ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18877

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 729 del 05/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: REGUZZONI MARCO GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 05/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 05/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18877
presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI
mercoledì 5 dicembre 2012, seduta n.729

REGUZZONI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport.
- Per sapere - premesso che:

in comune di Varese sono localizzati numerosi edifici di grande importanza storica, architettonica, culturale e assolutamente degni di attenzione, tra i quali:

la Basilica di S. Vittore. Una primitiva chiesa sorse intorno al secolo V, probabilmente su un'area di culto romana. Essendo diventata insufficiente alle necessità e al prestigio del borgo, nei primi anni del Cinquecento si pose mano al rifacimento dell'edificio. Dapprima venne eretto in forme rinascimentali il presbiterio, quindi fu abbattuto il corpo della chiesa che fu rifatto in stile tardo manieristico, tra il 1580 e il 1625, probabilmente su disegno di Pellegrino Tibaldi (1527-1596). Infine Leopoldo Pollak disegnò la facciata, completata nel 1791. Il tiburio, di sezione ottagonale, si deve all'architetto varesino Giuseppe Bernasconi (1587-1623). Al colmo del tetto si eleva la lanterna in pietra, sormontata da una cupola con gugliette piramidali. L'interno rimanda ai due momenti costruttivi: il presbiterio e l'abside dai modi ancora bramanteschi, l'aula a tre navate di età borromaica. La Chiesa conserva opere e affreschi di notevole pregio;

il battistero di S. Giovanni. Posto alle spalle della chiesa di S. Vittore, il battistero ha facciata a capanna, la cui elegante semplicità viene impreziosita dalla muratura in pietre squadrate. Inquadrata da due lesene terminanti con un capitello, la facciata è chiusa da un coronamento decorato da archetti ciechi. Al vertice del timpano, in un'edicola, è posta una statua di S. Giovanni Battista (XIV secolo). Da segnalare anche la presenza di affreschi significativi;

la Chiesa di S. Antonio, in piazza della Motta. Edificio sorto su di una precedente costruzione tardo quattrocentesca, riedificata ad opera di Giuseppe Bernasconi nel 1613-14. La sobria facciata contrasta con l'interno, riccamente decorato di affreschi barocchi. La volta, dipinta da G.B. Ronchelli con quadrature di G. Baroffio, rappresenta la «Gloria di S. Antonio». Agli angoli statue di terracotta, opera di D. Bussola. Sulla parete della controfacciata tela di G. Lanfranco raffigurante «Madonna con S. Carlo Borromeo», mentre sulla parete destra tela del cremonese G.B. Trotti detto il Malosso (1582) raffigurante Madonna di Loreto con i SS. Marta e Agostino. Altare della cappella laterale di G. Buzzi di Viggiù (1780). Affresco della parete di fondo di G. Baroffio;

il Chiostro di S. Antonino, in Corso Matteotti. Chiostro appartenente ad un convento di Monache Benedettine, soppresso nel 1786. Porticato ad archetti retti da colonne binate, conserva sulla parete di destra un affresco raffigurante la «Immacolata Concezione» attribuito a Federico Bianchi (1658-1719) e, sulla sinistra, tracce di un affresco di anonimo del Seicento. Il refettorio, Sala Veratti, conserva affreschi sei-settecenteschi di P. A. Magatti (1687-1768) e G. Baroffio;

la Chiesa di S. Giuseppe. Chiesa della seconda metà del secolo sedicesimo, con facciata rifatta nel 1725 e prezioso apparato decorativo interno. Tra gli affreschi seicenteschi, notevoli sono quelli di Giovan Battista Del Sole (1658), che dipinse nella volta della navata, nei riquadri lasciati liberi dagli stucchi, una teoria di angeli e due figure ai lati della finestra della controfacciata e di Melchiorre Gherardini che decorò la volta a botte del coro affrescando sei storie bibliche (1653);

la Chiesa di S. Martino. La chiesa conserva affreschi settecenteschi. Francesco Maria Bianchi, Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini: «Martirio di San Bartolomeo» e quadrature. Stucchi di Giovanni Antonio Sperone. Pietro Antonio Magatti, Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini: «San Martino prega i Santi Pietro e Paolo» e quadrature;

