BOBBA e MADIA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
- Per sapere - premesso che:
la rete di rilevazione dell'Istat sulle forze lavoro (FOL) è composta da 317 rilevatori, che da 6 anni sono impiegati con contratti co.co.co. rinnovati di anno in anno;
il compito dei rilevatori è intervistare a scadenze fisse un campione statistico di italiani sui temi del lavoro ed i questionari compilati disegnano la mappa aggiornata del mercato del lavoro, i suoi mutamenti, i punti di crisi e quelli di sviluppo;
detti ricercatori vengono pagati, per ogni intervista consegnata, 38,50 euro lordi, 32 netti, nulla per le interviste e le ore di lavoro andate a vuoto, guadagnano in media tra i 600/00 e gli 800/00 euro mensili, con punte massime di 1000/00 euro, ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 5, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 e così modificato dall'articolo 3, comma 73 della legge 24 dicembre 2007, n. 244;
da tre anni la rete di rilevazione, compreso il 2008, deve la propria esistenza ad un rinnovo che ad ogni legge finanziaria permette forzosamente una proroga della sua attività;
l'Istat vuole esternalizzarla, vendendo le competenze e il lavoro degli ultimi anni al miglior offerente, aumentandone i costi;
alternativamente, l'amministrazione sta cercando di costituire una società privata a capitale pubblico, con l'intento di mantenere a co.co.co. i lavoratori della rete;
in entrambi i casi risulta evidente che i diritti dei lavoratori e la qualità della rilevazione ne farebbero le spese;
il 18 settembre scorso, per la prima volta, non sono stati resi noti i dati su occupazione e disoccupazione, a causa della mobilitazione dei lavoratori, in assemblea da circa un mese, e al posto del comunicato stampa ufficiale, si è svolta una conferenza stampa sull'argomento;
l'Amministrazione non solo non sembra interessata a ricercare una soluzione credibile e definitiva alla costante minaccia di chiusura della rilevazione che ogni anno si ripresenta, ma non è disposta neanche a concedere condizioni minimamente dignitose ai lavoratori precari della rete;
in sei anni di attività, nessun tipo di aumento salariale è stato corrisposto ai rilevatori, i quali, per il rinnovo contrattuale del 2008, avevano avuto rassicurazione di ottenere un adeguamento dei compensi almeno corrispondente all'inflazione, salvo il nuovo contratto che contempla un irrisorio aumento di 1,5 euro lordi a intervista;
anno dopo anno diminuiscono di fatto i salari, aumentano i vincoli e gli obblighi contrattuali e diventa sempre più improbabile la prospettiva reale di stabilizzazione dei lavoratori, al fine di scongiurare la condizione di precarietà estrema;
appare inverosimile come l'Istat possa pensare di garantire gli adeguati standard di qualità mantenendo queste condizioni di lavoro, con meno garanzie sulla qualità scientifica delle ricerche e meno controlli;
il sindacato Flc Cgil ritiene grave e improduttiva la modalità con cui l'amministrazione Istat si ostina a gestire le problematiche delle rete Fol e all'inizio del 2008 chiedeva che questo fosse l'anno in cui la questione trovi definitiva soluzione;
gli, addetti dei rilevatori Istat si definiscono ormai «i precari dei precari» -:
se i Ministri interrogati non intendano intervenire al fine di inserire a pieno titolo la rete FOL nella struttura dell'Istat e di trasformare i rilevatori in lavoratori subordinati, in quanto la loro attività non ha nulla a che fare con la collaborazione occasionale, in linea con la maggior parte dei Paesi europei e coerentemente con il carattere permanente della funzione di rilevazione;
se gli stessi Ministri non credano che una soluzione diversa comporterebbe un rischio per la qualità scientifica delle ricerche effettuate, e un inutile aggravio del costo complessivo dell'indagine che andrebbe a pesare, ovviamente, sulle spalle di tutti i contribuenti.(5-00497)