ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19212

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 736 del 19/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 19/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 19/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19212
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 19 dicembre 2012, seduta n.736

JANNONE. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

l'asfalto verde arriva per le strade di Vancouver, in Canada, dove in questi giorni sono partite le prime sperimentazioni di manto stradale composto da plastica riciclata da bottigliette e contenitori, creato grazie a un processo a freddo, che diminuisce l'impatto ambientale e i vapori sprigionati nell'aria dovuti alla sua preparazione. Un processo innovativo, i cui esempi si trovano in molte varianti anche altrove nel mondo (a Torino, ma anche in Spagna, o negli Stati Uniti), e che se funzionerà porterà a un minor numero di emissioni nocive nell'ambiente. Con costi pili alti rispetto alle procedure canoniche, ma effetti positivi per l'ambiente nel lungo periodo;

la plastica usata per comporre il nuovo manto stradale è quella riciclata dai cittadini: contenitori di latte e alimenti, bottiglie usate per liquidi di ogni sorta. Questi vengono sciolti e trasformati in una specie di collante, pronto a essere miscelato con l'asfalto tradizionale. La miscela avviene a freddo, contrariamente a quanto succede di solito, perché al raffreddamento di questo materiale ottenuto dalla plastica riciclata esso diventa adesivo e permette così di tenere insieme il bitume. La procedura permette dunque di non immettere nell'aria i consueti fumi dovuti alla preparazione a caldo dell'asfalto. In questo nuovo mix, il contenuto in plastica è pari all'1 per cento e i costi, sostiene il comune di Vancouver che lo sta sperimentando per la città sono tre volte più cari di quelli per la miscela tradizionale. Ma nel lungo periodo, visto il risparmio del 20 per cento di carburante per creare il manto, questi verranno abbattuti: ora non resta che vedere se le strade appena aggiustate resisteranno, ma le prime prove dicono già che il mix con la plastica è resistente tanto quanto quello canonico. Senza contare che, sostengono gli ingegneri di Vancouver che hanno seguito il progetto, tale preparazione è possibile anche a temperature meteo molto basse, a differenza di quella del bitume tradizionale;

mentre Vancouver plaude a questa nuova iniziativa all'interno di una serie di misure volte a diventare nel 2020 la città più green al mondo, prove tecniche di asfalto riciclato si sono già fatte altrove nel mondo, Italia compresa. A Torino per esempio già a inizio anno erano partiti i primi chilometri di strade ricoperte da una miscela a base di polverino di gomma, ottenuto da pneumatici riciclati. In Spagna, grazie agli stessi fondi europei utilizzati anche a Torino, è partita nella provincia di Madrid la sperimentazione su un tratto di una strada provinciale che vede ogni giorno il passaggio di 45 mila veicoli, di uno speciale asfalto, il Polymix, composto da pneumatici e rifiuti in plastica riciclati. Ogni anno in Italia vengono smaltiti 25 milioni di pneumatici: sono 400 mila le tonnellate di copertoni da riciclare. Il 45 per cento è avviato al recupero energetico mentre il 20-25 per cento viene trasformato in granuli, o polverino, destinato alla manifattura della gomma. I pneumatici vengono trattati in appositi impianti che separano la gomma dalla tela e dal metallo, recuperano poi la gomma e la frantumano in particelle sempre più piccole, ricavandone una sabbia molto fine: il polverino, appunto. Ed è con il polverino, o meglio, con bitumi modificati con polverino di gomma che la provincia di Torino sta ripavimentando lunghi tratti di strade come la circonvallazione Borgaro-Venaria;

«La nostra Provincia gestisce 3.200 chilometri di strade. Il progetto TyRec4life, che prevede l'utilizzo di bitumi modificati, è finanziato nell'ambito del programma triennale europeo Life+», spiega l'assessore alla Viabilità Alberto Avetta. «Il costo totale per la Provincia è di circa 1 milione di euro di cui circa 700 mila cofinanziati della Comunità europea e il resto a nostro carico. La voce più importante nel budget è quella relativa alla realizzazione di circa 3 chilometri di strade, e vale 600 mila euro, 75 mila dei quali arriveranno dall'Ue», prosegue l'assessore. «Su una tangenziale lunga 8 chilometri, per ora la pavimentazione con polverino è circa di tre: se le province continueranno a esistere e non saranno abolite, andremo avanti nel progetto con altri 5 chilometri, e sperimenteremo queste miscele, che garantiscono maggior sicurezza e durata». La Provincia di Torino intende provarle anche ad altimetrie differenti, per valutarne l'impatto con ghiaccio e neve;

il polverino di gomma usato come componente per creare bitumi modificati rende infatti il manto stradale più resistente alle deformazioni e all'azione dell'acqua o della neve. In alcuni Paesi lo usano da anni. «Negli Stati Uniti almeno da 15 anni viene ampiamente utilizzato, ma anche in Europa: soprattutto in Portogallo, Spagna, e anche in Germania. Un decreto di qualche anno fa stabiliva che una quota fissa di polverino dovesse essere utilizzata sulle pavimentazioni, poi non se ne è fatto più nulla», spiega Ezio Santagata, ingegnere del Politecnico di Torino, ordinario di costruzione di strade per aeroporti e di sovrastrutture stradali ferroviarie e aeroportuali. «Una volta frantumato e ridotto a sabbia, in granellini di un millimetro al massimo di diametro, il polverino è pronto per essere miscelato con il bitume: nella versione wet, bagnata, si gonfia assorbendolo e diventa gommoso, poi viene miscelato con gli aggregati, le pietre che servono per il manto stradale. La versione dry, asciutta, viene miscelata a secco, ed è interessante perché prevede un maggior quantitativo di polverino, dunque più materiale riciclato, ma dobbiamo risolvere problemi con le miscele»;

gli ingegneri del politecnico di Torino stanno studiando questi fondi stradali da tutti i punti di vista, dalle miscele alle emissioni inalate sulla salute dei lavoratori. Se quando si guida una strada può sembrare uguale a un'altra, in realtà non è così. Ad esempio, i tratti di autostrada dove l'acqua non rimbalza sul parabrezza e che consentono anche con la pioggia una buona visibilità sono pavimentati con asfalto drenante (in realtà conglomerato bituminoso) che grazie alla tessitura aperta lascia defluire l'acqua, riducendo gli incidenti anche del 20 per cento. Le caratteristiche dei conglomerati a base di polverino sono, oltre a una migliore drenabilità, la maggior aderenza, l'assorbimento acustico (la gomma è fonoassorbente), il risparmio energetico e di risorse naturali (si impiegano elastomeri recuperati come materiale base). «L'energia trasferita dai veicoli in transito non viene dissipata ma assorbita, la gomma fornisce un contributo elastico e questo fattore va nell'ottica della durabilità del prodotto: in sintesi il manto è più durevole perché più elastico», conclude Santagata. «La maggior governabilità dei veicoli dipende dalla tessitura della pavimentazione, dalla sua rugosità. La maggior aderenza dei veicoli è legata alla scelta degli aggregati lapidei, alle pietre miscelate con il polverino, che danno maggior tenuta. La formulazione delle miscele è differente per i bitumi con o senza polverino di gomma» -:

quali interventi i Ministri intendano adottare al fine di sviluppare un progetto di ricerca nazionale, che tenga conto della possibilità di utilizzare il citato materiale ecologico per creare asfalto, nonché che ne implichi anche una prima sperimentazione su vasta scala locale. (4-19212)