in località Biumo Inferiore, chiesa della Madonna in Prato. Ristrutturazione seicentesca di un edificio tardo gotico. La raffinata facciata barocca (1678/86) è tra le più interessanti del Varesotto: due poderosi telamoni reggono il porticato sul quale si innesta la decoratissima parete. Questa si conclude con un classico timpano, chiuso da una balaustra coronata da statue. All'interno si apprezza l'architettura illusionista della cupola, affrescata da Antonio Busca con «Assunzione di Maria», opera del 1667. Nella cappella sinistra si trova una «Madonna in trono con Bambino» di gusto tardo gotico (secolo XV), nella cappella destra affreschi del 1619, attribuiti a Giovan Francesco Lampugnani, autore della tela raffigurante San Carlo;

in località Biumo Inferiore, chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Chiesa ampiamente rimaneggiata nei secoli XVIII e XIX. Nel 1701 l'edificio fu ricostruito su disegno di Giovanni Battista Orrigoni, con elegante pronao colonnato. L'interno è decorato dai fratelli Giovanni Battista e Girolamo Grandi e Ferdinando Porta (1721). La cappella laterale sinistra conserva la tela della «Incredulità di S. Tommaso», dipinta nel 1621 da Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino. Affreschi ottocenteschi di Luigi Crivelli. Nella seconda cappella a destra, statua neoclassica della «Madonna della Cintura», di Pompeo Marchesi (1840);

in località Biumo Superiore chiesa di S. Anna. Chiesa ad aula unica voltata a botte e decorata con affreschi settecenteschi attribuiti al Magatti. La pala d'altare è opera seicentesca di anonimo pittore bolognese;

in località Biumo Inferiore, chiesa parrocchiale di S. Giorgio. Dietro la facciata baroccheggiante (1926), la chiesa cela un interno di grande effetto. L'interno presenta il sorprendente affresco della volta con il motivo tipicamente barocco delle architetture dipinte. Entro le quadrature di Giuseppe Baroffio, Pietro Antonio Magatti dipinse la «Gloria della Vergine» (1725). Nella cappella sinistra, tela con «Natività» del Magarti. Altare intagliato di B. Castelli. Nella successiva cappella di sinistra, vicino all'entrata, si nota l'affresco di una Madonna gotica del secolo XIV. Nella prima cappella a destra si trova la tela raffigurante «S. Carlo presentato alla Vergine da S. Pietro», attribuita a Giovan Mauro della Rovere detto il Fiammenghino (inizio XVIII secolo);

in località Bizzozero, chiesa di S. Stefano. La chiesa ha semplice impianto ad aula unica absidata, con accostati sui lati maggiori un campanile esterno a nord ed una cappella devozionale, interna, a sud. L'assetto attuale, databile all'XI secolo, conserva all'interno pressoché inalterato l'invaso originario, solo in parte modificato nei secoli XV e XVI. L'altare, collocato al centro dell'abside, è con tutta probabilità pertinente alla struttura dell'XI secolo. Si tratta di una mensa in muratura che conserva sulla fronte solo minuti frammenti dell'originaria decorazione pittorica. Sui fianchi sono dipinte due figure di santi, probabilmente S. Stefano e S. Ambrogio. Alla fine del XV secolo venne realizzata la costruzione della cappella devozionale, collocata all'interno della chiesa. In località Bosto, Chiesa di S. Imerio. Eretta in forme romaniche sul sito di una chiesa altomedievale, forse longobarda vista la dedicazione intitolata a S. Michele. All'interno sarcofago di pietra; nella cappella destra affresco trecentesco di Madonna con Bambino e figure di Santi aggiunte successivamente (XVII sec.). Nella cappella sinistra «Incoronazione della Vergine» di anonimo seicentesco. In località Casbeno, Oratorio della Schirannetta. Piccolo edificio romanico, la cui facciata conserva affreschi eseguiti da anonimo nel 1408. Sulla parete interna sono presenti affreschi di ignoti autori minori del XIV e XV secolo;

