l'approvazione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, alla legge n. 230 del 2005, conosciuta come la legge sul rientro dei cervelli e le chiamate dirette per chiara fama;
la preoccupazione è determinata dal fatto che si possono presentare situazioni, fatti salvi i rari casi di chiara fama, di persone che avendo svolto lavori intellettuali all'estero, che non hanno mai vinto un concorso né all'estero, né in Italia, ma che hanno usufruito della legge 230 del 2005 ed hanno svolto docenza per tre anni in Italia, come un qualsiasi contrattista, possano diventare professori strutturati d'un colpo;
anche il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) in diverse sue note recenti ha segnalato, a proposito delle chiamate dirette, questa contraddizione, che è presente anche al suo interno, nella valutazione dei casi di persone che hanno usufruito della legge 230 del 2005 e che quindi sono state reclutate con chiamata diretta;
si possono verificare disparità di trattamento tra i docenti a contratto con curricula di valore (dottorato, ricerca e didattica) ma che non hanno usufruito della legge 230 in passato e gli altri che, invece, ne hanno usufruito, e la cui posizione viene «sanata» con la chiamata diretta dopo tre anni di lavoro in Italia in cui hanno svolto docenza e fatto ricerca, proprio come i loro colleghi docenti a contratto, senza una certificazione data da una valutazione comparativa -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di esplicitare i criteri che determinano la chiamata diretta e vincolare le assunzioni stesse ad un contingente limitato tanto nel numero delle stesse, quanto nell'investimento economico destinato a tali assunzioni.
(5-01050)