ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19190

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 736 del 19/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/12/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/03/2013
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 15/03/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19190
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
mercoledì 19 dicembre 2012, seduta n.736

DI PIETRO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

l'ente Casa Divina Provvidenza è un ente ecclesiastico fondato da don Pasquale Uva, attivo da oltre ottanta anni nell'ambito della sanità privata pugliese e dislocato nei centri sanitari di Foggia, Bisceglie e Potenza con un numero di posti letto complessivo superiore alle duemila unità (2054 totali, 631 solo a Foggia);

l'ente è in uno stato di profonda crisi economico-finanziaria dovuta all'enorme debito - si parla di 324 milioni di euro - accumulato nel corso degli anni;

la crisi ha determinato l'avvio della procedura fallimentare da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Trani e della procedura di licenziamento collettivo di oltre 500 dipendenti;

qualora fosse attuata la procedura di licenziamento si assisterebbe a una grave diminuzione dei livelli di assistenza destinata a tutti quei soggetti affetti da disabilità psico-fisiche e sensoriali degenerative che da decenni vengono curati nelle sopracitate strutture -:

quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare in relazione alla vicenda dell'Ente Casa Divina Provvidenza e se non ritenga doveroso tutelare i livelli essenziali di assistenza e i livelli occupazionali.
(4-19190)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-19190
presentata da
DI PIETRO Antonio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, inerente la situazione finanziaria, gestionale ed occupazionale degli istituti ospedalieri Opera Don Uva, aventi sedi in Bisceglie, Foggia e Potenza, di proprietà della congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, si rappresenta quanto segue.
  Preliminarmente occorre ricordare che la situazione economico-finanziaria della congregazione Ancelle della Divina Provvidenza è caratterizzata da un consistente indebitamento (il cui importo si aggira intorno ai 400 milioni di euro) nei confronti principalmente dello Stato, nonché da un notevole squilibrio nel conto economico tra ricavi e costi, con specifico riferimento ai costi per il personale.
  In siffatto contesto, in data 3 ottobre 2012, la congregazione Ancelle della Divina Provvidenza ha comunicato ai competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali l'avvio della procedura di licenziamenti collettivi, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero pari a 587 lavoratori impiegati presso le sedi di Bisceglie, Foggia e Potenza.
  Si ricorda, inoltre, che è attualmente pendente, presso il tribunale di Trani, la procedura di fallimento la cui istanza è stata presentata dalla stessa procura di Trani. Nel corso della prima udienza (tenutasi in data 8 novembre 2012) della procedura concorsuale, la direzione dell'istituto ospedaliero ha richiesto un termine per proporre istanza di ammissione al concordato preventivo con continuità aziendale.
  Il tribunale ha concesso tale termine, riservando la decisione in ordine all'ammissibilità del concordato preventivo all'esito dell'esame del relativo progetto che sarà depositato dalla direzione aziendale.
  In siffatto contesto, la regione Puglia, espressamente interpellata per i profili di competenza, ha reso noto che la vicenda è già da tempo all'attenzione della
task force regionale per l'occupazione e che, nel corso dei vari incontri, è emersa con chiarezza l'inadeguatezza dell'attuale gestione della congregazione ad effettuare un piano di risanamento.
  In particolare, nel corso dell'ultima riunione di
task force, tenutasi in data 16 ottobre 2012, la regione e le organizzazioni sindacali hanno concordato sul fatto che la prospettiva di risanamento e di rilancio dell'ente non può che essere garantita da un piano serio e concreto, affidato ad un soggetto affidabile e terzo, diverso da quelli che hanno portato l'ente stesso al disastro.
  Con specifico riferimento alla sede di Potenza, il presidente della regione Basilicata, alla luce della proposta di concordato preventivo in atto, ha manifestato la volontà di pervenire alla stipula, attraverso l'azienda sanitaria di Potenza, di un contratto di fitto di ramo d'azienda, da individuarsi nella struttura Opera Don Uva di Potenza, con preventiva individuazione dei beni costituenti il ramo e ricognizione del personale da assegnarsi allo stesso.
  Lo stesso presidente ha fatto presente che, ove tale ipotesi non venisse ritenuta idonea, la regione e la azienda sanitaria di Potenza si sarebbero riservati la possibilità di considerare l'opportunità di mantenere in continuità i rapporti contrattuali stessi.
  Tale valutazione non potrà, in ogni caso, prescindere dall'accertamento della concreta possibilità, da parte della congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, di garantire la regolarità di tutte le attività presenti presso la struttura Opera Don Uva di Potenza e,
in primis, la regolarità degli stipendi ed il pagamento dei fornitori primari.
  Per quanto attiene alla gestione degli esuberi in atto, si precisa che, esaurita la fase di consultazione sindacale, prevista dalla legge n. 223 del 1991, senza il raggiungimento di un accordo, la congregazione ha richiesto la convocazione delle parti sociali, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di procedere all'ulteriore esame della situazione aziendale, nel rispetto della normativa vigente in materia.
  Conseguentemente, il competente ufficio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha provveduto a convocare le parti, per i giorni 4 e 12 febbraio 2013.
  Da ultimo, nel precisare che le parti sociali non hanno richiesto l'attivazione di un tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico, espressamente interpellato sulla questione, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non può che garantire la piena disponibilità a valutare ogni possibile soluzione in ordine alla vicenda aziendale in esame, diretta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie, mettendo in campo tutti gli strumenti a tal fine previsti dalla vigente normativa.

Il Viceministro del lavoro e delle politiche socialiMichel Martone.