ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19426

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 739 del 22/01/2013
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/01/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 22/01/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19426
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 22 gennaio 2013, seduta n.739

BARBATO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

in data 20 gennaio 2013 è stato pubblicato il servizio sul corriere.it dal titolo: «Eni, la difficile partita del gas Rischio arbitrato con la Norvegia» a firma di Stefano Agnoli;

rivedere le condizioni economiche delle forniture di gas da Gazprom, che anche nel 2013 saranno per l'Eni fonte di perdita. Paradossalmente, però, il problema principale per il Cane a sei zampe non pare oggi essere il «fronte russo», quello da cui arrivano (con l'Algeria) i maggiori quantitativi di gas (una ventina di miliardi di metri cubi, su un totale stimabile tra i 70 e i 75 miliardi acquistati all'estero);

la rinegoziazione dei contratti di lungo periodo è stata avviata con tutte le compagnie dei Paesi fornitori, ma la maggiore difficoltà che l'Eni affronta riguarda la trattativa con la Norvegia, e in secondo luogo quella con l'Olanda. La Statoil (nei giorni scorsi oggetto dell'attacco qaedista a In Amenas) avrebbe mostrato scarsa elasticità e non sarebbe disposta a concedere una revisione del prezzo relativo ai circa 12 miliardi di metri cubi di gas ceduti dal Paese scandinavo;

Scaroni non esclude che nel caso non si trovi un accordo soddisfacente l'Eni decida di fare ricorso a un arbitrato internazionale. Un'opzione che per il momento sarebbe quella più probabile nel caso della trattativa con i norvegesi. Ma risulta essere complicato anche il negoziato in corso con Gas Terra (50 per cento Stato olandese, 25 per cento ognuno per Exxon e Shell), alla quale di recente il gruppo Eni ha dovuto riconoscere 690 milioni di euro proprio in seguito a un arbitrato (perso) sui prezzi. Dall'Olanda il Cane a sei zampe acquista 10-11 miliardi di metri cubi di gas l'anno;

nel 2011 la perdita operativa della divisione Gas and Power è stata di circa 600 milioni di euro mentre nel 2012, secondo gli analisti, il rosso dovrebbe essere stato di circa 500 milioni (l'equilibrio sarebbe però raggiunto con il profitto della rinegoziazione con l'Algeria chiusa più di un anno fa) e la previsione 2013 è di una nuova perdita di 400 milioni. Nell'ultimo bilancio disponibile (quello 2011) l'Eni scriveva che dal crollo del mercato gas a partire dal 2009, il gruppo aveva accumulato costi differiti per 2,22 miliardi, pagando anticipi per 1,76 miliardi;

un solo dollaro di variazione nel prezzo del petrolio, calcola Andrea Scauri di Mediobanca, vale per l'Eni 260 milioni di euro di margine netto, più o meno metà delle perdite di un anno di gas. Se nel 2013, poi, arrivasse la vendita del 30 per cento del maxigiacimento mozambicano di Mamba (ora l'Eni ha il 70 per cento e vuole scendere), l'incasso potrebbe valere 6,7 miliardi di dollari. Gli arbitrati sul gas con norvegesi e olandesi, insomma, farebbero poca paura -:

di quali notizie disponga in merito il Governo e quali misure intenda assumere alla luce anche di queste novità esposte in premessa. (4-19426)