ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18546

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 718 del 14/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 14/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 14/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18546
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 14 novembre 2012, seduta n.718

JANNONE. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

una rete di mini impianti e investimenti da 220 milioni di euro per la produzione di energia elettrica da biomassa, è questo il progetto della società Terrae che il 20 settembre 2012 ha presentato il piano industriale di fronte a una folta schiera di possibili finanziatori interessati alle rinnovabili, lanciando il primo system integrator italiano nel settore delle biomasse. Si tratta di un piano d'azione che nei prossimi sei anni, vedrà la realizzazione su tutto il territorio italiano di 67 impianti per un totale di potenza di 47 megawatt. Suddivisi in quattro impianti a biogas già in corso di realizzazione, 60 impianti a biogas o biomassa solida e un grande impianto da riconversione di ex zuccherifici. Il tutto, reso possibile dai nuovi incentivi del quinto conto energia, che favoriscono lo sviluppo e la distribuzione degli impianti a biomassa, e dalla rete di relazioni costruita da Terrae per sviluppare un sistema integrato. Un modo di fare biomassa di gruppo a cui, nel piccolo, guarda anche la regione Lombardia. Con un investimento da 3 milioni di euro per realizzare la prima rete di produzione energetica dagli scarti dei formaggi;

integrazione è la parola d'ordine della nuova maniera di «fare biomassa». Creando un sistema che non solo metta in contatto il mondo imprenditoriale agricolo con i finanziamenti e l'impiantistica, ma che lo guidi anche nella realizzazione e nella gestione remota degli impianti. «L'idea», spiega Federico Vecchioni, presidente di Terrae, «è quella di integrare in un unico soggetto tutti gli attori coinvolti nella filiera della generazione di energia. Agricoltori, produttori, fornitori di tecnologia e investitori finanziari. Del resto, per poter interpretare al meglio i nuovi incentivi, ottenendo risultati migliori, è necessario essere specialisti. Le opportunità al momento sono molte, ma per coglierle bisogna avere competenze tecniche»;

un mondo, quello dei nuovi incentivi proposti dal quinto conto energia ancora tutto da scoprire, con imprenditori e aziende di settore impegnati a decifrare i nuovi orientamenti. «I nuovi incentivi», spiega Filippo Peschiera, consulente di The European House Ambrosetti, «presentano una serie di cambiamenti notevoli e le bioenergie sono le più incentivate dal nuovo decreto. Tra le novità, l'introduzione dei contingenti, l'eliminazione della tariffa unica e il registro degli impianti. A essere privilegiati sono soprattutto i piccoli impianti, la cosiddetta minigenerazione. La biomassa a uso elettrico», conclude Peschiera, «è ancora un mercato di nicchia, ma ha un enorme margine di crescita. Sia per ragioni socio-occupazionali che per la grande possibilità di sviluppo della produzione di biomassa su tutto il territorio. Infatti, secondo la Ue, la potenzialità produttiva dell'Italia è al secondo posto, dopo la Germania». Un mercato, quello delle biomasse, che secondo gli operatori si gioca con regole diverse, rispetto a molti altri settori. «Per sviluppare un sistema biomassa», dice Vecchioni, «bisogna puntare sulla cooperazione, piuttosto che sulla competitività. La sfida per la distribuzione capillare sul territorio di impianti di minigenerazione, risiede nell'interpretare il mercato in maniera diversa, offrendo ai protagonisti la possibilità di associarsi in vari progetti. Le biomasse, infatti, sono un investimento strategico sotto il profilo imprenditoriale e bisogna unire le competenze per riuscire a ottimizzare i risultati»;

non resta a guardare la Lombardia, che ha appena stanziato 3 milioni di euro per costruire un nuovo sistema a energia pulita nella bassa mantovana, che funzionerà con gli scarti dei caseifici e degli allevamenti, provenienti da quindici aziende del territorio e trasportati con tubature interrate. Un impianto che entrerà in funzione a Borgoforte entro la metà del 2013. L'infrastruttura produrrà 7,8 milioni di kWh/anno da immettere nella rete di trasmissione nazionale. «Si tratta di un progetto all'avanguardia», commenta Marcello Raimondi, assessore regionale all'Ambiente, energia e reti, «che coinvolge una delle zone agricole più produttive della Lombardia. Una delle poche aree dove vengono prodotti sia il Parmigiano Reggiano che il Grana padano. L'impianto», conclude Raimondi, «permetterà non solo di risolvere i problemi di smaltimento del comparto zootecnico, ma anche di abbattere il 90 per cento delle emissioni di azoto grazie alla produzione energetica con fonti rinnovabili»;

per quanto riguarda la Sicilia, occorre anche sottolineare che, entro il 2015, sarà operativa la prima centrale al mondo con tecnologia italiana a sali fusi. Si avvera così il sogno di Carlo Rubbia, il premio Nobel per la fisica che, quando ricoprì la carica di presidente dell'Enea, lanciò l'energia solare termodinamica come una delle soluzioni energetiche del futuro. La centrale a solare termodinamico e integrata a biomasse che realizzata da Enel Green Power fornirà elettricità sufficiente agli usi domestici di circa 40 mila famiglie. L'impianto in provincia di Catania - con un investimento di 200 milioni di euro - avrà una potenza di 30 megawatt (MW) ed è già in fase di autorizzazione; produrrà il 60 per cento di una centrale di pari potenza a fonti fossili (una quantità di energia doppia rispetto a quella prodotta dal solare fotovoltaico). Lo ha annunciato Enel Green Power mercoledì 19 settembre 2012 nel corso di un convegno a Palermo, dopo la fase sperimentale e pionieristica dell'Enea e dell'Enel a Priolo, dove è stata collaudata e affinata la tecnologia a sali fusi (molto più efficiente e meno inquinante di quella basata sul riscaldamento di oli);

secondo le stime di Anest (Associazione nazionale per l'energia solare termodinamica), il numero di personale direttamente occupato in una centrale di queste dimensioni può arrivare fino a 150 persone. Nel corso del convegno siciliano, è stato sottoscritto un documento di impegno sullo sviluppo del solare termodinamico in Sicilia - nel rispetto dell'ambiente e della vocazione dei territori - sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Corrado Clini, da rappresentati politici, della Confindustria e dei sindacati. «Il solare termodinamico può arrivare a competere entro il 2020 con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio», ha dichiarato Gianluigi Angelantoni, presidente di Anest -:

quali iniziative i Ministri intendano adottare al fine di incentivare la creazione di centrali a biomasse, unite in consorzio come accaduto in Sicilia, oppure al fine di fornire maggiori risorse per lo sviluppo di centrali energetiche basate su energie rinnovabili. (4-18546)