in Sacro Monte, la Chiesa e le cappelle del Sacro Monte 1605-1680. La chiesa dell'Immacolata Concezione. Le Cappelle: Prima - Annunciazione; Seconda - Visitazione; Terza - Natività; Quarta - Presentazione al Tempio di Gesù; Quinta - Disputa di Gesù con i dottori; Sesta - Orazione nell'Orto; Settima - Flagellazione; Ottava - Incoronazione di spine; Nona - Salita al Calvario; Decima - Crocifissione; Undicesima - Resurrezione; Dodicesima - Ascensione; Tredicesima - Discesa dello Spirito Santo; Quattordicesima -Assunzione della Vergine. Importante documento culturale, concepito unitariamente nel tardo Cinquecento dal cappuccino Giovanni Battista Aguggiari come sistemazione del preesistente percorso pedonale per il Santuario di S. Maria del Monte. È una «Via Sacra» che si snoda in salita per circa 2 chilometri, con dislivello di quasi 300 metti, fiancheggiata da quattordici cappelle illustranti, in chiave didattica e popolare, ciascun mistero del Rosario (l'ultimo è contemplato nel santuario). Il Sacro Monte sorse su imitazione di quelli di Varallo e Orta, nel 1605, anno in cui fu posta la prima pietra. Il progetto e la direzione lavori finirono affidati all'architetto varesino Giuseppe Bernasconi. Nel 1680 l'opera poteva dirsi conclusa, anche se la decorazione delle cappelle prosegui per tutto il Settecento, ad opera dei maggiori artisti lombardi del tempo;

la Chiesa dell'Immacolata Concezione. Eretta tra il 1604 e il 1609 su progetto del Bernasconi, è preceduta da un pronao. A pianta quadrata, è sormontata da un tiburio circolare coronato da lanternino cieco. All'interno statua in cotto dipinto dell'Immacolata Concezione, circondata da due emicicli di angeli affrescati dai fratelli Lampugnani (1624). Nelle otto nicchie si trovano le statue in terracotta dei Dottori della Chiesa, opera di Francesco Silva di Morbio che lavorò alla Fabbrica del Rosario dal 1617 al 1641;
Cappelle:

prima cappella: annunciazione. Consacrata nel 1609, riproduce un tempio classico. All'interno statue di Domenico Prestinari (1610);

seconda cappella: visitazione. Ha forme classicheggianti ed è l'unica ad essere priva di pronao. Statue di «Paolo Morbio, affreschi di G. P. Ghianda datati 1624;

terza cappella: natività. Edificio in stile ionico con affresco di R. Guttuso (1983) e lunetta affrescata da C. F. Nuvolone. Statue di M. Retti e M. Sala;

quarta cappella: presentazione al Tempio di Gesù. Circondata da un porticato anulare. Statue di F. Silva (1617) Affreschi di G. Ghisolfi (1661);

quinta cappella: disputa di Gesù con i dottori. Si distingue per le sue complesse forme. La facciata, preceduta da classico pronao, è sormontata da un tiburio circolare. Statue di F. Silva, dipinte nel 1651 dal Nuvolone, al quale si devono anche gli affreschi realizzati entro le architetture prospettiche di F. Villa;

sesta cappella: orazione nell'Orto di Gesù. Di sobria architettura, contiene statue di F. Silva e affreschi di B. Ghiandone di Oleggio;

settima Cappella: flagellazione. Edificio ad aula a pianta circolare, è preceduta da semplice pronao con timpano sul quale è posta una «Pietà» di M. Retti. Dello stesso autore le statue nelle nicchie della muratura. Affreschi del Morazzone;

ottava cappella: incoronazione di spine. Affrescata nel 1648 da Giovanni Battista e Giovan Paolo Recchi. Le statue sono di F. Silva.

nona cappella: salita al Calvario. Sulla parete esterna affresco di Stefano Maria Legnani (1686). All'interno statue e affreschi, questi ultimi eseguiti dai Recchi;

decima cappella: crocifissione di Gesù. Statue di Dionigi Bussola e affreschi di A. Busca (1668);

undicesima cappella: resurrezione di Gesù. Di elegante architettura, si distingue per il bel pronao a colonna ioniche sormontato da un alto attico. Statue di F. Silva (1622) e affreschi di Isidoro Bianchi datati 1650.

