ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00401

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 58 del 01/10/2008
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 01/10/2008


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • POLITICHE EUROPEE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
POLITICHE EUROPEE 01/10/2008
POLITICHE EUROPEE 01/10/2008
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 22/10/2008
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/10/2008
Stato iter:
23/10/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/10/2008
Resoconto ROMANI PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 23/10/2008
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 01/10/2008

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 22/10/2008

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 23/10/2008

DISCUSSIONE IL 23/10/2008

SVOLTO IL 23/10/2008

CONCLUSO IL 23/10/2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00401
presentata da
GIANLUCA PINI
mercoledì 1 ottobre 2008, seduta n.058

PINI. -
Al Ministro per le politiche europee.
- Per sapere - premesso che:

l'attuale dibattito in merito all'importanza dello sviluppo di reti di nuova generazione è legato alla necessità di trovare strumenti per assicurare una remuneratività dei necessari investimenti;

la policy regolamentare attuata nei confronti degli operatori alternativi, che continuano ad investire in reti NGN, è stata volta a non riconoscere i costi sostenuti ed a disincentivare quindi tali investimenti, come ad esempio nel caso dei criteri per la determinazione dei prezzi di terminazione sulle reti degli operatori, cioè al prezzo che viene riconosciuto fra operatori per «terminare» la chiamata dei propri clienti su una rete di un altro operatore;

la normativa vigente prevede che vi sia un orientamento al costo di tale servizio, la ratio è quella di utilizzare tale strumento per contribuire al finanziamento delle nuove reti secondo un modello di mercato. In tal modo, i maggiori investimenti sostenuti da un operatore per lo sviluppo della propria rete possono essere riconosciuti attraverso un meccanismo tariffario basato, appunto, sulla «terminazione» delle chiamate. Un obiettivo equo e sostenibile, applicato con successo nel settore della telefonia mobile che, però, nella telefonia fissa non è stato adottato in modo efficace, dal momento che per gli operatori alternativi sono stati definiti modelli di prezzo di terminazione non legati ai costi sottostanti, annullando così, di fatto, l'opportunità di ricorrere alla remunerazione degli investimenti, attraverso le tariffe di terminazione, per sostenere finanziariamente lo sviluppo di reti di nuova generazione;

ad oggi, la terminazione mobile in Italia ha un valore di circa 4 miliardi di euro l'anno - garantendo agli operatori mobili circa 3 miliardi di euro l'anno di extra-profitti che vanno a pesare sui consumatori finali - rispetto ad un valore complessivo inferiore a 200 milioni di euro, per la terminazione su rete fissa degli operatori alternativi;

nonostante tale marcato squilibrio, l'Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) intende ribadire questo modello, proponendo alla Commissione europea la definizione di tariffe di terminazione fissa e mobile secondo principi difformi. Nel caso del mobile, a fronte di investimenti già ampiamente remunerati, l'Autorità ha fatto riferimento ad un paniere di prezzi applicati in alcuni paesi europei (con un valore obiettivo cha va da 5,9 a 7 centesimi di euro al minuto al 2011). Nel caso dei fissi, nonostante evidenze di ingenti investimenti in nuove infrastrutture in fibra ottica, l'Autorità ha imposto l'utilizzo di un modello teorico di costo (con valori fino a 8 volte inferiori a quelli del mobile) che, non considerando i costi effettivamente sostenuti, di fatto esclude la possibilità che gli operatori fissi possano avviare un nuovo ciclo di investimenti;

il livello di terminazione mobile definito dall'Agcom risulta più che doppio rispetto a quello calcolato dall'omologa Autorità francese del settore, Arcep, che ha valutato in 4 centesimi di euro al minuto i costi attuali dei maggiori operatori mobili (che hanno meno clienti di quelli italiani su cui ammortizzare i costi) con un valore obiettivo di 2,5 centesimi di euro al minuto al 2011;


la Commissione europea ritiene non giustificabile il persistere della disuguaglianza nei valori e nel trattamento regolamentare della terminazione mobile e fissa. Lo stesso Commissario Viviane Reding ha più volte criticato l'elevato livello di terminazione mobile nell'UE - che ha espressamente definito un indebito sussidio agli operatori mobili a svantaggio degli operatori fissi - e, recentemente, ha annunciato l'intenzione, tramite apposita iniziativa regolamentare, di superare le diversità esistenti tra le tariffe di terminazione dei paesi UE ed ottenere una netta riduzione delle tariffe per le comunicazioni mobili (voce e dati) al fine di produrre immediati benefici per i consumatori finali;

in Italia, gli effetti negativi su concorrenza e consumatori di tariffe di terminazione mobili non orientate ai costi sono stati evidenziati in una specifica istruttoria dell'Autorità Antitrust. L'impatto della terminazione mobile sui prezzi pagati è, infatti, significativo sui consumatori in quanto rappresenta circa il 20 per cento del fatturato complessivo del mercato mobile contro appena il 2 per cento del peso della terminazione fissa degli operatori alternativi sul valore totale del mercato dei servizi voce di rete fissa. Tale squilibrio, inoltre, favorisce pratiche anticoncorrenziali come il sussidio incrociato delle reti fisse alle reti mobili;

da ultimo anche i consumatori, tramite l'associazione «Altronconsumo», hanno denunciato l'eccessivo livello dei valori medi di terminazione in Italia, che risultano molto più alti di quelli dei principali Paesi europei come Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, evidenziando il rischio che «lo sviluppo di un mercato delle telecomunicazioni efficiente, moderno e concorrenziale rimarrà un miraggio»;


nonostante la netta posizione della Commissione europea e le palesi evidenze dell'Antitrust, che richiedono un intervento urgente, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presentando nei giorni scorsi la relazione annuale dell'attività dell'Agcom alla Camera, tuttavia ha ribadito che la riduzione delle tariffe di terminazione mobile resta «un obiettivo da perseguire dosatamente» -:

se il Ministro per le politiche comunitarie non ritenga opportuno che il Governo assuma ufficialmente una posizione nei confronti del Commissario per la Società dell'Informazione ed i Media per ribadire, da un lato, la priorità per l'Esecutivo dell'apertura dei mercati in condizioni di parità tra diversi soggetti economici, dall'altro piena condivisione in merito ai recenti orientamenti espressi della Commissione europea, al fine di assicurare un'effettiva parità di trattamento tra le varie categorie di operatori fissi e mobili e l'eliminazione degli effetti distorsivi sulla concorrenza e sul mercato derivanti dai recenti indirizzi dell'Autorità di settore;

se il Ministro per le politiche comunitarie, non ritenga che il modello di mercato applicato con successo nel settore mobile debba essere replicato nella telefonia fissa in modo che, anche qui, attraverso un premio di terminazione asimmetrico, possano determinarsi incentivi ad investire in più reti di nuova generazione ingenerando così meccanismi virtuosi di concorrenza.(5-00401)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

calcolo dei costi

Commissione CE

fissazione dei prezzi

infrastruttura economica

investimento

liberalizzazione del mercato

mercato interno

politica comunitaria

ribasso dei prezzi

riduzione tariffaria

societa' dell'informazione

sviluppo economico

tariffa delle comunicazioni