ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19219

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 736 del 19/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: CICCANTI AMEDEO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 19/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19219
presentata da
AMEDEO CICCANTI
mercoledì 19 dicembre 2012, seduta n.736

CICCANTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

le organizzazioni di categoria che rappresentano le piccole imprese di gestione degli impianti di rifornimento carburanti hanno proclamato e quindi attuato, nei giorni 12 e 13 dicembre 2012, uno sciopero nazionale, annunciando allo stesso tempo ulteriori forme di protesta che mettono a rischio i regolari rifornimenti sulla viabilità ordinaria e sulla rete autostradale anche nel prossimo periodo festivo;

tutto ciò ha ingenerato e ancor più rischia di ingenerare durante le feste natalizie grandissimi disagi alla collettività, costringendo gli automobilisti a lunghe code presso gli impianti nei giorni precedenti le agitazioni;

le organizzazioni di categoria dei gestori lamentano, attraverso comunicati diffusi dalla stampa, l'inosservanza e la violazione di leggi dello Stato (decreto legislativo n. 32 del 1998, legge n. 57 del 2001, legge n. 27 del 2012) da parte di altri soggetti operanti nel settore;

in particolare, la categoria lamenta che le compagnie petrolifere si rifiutano da anni di rinnovare gli accordi collettivi nazionali che il legislatore ha inteso regolassero i rapporti economico-normativi tra singola compagnia e singolo gestore, allo scopo essenziale di rimediare alla sproporzione negoziale evidente tra tali soggetti e attenuare la palese dipendenza economica esistente, anche a tutela delle condizioni di mercato e di concorrenza nel settore;

inoltre, la categoria lamenta l'aggiramento delle suddette prescrizioni di legge da parte delle compagnie petrolifere attraverso la diretta imposizione a ciascun gestore, in un rapporto cosiddetto «one to one» escluso dal quadro normativo di riferimento, di condizioni economico-normative nettamente peggiorative persino dei livelli previsti dalla negoziazione precedentemente conclusa a norma di legge, tuttora valevole e vigente e successivamente non rinnovata e adeguata;

infine, la categoria lamenta che anche il sistema bancario, in modo particolare i soggetti che emettono la cosiddetta «moneta elettronica» e ne gestiscono i flussi e le transazioni, stia aggirando la stessa normativa che prescrive la gratuità, sia per i consumatori che per i gestori, delle commissioni applicate sulle transazioni fino a 100 euro relative al pagamento del rifornimento dei carburanti, attraverso l'imposizione di nuove ed esose condizioni per conservare il suddetto servizio;

vale la pena sottolineare, a quest'ultimo proposito, come il legislatore abbia ritenuto di intervenire tanto eccezionalmente nella materia per evidenti ragioni di interesse pubblico, sia sul piano della sicurezza e dell'incolumità fisica di consumatori e addetti al rifornimento carburanti attraverso un progressivo contenimento dell'uso del contanti, sia sul piano dell'equità in considerazione dell'amplissimo peso fiscale sul prezzo finale dei carburanti e dell'esiguità del margine riconosciuto alle gestioni;

tutti questi comportamenti in contrasto con le norme citate, tanto più nell'attuale crisi generalizzata e in una fase di contrazione dei consumi, hanno prodotto danni altamente significativi e di grandissimo rilievo sociale esemplarmente sintetizzati dai 300 milioni di euro di indebitamento complessivo delle piccole imprese di gestione verso il sistema bancario e le stesse compagnie petrolifere e dalla circostanza che una gestione su cinque è stata costretta ad abbandonare la propria attività negli ultimi 18 mesi;
ciò appare dare ampia testimonianza dell'altissimo grado di pericolosità e di rischio di collasso per un intero settore tanto strategico per il Paese, che garantisce il diritto alla mobilità dei cittadini e il trasporto di prodotti e beni essenziali e assicura occupazione e reddito a circa 120.000 lavoratori il cui presente, prima ancora del futuro, viene fortemente messo in pericolo da comportamenti non osservanti le norme;

il Ministero dello sviluppo economico, chiamato ad intervenire dalle organizzazioni di categoria dei gestori, non sembra al momento esser riuscito ad offrire sufficienti garanzie né in ordine alla piena osservanza delle norme di legge oggetto delle denunce della categoria, né in ordine al rispetto degli impegni assunti e sottoscritti dalle parti in causa nella stessa sede ministeriale, il 29 luglio 2012, che erano valsi la responsabile sospensione delle agitazioni allora proclamate -:

quali iniziative di competenza intenda assumere allo scopo di scongiurare qualsiasi ulteriore agitazione che possa provocare disagi ai cittadini, di ricondurre i comportamenti dei soggetti che operano nel settore all'interno delle prescrizioni di legge, di tutelare il sistema distributivo nel suo complesso e l'integrità dei meccanismi che ne devono regolare il funzionamento secondo criteri di mercato, concorrenza, equità e non discriminazione nonché di garantire il buon funzionamento dei servizi essenziali prestati e i livelli di occupazione. (4-19219)