dodicesima cappella: ascensione di Gesù. È ornata da una ricca facciata barocca e porticato anulare. Statue di F Silva;

tredicesima cappella: discesa dello Spirito Santo. A pianta ottagonale, è circondata da un porticato anulare coronato da balaustra. All'interno statue di F. Silva e affreschi di Federico Bianchi di Masnago (1684) entro le architetture dipinte da Gerolamo e Giovan Battista Grandi;

quattordicesima cappella: Assunzione della Vergine. Rimaneggiata alla fine del Seicento, conserva una statua della Vergine, opera di F. Silva (1623), circondata da angeli affrescati da S. M. Legnani (1717) e completati da P. Gilardi;

tre archi monumentali fungono da divisorio fra le prime cinque cappelle, dedicate ai Misteri Gaudiosi, le successive, che ricordano i Misteri Dolorosi e le ultime dedicate ai Misteri Gloriosi;

in località Santa Maria del Monte, Santuario di S. Maria o Madonna del Monte. Il santuario sorse su una chiesetta di remote origini, posta all'interno della rocca, e venne realizzato, a partire dal 1472, su disegno di Bartolomeo Gadio, per incarico di Galeazzo Maria Sforza. Tale ampliamento fu conseguenza della crescente devozione alla Madonna Nera ivi venerata, che richiamava pellegrini da tutta la regione. Nel 1502 la Chiesa di S. Maria perse la sua autonomia e venne annessa all'attiguo Monastero delle Agostiniane, fondato nel 1474. Dell'edificio precedente, il santuario mantiene l'impianto delle tre absidi; ad un ampliamento successivo spetta invece l'aggiunta delle due navate laterali. Nel 1632 la chiesa venne rimodernata in forme barocche e le colonne con capitelli quattrocenteschi vennero ricoperti da uno strato di stucchi. All'interno, al centro del presbiterio, il maestoso altare maggiore datato 1662 con il venerato simulacro della Vergine, probabilmente del XIV secolo. Questo altare costituisce il quindicesimo mistero del Rosario, la «Incoronazione della Madonna», il compimento della «Sacra Via» che il pellegrino ha percorso. Nella navata centrale e in quella destra spiccano gli affreschi di Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino (1570-1640). Sullo sfondo della navata sinistra si trova un gruppo ligneo di A. Prestinari (1596). Gli affreschi della cupola, raffiguranti schiere di angeli, sono opera di Francesco Maria Bianchi di Velate, realizzate entro architetture dipinte da Giuseppe Baroffio. Risalente all'impianto quattrocentesco è l'affresco posto nella lunetta della navata maggiore, rappresentante «Cristo con la Croce», attribuito a Vincenzo Civerchio da Crema (1497). All'interno della chiesa, inoltre, opere di Ludovico Pogliaghi (1894). Nell'oratorio, con affreschi seicenteschi di Antonio Busca, si conservano i corpi delle Beate fondatrici. Sotto il presbiterio si trova la cripta, del primissimo secolo XI, coperta da volte sorrette da quattro colonnine e con affreschi arcaizzanti, nonostante la presunta datazione alla metà del Trecento.

in località Santa Maria del Monte, monastero romite Ambrosiane XV secolo. Convento fondato dalla Beata Caterina da Pallanza e Giuliana da Verghera, alle quali nel 1474 il Papa Sisto IV concesse di fondare un convento secondo la regola delle Agostiniane. Nel 1502 l'attigua Chiesa di S. Maria veniva annessa al monastero;

in località S. Fermo, Santuario SS. Fermo e Rustico. Chiesa barocca ad unica aula, conserva cinque tele del XVII e XVIII secolo;

in località Velate, chiesa Parrocchiale di S. Stefano. Chiesa ampiamente rimaneggiata, conserva una crocifissione lignea del sec. XVI-XVII e una tela raffigurante «Vergine col Bambino e i Santi Lucia e Francesco» (1727), attribuita a S. Bianchi -:

se e quali interventi il Governo abbia attuato o intenda attuare per conservare i beni in argomento, migliorarne la fruibilità, aumentarne l'attrattività dal punto di vista turistico, così aiutando gli enti locali nel lodevole sforzo finora profuso. (4-18877)