GUIDO DUSSIN, LANZARIN e TOGNI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
numerosi progetti di investimento che interessano Siti di Interesse Nazionale sono bloccati a causa delle prescrizioni impartite dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare relativamente alle procedure di bonifica dei siti medesimi;
spesso, nonostante siano presentati i progetti, le attività di bonifica non possono essere iniziate in quanto non sono state ancora emesse le relative autorizzazioni;
in alcuni casi sembra che venga chiesta la modifica di progetti di bonifica già approvati o già in parte realizzati;
la prescrizione indiscriminata di realizzare un barrieramento fisico o di rimuovere i sedimenti contaminati, è stata più volte ritenuta inutile da parte dell'autorità giudiziaria amministrativa, a fronte di barriere idrauliche già esistenti che raggiungono lo scopo del confinamento della contaminazione del sito con un più congruo rapporto tra il costo dell'intervento ed il beneficio ambientale conseguito;
la situazione si presenta alquanto critica per le imprese che da una parte vedono bloccati cospicui investimenti industriali, importantissimi per il rilancio industriale delle aree, e dall'altra vengono esposte a richieste di risarcimento del danno ambientale;
occorrono interventi urgenti indirizzati a: portare a termine gli interventi di bonifica, a costi sostenibili e con criteri procedurali certi; sbloccare i progetti di investimento, rilanciando le aree industriali; porre a carico delle aziende responsabili dell'inquinamento i costi della riparazione del danno ambientale, valorizzando gli interventi di riparazione posti in essere;
infatti, i problemi più rilevanti attengono alla gestione della contaminazione delle falde e delle aree esterne al sito industriale, in quanto occorre individuare il soggetto o i soggetti responsabili dell'inquinamento tenendo conto della storia del sito e delle responsabilità e coinvolgimento dei diversi operatori che negli anni hanno gestito il sito;
gli interventi da realizzare devono tenere conto del rapporto costo/beneficio, magari calcolando l'eventuale danno residuo ad intervento realizzato, alla luce del fatto che il costo medio di bonifica, in Italia è pari a 230 milioni di euro per sito, contro un costo medio dei siti paragonabili inclusi nel programma, Superfund americano pari a 42,8-75 milioni di euro per sito;
secondo studi recenti, l'approccio tabellare in vigore in Italia fino al 2006, e ancora oggi utilizzato con riferimento agli acquiferi, determina un aumento dei costi, rispetto all'approccio basato sull'analisi del rischio, adottato negli altri paesi europei e degli USA;
spesso i costi sono poco giustificabili nei casi di terreni che comunque sono destinati ad ospitare attività industriali, pertanto la riparazione dovrebbe avvenire in conformità alla destinazione d'uso del sito, optando per incentivare il redevelopment dei siti inquinati in luogo dell'utilizzo di terreni vergini;
nei casi di terreni contaminati da contaminazioni storiche, ove non sia possibile accertare le responsabilità dei diversi operatori che si sono succeduti nel sito, sarebbe opportuno creare meccanismi economico/finanziari che incentivino l'intervento di investitori pubblici o privati, creando la necessaria certezza di investimento;
nei casi di impossibilità di individuare il soggetto o i soggetti responsabili dell'inquinamento, ove sussista la necessità di intervenire nelle falde o nelle aree esterne al sito, occorre comunque, contemplare l'intervento pubblico, a garanzia dei cittadini e dell'ambiente;
al fine di poter risolvere le questioni sopra esposte, perlopiù ereditate ed aggravate dal precedente Governo, occorre una modifica urgente e sostanziale dell'articolo 252-bis, ancora prima della presentazione alle camere del disegno di legge di delega per la modifica del decreto legislativo n. 152 del 2006, che possa permettere l'attuazione degli interventi per portare a termine le bonifiche già iniziate e per procedere alla riconversione industriale nelle aree da bonificare, dichiarate Siti di Interesse Nazionale;
il Governo potrebbe altresì risolvere con provvedimenti amministrativi od ordinari specifiche questioni riguardanti alcuni ritardi amministrativi e copiose lungaggini procedurali che oggi riscontrano gli imprenditori interessati, i quali vedono bloccate le proprie iniziative di investimento industriale -:
se il Ministro abbia allo studio provvedimenti, anche di carattere normativo, per intervenire nella risoluzione dei problemi esposti in premessa e, in caso affermativo, se non ritenga opportuno intervenire nell'immediato con provvedimenti a carattere d'urgenza.(5-00478)