ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19213

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 736 del 19/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 19/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19213
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 19 dicembre 2012, seduta n.736

JANNONE. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

secondo un'ultima indagine di mercato, gli italiani rinunciano sempre di più ai trasferimenti autostradali durante il weekend. I transiti in autostrada negli ultimi due anni sono diminuiti del 6,2 per cento fino a crollare del -9,5 per cento nel Centro-Sud. Uno dei tanti effetti collaterali della crisi economica che ha investito anche l'Europa è proprio questo: viaggiare molto meno, soprattutto, nel fine settimana, fascia per la quale Autostrade per l'Italia, il principale gestore di vie a lunga percorrenza, ha rilevato una fortissima contrazione dei passaggi di auto e moto. Il caro benzina ha fatto la sua parte. Poi la crisi, il rincaro delle assicurazioni: «tutte considerazioni ragionevoli - osserva Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano - che spingono a rinunciare alla gita fuori porta domenicale. E questo vale soprattutto nelle aree del centro-sud dove i redditi sono più bassi»;

nelle aree produttive del Paese si è rinunciato meno all'autostrada. Attorno a Milano il calo dei transiti ai caselli negli ultimi due anni è stato del 5,4 per cento, inferiore al dato nazionale e sempre concentrato nel weekend. La lunghezza del viaggio medio è rimasta stabile sui 42 chilometri (contro i 62 nazionali). E così si ripropongono, perenni, gli intasamenti sull'A4 Milano-Brescia, sull'A8 Milano-Varese, sulla Lainate-Como-Chiasso e sul tratto dell'A1 tra Bologna e Milano. Stessa storia, e stesso stress, sulla tangenziale di Napoli, che con 300 mila passaggi al giorno si conferma il tratto più intasato d'Italia. Dunque, invece di usare i più ecologici treni e gli autobus, i pendolari delle grandi città continuano a sprecare ore affogati nel traffico, a causa del trasporto pubblico locale carente, dei treni regionali spesso in ritardo. In Campania, per esempio, dal 2010 a oggi l'offerta di autobus e treni si è ridotta del 30 per cento. O forse, come sostiene Ponti, «non è l'offerta di trasporto locale a mancare, ma la domanda che è debole» sostiene. Nonostante le tariffe più basse d'Europa, solo due pendolari su dieci prendono il treno. «Il 70 per cento preferisce ancora la macchina. Per comodità o abitudine»;

osserva Ennio Cascetta, presidente del comitato scientifico della Fondazione Caracciolo dell'Aci: «Storicamente il traffico stradale segue il Pil, quindi in Italia ci aspettavamo un calo in autostrada non superiore al 2,5 per cento. Invece è stato molto più forte, segno che c'è la crisi, ma che è anche in corso un cambiamento degli stili di vita degli italiani». «Per andare da Roma a Firenze, da Bologna a Milano o da Roma a Napoli, si utilizza sempre di più l'Alta velocità, unica forma di trasporto che sta avendo percentuali di crescita a due zeri». «Proprio il turismo - sostiene ancora Cascetta - potrà segnare un recupero dei viaggi in autostrada, ma prima devono ripartire i consumi» -:

quali interventi i Ministri intendano adottare al fine di contrastare, o di limitare i rincari relativi ai carburanti, nonché al fine di sviluppare una rete di trasporti pubblici, sia locali, che nazionali, di maggiore qualità ed efficienza. (4-19213)