SALVINI. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante essersi concluso il 31 marzo 2008 il cosìddetto «Programma REI» (Re-impiego dei lavoratori immigrati), un'iniziativa promossa da Italia Lavoro cui la provincia di Bergamo ha aderito per promuovere l'inserimento lavorativo di immigrati disoccupati, il cui permesso di soggiorno fosse scaduto ovvero in scadenza;
REI è un progetto affidato ad Italia Lavoro dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e rientra nell'ambito delle attività promosse da P.A.R.I (Programma d'Azione per il Reimpiego), il programma dedicato all'inserimento e al reinserimento delle categorie sociali svantaggiate nel mercato del lavoro;
risulta sempre all'interrogante che il predetto Programma abbia favorito, per quanto concerne la Provincia di Bergamo, su 151 lavoratori presi in carico per percorsi orientativi di formazione, la ricollocazione di 110 immigrati e che tali inserimenti lavorativi siano stati favoriti in gran parte dalla possibilità per le aziende di usufruire di incentivi: 5.000 euro per assunzioni a tempo indeterminato e 1.500 euro in caso di assunzioni a tempo determinato per un periodo non inferiore ad un anno;
i settori produttivi ove per lo più gli interessati hanno trovato un'occupazione risultano essere l'edilizia (36 inserimenti lavorativi, di cui 31 con incentivo), il metalmeccanico (23) ed il tessile (11);
il progetto è stato attuato anche in altre 5 Province italiane: Caserta, Salerno, Padova, Vicenza e Brescia;
secondo i dati Eurostat l'Italia ha tassi di occupazione, per quanto concerne gli over 50 e le donne, tra i più bassi d'Europa -:
se le notizie ed i dati riportati in premessa corrispondano al vero;
quale sia il numero totale dei cittadini stranieri reinseriti nel mondo del lavoro attraverso il predetto programma REI, suddiviso anche per provincia e tipologia di collocazione;
a quanto ammonti il costo totale del progetto e quante risorse, in termini di spesa effettuata ed incentivi erogati, sono state investite nel medesimo;
se non convenga sull'opportunità di realizzare prioritariamente iniziative mirate di collocazione e ricollocazione lavorativa per le cosìddetto «fasce deboli» italiane, ovvero donne e lavoratori anziani a rischio di esclusione sociale (over 50), nonché giovani inoccupati o disoccupati di lungo periodo.(5-00633)