ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19110

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 735 del 18/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 18/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19110
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735

BARBATO. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

a Caltanissetta, nel territorio del comune di Niscemi in contrada Ulmo, è in fase di realizzazione il sistema di parabole allestito dalla Marina militare statunitense che è destinato a completare un sistema di radiocomunicazioni satellitare finalizzato a scopi bellici (offesa e difesa) denominato M.U.O.S. (mobile user objetive system);

il MUOS comprende quattro impianti di stazione a terra;

le selezioni dei siti sono state completate nel 2007 con la firma di un «memorandum of agreement» (MOA) tra la Marina degli Stati Uniti e il dipartimento della difesa australiano. Le quattro stazioni di terra, ognuna delle quali serve uno dei quattro satelliti attivi saranno ubicate presso: l'Australian Defence Satellite Communications Station a Kojarena a circa 30 chilometri a est di Geraldton, Australia dell'ovest; il Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) a Niscemi, a circa 60 chilometri dalla Naval Air Station di Sigonella, in Sicilia; a sud-est della Virginia; il «Naval Computer and telecommunications Area Master Station Pacific» nelle isole Hawaii;

le antenne paraboliche basculanti hanno un diametro di 20 metri;

si prevede un totale di 2059 metri quadri di cementificazione;

tutto iniziò nel 2001 quando venne siglato un accordo bilaterale tra gli USA e l'Italia dal Governo Berlusconi; nel 2006 il Governo Prodi ratifica l'accordo e impone il rispetto delle normative in materia di inquinamento ambientale ed elettromagnetico dando mandato alla regione Siciliana di dare i relativi nulla-osta;

il 25 febbraio 2009 nasce a Niscemi il comitato «no Muos», organizzazione libera e spontanea di cittadini uniti nella lotta per un unico scopo: dire no all'installazione delle antenne Muos;

negli stessi luoghi è operativo dal 1991 un grande sistema di radiocomunicazione militare composto da 41 antenne, sempre nella stessa base militare statunitense;

questi apparati di radiocomunicazione militare operano producendo potenti campi elettromagnetici;

il M.U.O.S è un sistema satellitare per fini bellici di proprietà degli U.S.A. che viene utilizzato, altresì, per dirigere i droni, nuovi aerei militari privi di pilota;

dalla fine di gennaio a oggi si sono costituiti numerosi comitati anti-MUOS in tutta la Sicilia orientale, perché queste antenne sono considerate «pericolosissime» per la salute degli esseri umani (e viventi in genere, piante e animali), provocano leucemie, tumori, cataratte e altre malattie che non si è in grado al momento di prevedere. Nello specifico la base militare di Niscemi esiste già ed è operativa dal 1991. Nel 2002 sono stati in servizio in quel luogo diversi militari ragusani, molti di loro si sono ammalati di leucemia. Questo vuol dire che le antenne presenti, anche se molto più piccole di quelle che vogliono piazzare, sono già pericolose e andrebbero smontate (Sabrina D'Amanti, http://nomuos.blogspot.it/p/cose-il-muos.html);

il Comitato nasce con l'intento di contrastare l'installazione dell'eco-mostro (MUOS), il quale, se installato, potrebbe revocare (secondo fonti scientifiche) le seguenti patologie: tumori di varia natura, leucemie infantili, infarti melanomi, linfomi, malformazioni fetali, sterilità, aborti, alterazione del sistema immunitario e altro;

i campi elettromagnetici prodotti - stante alle notizie raccolte dal Comitato no Muos - vanno ad interferire con qualunque apparecchiatura «elettrica», inclusi by-pass, sedie a rotelle, pacemaker e altro;

la costruzione del MUOS, inizialmente prevista a Sigonella, sarebbe stata spostata a Niscemi a causa della pericolosità dello stesso se collegato nelle vicinanze di armi di grossa portata;

il fascio delle antenne MUOS ovvero il campo elettromagnetico rimane sopra i limiti di legge (legge n. 36 del 2001) per oltre 135 Km (fonte: studio presentato dagli stessi tecnici). Secondo i tecnici USA la dispersione laterale sarebbe trascurabile;

