ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19027

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 733 del 12/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19027
presentata da
FRANCESCO BARBATO
mercoledì 12 dicembre 2012, seduta n.733

BARBATO. -
Al Ministro della salute, Al Ministro dell'interno, Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

la direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito un provvedimento di custodia in carcere nei confronti del boss della camorra Francesco Bidognetti accusato di disastro ambientale;

Bidognetti, in carcere a Parma in regime di 41-bis, avrebbe avvelenato falde acquifere per favorire il clan dei Casalesi;

classe 1951, nato a Casal di Principe, Cicciotto 'e mezzanotte, così viene chiamato, fu arrestato il 18 dicembre 1993 e recluso sotto il regime del 41-bis. Il suo settore specialistico nell'organizzazione criminale era lo smaltimento illegale dei rifiuti urbani, industriali e tossici, attività. Grazie alle sue rivelazioni, nell'aprile del 2008, furono messe 52 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti affiliati al clan tra cui il figlio Raffaele. Ne seguì un'altra guerra di camorra;

la notizia è stata data il 10 dicembre 2012 sul sito del corriere.it ed. Napoli nell'articolo dal titolo: «Casalesi, il boss Bidognetti accusato anche di disastro ambientale»;

al disastro ambientale, causato da Bidognetti, è stato anche accertato un grave inquinamento della falda acquifera sottostante le discarica del giuglianese, nel napoletano;

le acque avvelenate venivano utilizzate per irrigare le colture e anche per scopi alimentari, non solo dalle popolazioni locali ma anche da quelle residenti in zone extraprovinciali, che hanno potenzialmente assunto sostanze cancerogene. Il disastro, secondo l'ordinanza della direzione distrettuale antimafia, è durato circa un ventennio (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it) -:

di quali notizie dispongano i Ministri interrogati e quali iniziative si intendano assumere per intervenire sul territorio citato promuovendo mediante l'Istituto superiore di sanità l'analisi delle acque attraversanti il giuglianese, l'acerranese, il nolano, l'agro aversano nonché l'analisi dei terreni, anche mediante l'ausilio del laboratorio diossine del Mezzogiorno d'Italia inaugurato pochi giorni fa presso IZS (Istituto zooprofilattico sperimentale) di Portici (Napoli).(4-19027)