SBROLLINI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il sovraffollamento delle carceri è una piaga per l'Italia e i tagli alla spesa dell'amministrazione penitenziaria non si fermano;
la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia con più di 2.000 sentenze; tra le più frequenti motivazioni di condanna, l'Irragionevole durata dei processi e le condizioni disumane in cui vivono i detenuti;
in particolare, la casa circondariale di Vicenza, che l'interrogante ha da poco visitato, versa in una situazione drammatica: la presenza di detenuti supera di due volte e mezzo la capienza massima della struttura. Il personale penitenziario è molto qualificato, ma quantitativamente scarso rispetto al numero dei reclusi e ciò crea un grave problema di gestione e sicurezza;
in un contesto fatiscente e sovraffollato, la salute dei detenuti non è tutelata. Nelle celle convivono persone condannate per reati diversi e i programmi di controllo sanitario sono messi a dura prova. È incombente il rischio di un'emergenza sanitaria che metterebbe in crisi reclusi, personale e operatori. Va ricordato che, nel maggio 2012, nel carcere di Vicenza, è stato riscontrato un caso di tubercolosi. In condizioni di scarsa igiene, nuove infezioni possono scoppiare in qualsiasi momento;
lo scopo dell'esecuzione della pena è restituire il reo rieducato alla società, senza calpestarne la dignità o escluderlo dalla vita sociale. Un contesto sovraffollato non salvaguarda la dignità umana: nasce, quindi, un problema anche sotto il profilo dei diritti;
il sovraffollamento carcerario è una piaga sociale che dovrebbe essere affrontata in maniera complessiva e non tramite provvedimenti che rischiano di svuotare gli istituti penitenziari solo temporaneamente, per poi vederli poco dopo nuovamente sovraffollati, riportando i detenuti a vivere in condizioni di inciviltà e disagio. In questa direzione, l'amnistia e l'indulto non sono la soluzione da applicare;
la casa circondariale di Vicenza vede, al suo interno, insegnanti che gratuitamente preparano i detenuti al conseguimento di un titolo di studio spendibile in un successivo contesto lavorativo fuori dal carcere, facilitando così il loro reinserimento sociale. L'educazione e l'istruzione tutelano il benessere sociale dell'ex detenuto e ostacolano la reiterazione dei reati. In un'ottica di prevenzione del sovraffollamento delle carceri, appare indispensabile assegnare risorse economiche a progetti scolastici ed educativi all'interno delle stesse -:
come intendano agire sulla drammatica realtà delle nostre carceri affinché si mettano in atto misure che permettano di risolvere il problema del sovraffollamento e quello della mancanza del turn over del personale penitenziario. (4-18533)