le esposizioni a lungo termine di campi elettromagnetici ad altissima frequenza, anche se non eccessive ma prolungate nel tempo possono produrre insorgenze tumorali agli organi riproduttivi e leucemie;

la regione tramite l'assessorato regionale ambiente e territorio inizia l'iter per il rilascio dei nulla osta seguendo l'iter di una comune valutazione di impatto ambientale (VIA);

nel 2007 viene diramato un decreto che trasmette tutte le competenze di valutazione di impatto ambientale ai comuni su cui ricadono i progetti;

nell'estate 2008 a Niscemi si viene a conoscenza dell'intento di installare questo sistema;

i tecnici USA forniscono una relazione dove dimostrano che gli impatti per gli animali e le specie tutelate dalla riserva sono minimi. L'ufficio tecnico, la soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta il dipartimento regionale ambiente e territorio, l'ente gestore della riserva, l'ente foreste demaniali, l'ufficio per la protezione ambientale di Caltanissetta in una conferenza dei servizi del 9 settembre 2008 rendono il parere favorevole a questo studio presentato. L'indomani, il sindaco di Niscemi inizia a chiedere chiarimenti sull'impatto elettromagnetico e sugli effetti per la salute dei cittadini, i quali non sono mai stati minimamente menzionati né analizzati; viene iniziato l'iter per il riesame del parere del 9 settembre e si dà il via ad una delle mobilitazioni popolari più imponenti della storia di Niscemi. L'Agenzia regionale per l'ambiente ed il territorio inizia a fare una campagna di studi elettromagnetici sul sito indicato;

sono diverse le manifestazioni di protesta ancora in corso;

si è dato vita ad un movimento popolare diffuso su tutti i territori limitrofi. Sono nati comitati No muos a Gela, Modica, Caltagirone e Niscemi (www.nomuosniscemi.it). Inoltre sono numerosissime le adesioni e i supporti forniti al Comitato e alle amministrazioni locali da parte di quasi la totalità delle associazioni niscemesi e limitrofe (http://www.nomuosniscemi.it/faq-muos/);

da venerdì 23 novembre 2012 sono sorti due presidi permanenti per impedire il passaggio delle gru;

si sta realizzando la stazione M.U.O.S all'interno di una riserva naturale: la Sughereta di Niscemi che, unica in Europa, rivestiva un'area di notevole interesse paesaggistico e di pregio naturalistico, riconosciuta come sito di interesse comunitario, oggi deturpata e violata al suo interno;

con il completamento dell'opera la base militare assumerà un ruolo di obiettivo strategico mondiale, rafforzando la posizione, già grave, della Sicilia come nodo centrale nel Mediterraneo delle politiche militari americane, e, mettendo a serio rischio l'incolumità dell'intero popolo siciliano;

in Sicilia si deve registrare anche il caso Messina, che sta per essere occupata nella sua area portuale, da un cantiere di dismissione di tutte le forze aereo-navali militari della NATO, molte delle quali a forte impatto di inquinamento;

l'ubicazione della stazione MUOS è stata spostata dalla piana di Catania in territorio appartenente al comune di Lentini per la vicinanza alla base militare di Sigonella poiché si teme da un lato il pericolo che le frequenze emesse (valori compresi tra i 30 e i 31 GHz) abbiano effettuato di innesco di ordigni militari a detonazione (missili, bombe e altro) nei confronti delle installazioni esistenti e dall'altro i disturbi che essa avrebbe arrecato al traffico aereo di Fontanarossa (fonte documenti militari); di conseguenza rappresenta uno dei rischi l'interferenza con il futuro aereo porto di Comiso che mette in discussione le tanto attese prospettive di sviluppo economico e turistico del territorio;

a livello internazionale, nell'ambito della «convenzione del Consiglio d'Europa sulla responsabilità civile per i danni provocati da attività pericolose per l'ambiente (Lugano 1993)», si afferma che: «compongono la nozione di ambiente le risorse naturali, le interazioni fra esse, i beni ambientali facenti parte del patrimonio e gli aspetti caratteristici del paesaggio»;

