ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19200

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 736 del 19/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 19/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19200
presentata da
MARCO BELTRANDI
mercoledì 19 dicembre 2012, seduta n.736

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

l'Italia è impegnata a promuovere il recupero di materia e di energia dai rifiuti, attraverso l'estensione a tutte le regioni dei programmi per la raccolta differenziata e la progressiva riduzione delle discariche. È quanto assicurato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al commissario europeo Janez Potocnik incontrato a margine della riunione del Consiglio ambiente a Bruxelles. Ma, si aggiunge, «è necessario adottare misure urgenti a livello nazionale che erano all'esame del Parlamento e rischiano di essere vanificate per la chiusura anticipata della legislatura»;

l'Italia, si rileva nella nota, rischia di dover pagare multe pesantissime, 56 milioni di euro di provvisionale e 46 milioni di euro ogni sei mesi, a causa della procedura di infrazione relativa alla messa in sicurezza delle discariche non in regola. Nonostante i grandi progressi (i siti sono passati da 5.000 a 214) c'è ancora molto da fare, e alcune regioni hanno accumulato gravi ritardi anche per l'uso non efficiente delle risorse finanziarie disponibili e il ricorso a procedure «barocche» di autorizzazione degli interventi necessari;

ulteriori e analoghe sanzioni, 180 milioni di euro all'anno, potrebbero essere decise per la non corretta gestione dei rifiuti in Campania. Il piano presentato all'Unione europea dalla regione prevede una entrata a regime nel 2016, ma nello stesso tempo non sono state adottate tutte le decisioni in merito alla localizzazione degli impianti, in particolare per l'opposizione del comune di Napoli, mentre la raccolta differenziata procede a rilento;

una situazione critica, sempre secondo il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è anche quella di Roma, oggetto di due procedure di infrazione: l'uso quasi esclusivo della discarica come sistema di smaltimento dei rifiuti, per lo più non trattati, lo scarso livello di raccolta differenziata e l'ancora più bassa percentuale di recupero di materia ed energia creano le condizioni per sanzioni molto onerose a carico dell'Italia. Era stato previsto un provvedimento per aggiornare gli obiettivi e gli strumenti per la raccolta differenziata ed il recupero di materia-energia dai rifiuti, modificando il decreto legislativo n. 152 del 2006, al fine di assicurare il raggiungimento omogeneo degli obiettivi a livello nazionale;

l'emergenza rappresentata dalle procedure di infrazione, qualora il Parlamento non fosse in grado di aggiornare la normativa, si legge nella nota, «potrebbe autorizzare l'emanazione di un decreto legge con misure urgenti. Tra queste, oltre un vincolo generalizzato per la raccolta differenziata a carico delle autorità competenti sostenuto da sanzioni a carico degli amministratori inadempienti, la previsione di impiego degli impianti "fuori regione" per il recupero di materia e di energia dai rifiuti in impianti a tecnologia complessa per tempi limitati all'adeguamento dei singoli sistemi regionali e a condizione di non pregiudicare la corretta gestione dei rifiuti nelle regioni di destinazione»;

occorre aver presente che peraltro già oggi il recupero energetico dei rifiuti urbani indifferenziati non è sottoposto ad alcun vincolo territoriale. Peraltro il sistema nazionale nel suo insieme sarebbe in grado di assicurare il recupero dei rifiuti prodotti, se sulla situazione italiana non incidesse una normativa nazionale più restrittiva di quella comunitaria. Quest'ultima infatti impone di conseguire l'autosufficienza a livello nazionale. Solo l'Italia ha invece previsto che tale autosufficienza debba attuarsi in ambito regionale e non nazionale, con il risultato paradossale dell'esportazione dei rifiuti all'estero -:

quali iniziative urgenti si intendano assumere per dare soluzione ai problemi denunciati dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
(4-19200)