MONTAGNOLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
il processo di razionalizzazione messo in atto dalla società Poste Italiane spa ha portato negli ultimi anni alla chiusura di numerosi uffici postali in diverse aree del territorio nazionale;
sembra imminente anche la chiusura degli uffici postali di Cassone, Castione, San Briccio, Spiazzi, Cisano, Prun, Cavalo, Dolcè, Gargagnano, Pesina, Correzzo, Perzacco, San Pietro in Valle, Spinimbecco Custoza, Albaro, Tombasozana, Terrosa, Rosegaferro, Asparetto, Carpi, Lughezzano, Cellore, San Vittore di Colognola e Marano di Valpolicella, tutti della provincia veronese;
la chiusura di tali uffici comporterà enormi disagi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire con la dovuta comodità di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a frequenti e difficili spostamenti, senza considerare il fatto che nei piccoli centri, dove non è presente neanche una banca, l'ufficio postale rappresenta un centro aggregante, oltre che funzionale;
il contratto di programma tra lo Stato e Poste Italiane spa per l'espletamento del servizio postale universale prevede, quale dovere per la società, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste -:
come il Ministro intenda intervenire, anche favorendo una concertazione fra la direzione di Poste Italiane spa e le amministrazioni locali, per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane spa arrechino disagi agli abitanti di tali paesi, al fine di garantire l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità nel rispetto dell'accordo per l'espletamento del servizio postale universale.
(4-19196)