ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19030

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 733 del 12/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 12/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
CAVALLOTTO DAVIDE LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
CHIAPPORI GIACOMO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
DUSSIN GUIDO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
MERONI FABIO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
GOISIS PAOLA LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
FORCOLIN GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
CONSIGLIO NUNZIANTE LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
VOLPI RAFFAELE LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
GIDONI FRANCO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012
STUCCHI GIACOMO LEGA NORD PADANIA 12/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19030
presentata da
NICOLA MOLTENI
mercoledì 12 dicembre 2012, seduta n.733

NICOLA MOLTENI, PINI, NEGRO, SIMONETTI, BRAGANTINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, DUSSIN, FEDRIGA, MERONI, GOISIS, FORCOLIN, CONSIGLIO, MAGGIONI, MONTAGNOLI, ALLASIA, VOLPI, RAINIERI, GIDONI e STUCCHI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

la cassa di previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati inclusa nell'ENPAIA, istituita ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, rappresenta la gestione previdenziale della relativa categoria professionale e si caratterizza per l'irrilevante numero dei pensionati, per il costante aumento degli iscritti e per la loro giovane età media;

la cassa previdenziale Agrotecnici/ENPAIA, essendo successiva alla riforma operata con la legge n. 335 del 1995, applica fin dall'inizio il sistema contributivo puro;

la prudente ed oculata gestione compiuta dagli amministratori ha sempre consentito, nonostante si tratti di una fra le più piccole casse previdenziali, di chiudere i bilanci in utile e di rivalutare il montante contributivo utilizzando esclusivamente i proventi degli investimenti finanziari, tanto che nel 2010 il «Nucleo di valutazione della spesa previdenziale» del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha definito la cassa Agrotecnici/ENPAIA in grado di «garantire la sostenibilità previdenziale all'infinito»;

le casse autonome di previdenza dei liberi professionisti non ricevono alcun aiuto, né diretto né indiretto, dallo Stato e devono provvedere in autonomia al raggiungimento dell'equilibrio di bilancio, alla rivalutazione ed al pagamento delle pensioni;

la cassa di previdenza Agrotecnici/ENPAIA, così come ogni altra cassa di previdenza dei liberi professionisti, ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, deve rivalutare le pensioni dei propri iscritti utilizzando un indice pre-definito, rappresentato dalla media del PIL nazionale degli ultimi cinque, anni; questo indice, che nel 2009 era del 3,320 per cento nel 2010 è sceso a 1,7935 per cento e nel 2011 a 1,6165 per cento e per il corrente anno si prevede un'ulteriore diminuzione, con l'effetto di riversare sulle future pensioni (che vengono pertanto solo minimamente incrementate) l'effetto della recessione economica;

il comitato amministratore della cassa Agrotecnici/ENPAIA, preoccupato per gli effetti sul tasso di sostituzione del modesto incremento delle pensioni che si è verificato nel 2011 e che inevitabilmente si verificherà anche negli anni a venire, il 12 aprile 2012 ha deliberato di incrementare del 50 per cento il tasso di rivalutazione del montante contributivo, così portandolo da 1,6165 per cento a 2,42475 per cento;

la relativa delibera è stata tempestivamente inviata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il quale, benché siano trascorsi quasi 6 mesi, ancora non ha dato alcuna risposta, mentre risulterebbero essere stati espressi verbalmente giudizi negativi sulla richiesta, che in realtà non avrebbero ragione d'essere ove si consideri che:

l'incremento del 50 per cento della rivalutazione della pensione viene effettuato utilizzando solo una parte degli utili conseguiti nel 2011;

i consistenti utili delle precedenti annualità non vengono toccati, ed anzi incrementati;

il bilancio tecnico-attuariale a 50 anni della gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è ampiamente positivo e lo stesso Nucleo di valutazione della spesa previdenziale ha certificato la «sostenibilità all'infinito» della gestione;

il regolamento della gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, approvato dal competente Ministero del lavoro e delle politiche sociali, all'articolo 28 espressamente prevede che le «eventuali eccedenze risultanti dall'ordinaria rivalutazione dei conti individuali» siano conferiti in uno speciale Fondo di riserva sul «cui utilizzo dispone il Comitato Amministratore», il quale si è legittimamente espresso decidendo di destinare una parte degli utili del 2011 alla rivalutazione delle future pensioni per rafforzare il tasso di sostituzione;

prima ancora di assumere la citata decisione, il comitato amministratore della gestione previdenziale aveva provveduto a modificare il proprio regolamento previdenziale, prevedendo la possibilità per gli iscritti di versare aliquote superiori, al 10 per cento minimo previsto per legge, potendo perciò elevare l'aliquota contributiva fino al 26 per cento, ciò sempre allo scopo di elevare il tasso di sostituzione pensionistico. A questo obiettivo, infatti, si può pervenire in due modi: sia aumentando l'importo dei contributi che si versano e sia lasciandoli invariati ma aumentando la loro redditività;

tuttavia la prima soluzione pesa esclusivamente sui previdenti che devono pagare cifre superiori (cosa non sempre possibile in momenti di grave crisi economica), mentre la seconda non grava sui previdenti, ma sulle tasse previdenziali, le quali sono chiamate a rendere gestioni inappuntabili e rigorose, riducendo le spese all'essenziale;

l'ipotesi di elevare il rendimento del montante contributivo è inoltre preferibile perché disincentiva lo svolgimento dell'attività «in nero», innescando quindi un meccanismo virtuoso che premia il rispetto degli obblighi fiscali e previdenziali;

tuttavia, nonostante la certificata sostenibilità previdenziale (entrate per contributi ed uscite per prestazioni) ben oltre i 50 anni richiesti per legge, l'esistenza di un adeguato fondo di riserva, la perfetta aderenza della decisione di aumentare del 50 per cento il rendimento del montante contributivo con quanto previsto dall'articolo 28 del regolamento previdenziale Agrotecnici/ENPAIA, a distanza di oltre sette mesi dall'adozione della relativa delibera, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non risulta essersi ancora espresso, generando un oggettivo danno agli agrotecnici previdenti i quali si vedono rivalutare il proprio montante previdenziale in misura drasticamente inferiore a quanto previsto dalla loro gestione previdenziale -:

se il Ministro interrogato non ritenga necessario intervenire presso la direzione ministeriale per verificare le ragioni dell'inerzia, anche considerato che l'obiettivo di rafforzare ed accrescere il tasso, di sostituzione previdenziale, a cui perviene la delibera del 14 aprile 2012 del Comitato amministratore della gestione Agrotecnici/ENPAIA, è condiviso dal Governo ed anzi ripetutamente indicato come prioritario. (4-19030)