ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19078

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 735 del 18/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELLANOVA TERESA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 14/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19078
presentata da
TERESA BELLANOVA
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735

BELLANOVA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:

dagli organi di comunicazione si apprende che i lavoratori dell'emittente pugliese Antenna sud sono in stato di agitazione e lamentano di non ricevere lo stipendio ormai dalla scorsa estate e di trovarsi in forti difficoltà;

queste situazioni drammatiche che vedono coinvolti i lavoratori e gli operatori del mondo della comunicazione oramai, purtroppo, si susseguono in modo inquietante. La stessa interrogante nel corso di questi ultimi mesi ha presentato numerosi atti parlamentari per segnare questa escalation di tragiche vicende personali e collettive che minano la serenità familiare ed economica di tantissimi lavoratori;

a testimoniare la drammaticità di queste situazioni, semmai ce ne fosse ancora bisogno, c'è una nota pubblica nella quale si legge che «i lavoratori di Antenna Sud, riuniti sotto le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, da oggi e sino al 15 dicembre sono in sciopero perché non possono più garantire i livelli elementari di sussistenza per se stessi e per le proprie famiglie. L'ultimo stipendio percepito è stato quello di agosto scorso, e l'ultima quota di cassa integrazione ricevuta risale al luglio scorso. All'insolvibilità da parte dell'azienda, si è aggiunta l'insolvenza degli enti preposti al pagamento degli ammortizzatori sociali, nonché l'indifferenza silenziosa da parte dello Stato e delle istituzioni»;

i primi di dicembre è stata approvata la legge sull'equo compenso, compiendo, finalmente, un passo in avanti verso la tutela dei diritti dei giornalisti e di tutti quei professionisti che per troppo tempo sono stati vittime di sfruttamento. Nel corso di questi anni si è assistito al verificarsi di situazioni aberranti fatti di precarietà e svalutazione del lavoro professionalizzato. Troppi lavoratori, dalle storie di vita che emergono anche a mezzo stampa, sono stati sottoposti ad una condizione di estrema ricattabilità, anche da parte di imprese editoriali beneficiarie di finanziamenti pubblici. Con il provvedimento sull'equo compenso si è riuscito a dar corpo a quanto reca l'articolo 36 della nostra Costituzione «il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa». È indispensabile sapere, però, che se questo provvedimento vale per il futuro le istituzioni hanno il dovere di dare un segnale d'apporto e di ausilio in tutte quelle situazioni, come quella che oggi si porta ad esempio, se si vuole lavorare effettivamente per una tutela della libertà d'informazione e dell'autonomia del giornalismo -:

in che modo il Governo intenda intervenire per tutelare questa platea di lavoratori ad oggi fortemente penalizzata e quali iniziative si intendano assumere per acclarare le motivazioni per le quali questi lavoratori non percepiscono l'indennizzo previsto dagli ammortizzatori sociali dal mese di luglio ed intervenire di conseguenza;

quali iniziative si intendano adottare per assicurare al settore dell'emittenza locale le risorse spettanti ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 422 del 1993, decurtate nel corso degli ultimi anni.
(4-19078)