GIULIETTI e ZAZZERA. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
sono una trentina le manifestazioni di interesse per l'acquisto dello storico Palazzo Labia che la Rai ha messo in vendita. Fra i soggetti interessati diverse fondazioni - fra cui anche alcune istituzioni americane - e case di moda. In questi giorni Reag - che svolge il ruolo di advisor nell'operazione - ha presentato il progetto a Londra, illustrando anche agli investitori esteri le caratteristiche dell'immobile che ha una valutazione di massima di 55-60 milioni;
come si ricorderà l'azienda televisiva ha dato mandato a un advisor immobiliare per curare l'operazione e il bando è stato pubblicato anche sulla stampa internazionale. Il prestigioso palazzo settecentesco - situato in Campo San Geremia;
l'edificio è tutelato dai Beni Culturali, si sviluppa su 7.500 metri quadri: un vero e proprio gioiello con splendide opere d'arte tra cui gli affreschi di Giambattista Tiepolo al piano terra - di cui si è appena avviato il delicato intervento di restauro - numerosi dipinti, arazzi, sculture e arredi d'epoca;
la presentazione di offerte non vincolanti si è conclusa il 7 maggio 2008 a cui ha fatto seguito una scrematura dei potenziali acquirenti;
la Rai vorrebbe liberarsi di Palazzo Labia, sia per motivi finanziari, sia per attuare quel trasferimento a Marghera, nell'area adiacente del Parco Vega, dove potrebbe nascere un polo produttivo legato all'audiovisivo a cui guarda con interesse anche il Comune;
Palazzo Labia è una fastosa dimora barocca settecentesca costruita tra la fine dei XVII e l'inizio dei XVIII secolo, su progetto dell'illustre architetto del tempo Andrea Cominelli;
la famiglia Labia, composta da mercanti catalani giunti a Venezia verso la prima metà del Cinquecento, dopo aver contribuito con un'ingente somma alla Guerra di Candia, nel 1646 acquista il diritto di far parte della nobiltà veneziana e costruisce questo palazzo come sua prestigiosa dimora;
ingenti risorse nell'arredamento del Palazzo vengono subito spese dalla famiglia che, in occasione delle nozze di Paolo Antonio Labia, ingaggia i migliori artisti dell'epoca, tra i quali Giambattista Tiepolo. Suo il grande ciclo di affreschi nel Salone delle Feste, realizzato fra il 1745 e il 1750, dedicato alle storie di Antonio e Cleopatra;
il Salone delle Feste è stato sottoposto più volte a restauro, anche se la parte più a rischio di distacco degli affreschi è quella relativa al Banchetto tiepolesco, scompaginata sia a causa di vari restauri, sia per l'uso intensivo della Sala da ballo. Affiancato alla Chiesa di San Geremia, l'edificio, costruito in pietra d'istria, è situato vicina alla confluenza dei Canale di Cannaregio nel Canal Grande, verso i quali rivolge le due facciate più antiche; la terza guarda su Campo San Geremia;
le facciate sui canali, attribuite variamente ad Andrea Cominelli, ad Alessandro Tremignon ed al figlio Paolo, riprendono modelli del Longhena. Presentano un pianterreno dorico bugnato e piani superiori di ordine ionico e corinzio con finestre ornate da mascheroni e balconate continue. Sull'attico sono scolpite le aquile araldiche dei Labia, alternate ad oculi ovali;
la facciata sul campo, realizzata intorno al 1730, riprende, semplificandolo, lo stile delle altre due; non è certa l'attribuzione del disegno a Giorgio Massari, che sicuramente aprì all'interno il monumentale Salone da ballo -:
quali siano le misure che il Ministero abbia assunto a tutela di Palazzo Labia in vista della sua vendita;
se saranno ancora possibili le visite guidate al ciclo degli affreschi dei Tiepolo e delle altre opere sino ad oggi garantite dalla RAI.
(5-00914)