l'International Cours of Justice, in una pronuncia dell'8 luglio 1966 ha affermato che la nozione di ambiente comprende oltre che il «living space», anche la qualità della vita e la salute degli esseri umani e delle generazioni future;

l'Unione europea con la direttiva 85/337/CEE nel definire l'oggetto ambiente, da tutelare in sede di impatto ambientale, menziona più fattori: uomo, fauna, flora, suolo, acqua, aria, clima, paesaggio;

la corte costituzionale con sentenza n. 210 del 1987, ha affermato che l'ambiente non solo deve considerarsi un valore costituzionale, ma anche un diritto fondamentale della persona;

la Corte costituzionale con sentenze n. 641 del 1987, n. 67 del 1992, n. 356 del 1994 ha definito l'ambiente quale bene immateriale unitario, con varie componenti da tutelare anche separatamente;

la Costituzione italiana, all'articolo 32, sancisce la tutela al diritto della salute;

l'articolo 9 secondo comma, della Costituzione italiana, in combinato disposto con l'articolo 32 primo comma, tutela l'ambiente nel senso più ampio del termine, comprendendovi anche la tutela della vita umana;

fra i princìpi del diritto internazionale, emersi a seguito delle dichiarazioni generali di Stoccolma 1972, Rio 1992, Joannesburg 2002 è sancito l'obbligo di non causare danni, anche ambientali, ad altri Stati, principio affermato ulteriormente nella sentenza Gabcikovo del 1997, anche quando ci si trovi su spazi estranei alla sovranità dello Stato;

altro principio affermato dalle dichiarazioni di cui sopra è il «principio di cooperazione» che obbliga gli Stati a non porre in essere attività pericolose in altri Stati che potrebbero causare fenomeni rilevanti di degrado all'ambiente e alla popolazione;

l'articolo 15 della dichiarazione di Rio cita testualmente: «Al fine di proteggere l'ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale»;

per i paesi dell'Unione europea, il trattato di Roma afferma che le politiche ambientali della Comunità devono essere basate sul «principio di precauzione»;

tra i princìpi fondamentali in materia di diritto ambientale europeo (articolo 191, paragrafo 2, TFUE), è elencato il «principio di precauzione», il quale afferma che la mancanza di conoscenze scientifiche certe non può che portare ad evitare l'uso di tecnologie di cui non si conoscono gli effetti;

la raccomandazione 1999/519/CE del Consiglio europeo e la risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2009 invitano ad adottare il principio di precauzione in tutte quelle circostanze caratterizzate da un alto grado di incertezza scientifica;

tra i princìpi fondamentali in materia di diritto ambientale europeo è, inoltre, elencato il principio di prevenzione che prescrive il ricorso ad atti volto a prevenire danni irreversibili all'ambiente;

il sistema M.U.O.S. provocherebbe non solo, quindi, rischi per la salute, ma anche per lo sviluppo economico del territorio;

Massimo Zucchetti, docente ordinario di impianti nucleari del politecnico di Torino e research-affiliate del Massachusetts Institute of Technology (U.S.A.) e Massimo Coraddu, consulente esterno del dipartimento di energetica del politecnico ed ex ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) sostengono che ad esposizioni prolungate a campi di intensità inferiori «Le persone irraggiate accidentalmente potrebbero subire danni gravi ed irreversibili anche per brevi esposizioni»;

il comitato di base No Muos, in particolare, ha realizzato numerose iniziative fra le quali una raccolta di firme ed un convegno informativo;

la conferenza dei sindaci ha chiesto la sospensione dei lavori di realizzazione del MUOS e di intraprendere richiesta ufficiale di maggiori studi e monitoraggi all'ARPA per avere garanzie di tutela della salute pubblica;

vi è la delibera dei comuni limitrofi che si esprime contro la costruzione del MUOS;

i fatti esposti in premessa sono ad avviso dell'interrogante gravissimi e tali da richiedere un immediato intervento da parte dei Ministri interrogati -:

se intendano assumere ogni iniziativa di competenza perché la costruzione del MUOS sia bloccata salvaguardando le ragioni umane su quella militari in nome ed applicazione della legge internazionale e delle dichiarazioni dei diritti umani.
(4-19110)