TOMMASO FOTI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
con delibera del consiglio comunale n. 5 del 17 marzo 2006, di Podenzano (Piacenza) veniva approvata la «dichiarazione di indirizzi circa la volontà di bandire un concorso di idee per la riqualificazione dell'area delle ex scuole medie nel centro urbano di Podenzano»;
le risultanze dei lavori della commissione giudicatrice del concorso di cui sopra, riportate nel verbale n. 4 del 30 novembre 2006, individuavano compiutamente i tre progetti premiati, oltre alla graduatoria definitiva;
successivamente, con determinazione Urb n. 362 del 18 maggio 2007, veniva affidato l'incarico professionale relativo al progetto della nuova piazza da realizzare all'interno della riqualificazione dell'area delle ex scuole medie;
con deliberazione n. 57 del 5 novembre 2007, il consiglio comunale di Podenzano approvava il Programma integrato d'intervento avviato dal Comune stesso per la riqualificazione urbanistica ed edilizia dell'area ex scuola media e la realizzazione della nuova piazza, ai sensi dell'ex articolo 21 della legge Regionale dell'Emilia-Romagna n. 47 del 1978;
con deliberazione n. 7 del 20 febbraio 2008, il consiglio comunale di Podenzano approvava il Programma Integrato d'Intervento avviato dal comune stessa con la predetta delibera n. 57 del 5 novembre 2007;
il programma di cui sopra prevedeva, tra l'altro, l'abbattimento del complesso che ospitava nel passato le scuole medie, incluso l'edificio, progettato dall'ingegnere Rodolfo Ozzola, costruito negli anni 1905-1906, una delle poche testimonianze del secolo passato tenuto conto dell'avvenuto abbattimento dell'ex cinema Italia;
non a caso la Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici dell'Emilia-Romagna, a seguito della richiesta d'abbattimento dell'edificio presentata dal Comune di Podenzano, con provvedimento del 18 giugno 1996, ritenne che l'edificio principale ed originario, destinato a scuola, dovesse considerarsi compreso negli elenchi previsti dall'articolo 4 della legge n. 1089 del 1939, e pertanto da considerare e salvaguardare, escludendo l'ipotesi di una sua demolizione. In particolare, in detto provvedimento, si leggeva testualmente «...la scuola costituisce un interessante esempio di edilizia scolastica dei primi anni del secolo che, nonostante le trasformazioni e le aggiunte, conserva la tipologia originaria dei fronti con cornici marcapiano e cornici di finestre»;
con nota del 4 febbraio 1999, l'Ufficio centrale beni Aaas del Ministero per i beni e le attività culturali, acquisito il parere ispettivo, esprimeva parere negativo circa l'esistenza dei requisiti di interesse storico ed architettonico ai sensi degli articoli 1-4 della legge n. 1089 del 1939;
in realtà sono state molte e il più delle volte inspiegabili, nel corso degli ultimi quindici anni, le decisioni degli Uffici centrali del ministero, in particolare del terzo Comitato di settore, con le quali sono state vanificate le decisioni assunte dai competenti organi regionali dello stesso riferite alla provincia di Piacenza;
nel caso di specie appare meritevole di riconsiderazione la predetta decisione dell'Ufficio centrale riferita specificatamente alla parte originaria dell'edificio di cui sopra realizzato, come detto, nei primi anni del `900;
appare, altresì, indispensabile un intervento degli organi deputati alla tutela del patrimonio artistico ed architettonico per scongiurare l'abbattimento di un fabbricato rurale di cui una consistente porzione risale ai primi dell'800 come inequivocabilmente risulta alle mappe d'impianto del catasto napoleonico depositata e visionabile presso l'Archivio storico di Piacenza (Palazzo Farnese) -:
se e quali urgenti iniziative intenda assumere in ordine a quanto sopra esposto. (5-00350)