ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18522

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 717 del 13/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: GALLI DANIELE
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 13/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18522
presentata da
DANIELE GALLI
martedì 13 novembre 2012, seduta n.717

GALLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere, premesso che:



è già stata presentata una interrogazione in merito alle attività svolte dalla società Terna spa, quale concessionario di pubblico servizio per la trasmissione dell'energia elettrica sulla rete ad altissima tensione, n. 3-02073; a tutt'oggi non è stata fornita risposta alla suddetta interrogazione;


al fine della formazione dei costi dell'energia elettrica italiani è importante stabilire quale sia la componente aggiuntiva direttamente adducibile a Terna e, in particolare, con riferimento alla componente dovuta all'energia importata dall'estero;


è utile analizzare ai fini di cui sopra la relazione finanziaria annuale di Terna spa del 2011, da cui si evidenziano i sotto elencati punti:


a) è indicato a pagina 31 della relazione che Terna agisce come operatore di trasmissione e dispacciamento (Transmission System Operator - TSO) in regime di concessione governativa, ed esercisce ben 22 linee di interconnessione con l'estero;


b) non è però indicato, sempre a pagina 31, nella mission, che Terna spa si occupa, come è invece previsto dalla concessione governativa e dal regolamento (CE) n. 1228/2003 (ora abrogato e sostituito integralmente dal regolamento (CE) n. 714/2009), di garantire una corretta ed efficiente importazione di elettricità in Italia;


c) a pagina 72 della relazione è chiaramente indicato che l'Italia ha ricevuto nel 2011 da fornitori esteri 47.349 GWh, pari a ben il 14,25 per cento, del totale dell'elettricità richiesta dall'Italia, pari a 332.274 GWh;


d) nelle informazioni sul conto economico di Terna (pagina 142 della relazione) risulta un totale di ricavi dalle vendite e prestazioni pari a 1.591,3 milioni di euro. Sono inoltre valorizzate solo due voci fondamentali di ricavi:



1) nella prima vi sono i corrispettivi per l'uso della rete nazionale, pari a 1380,8 milioni di euro pagati da tutti i consumatori italiani; inoltre si citano altri ricavi energia pari a 163,4 milioni di euro per l'effettuazione del reperimento dell'elettricità utilizzata per garantire la stabilità delle rete, pagati da tutti i consumatori italiani;


2) nella seconda non sono invece valorizzate voci del tutto obbligatorie per i compiti derivanti dalla concessione e dal regolamento (CE) n. 1228 del 2003, oggi (CE) n. 714 del 2009, quali ad esempio quelle relative ai ricavi conseguenti all'applicazione dei seguenti corrispettivi all'energia importata:


i diritti pagati dagli importatori a Terna per la vendita a tali operatori della capacità di trasporto, detti DCT (diritti di capacità di trasporto), così come previsti dai suddetti regolamenti europei, il cui valore economico è pari a parecchie centinaia di milioni di euro e che viene riversato nelle bollette di tutti gli italiani. Il regolamento (CE) n. 1228 del 2003, oggi (CE) n. 714 del 2009 impone già da molto tempo a Terna - che appare all'interrogante del tutto inadempiente - addirittura di pubblicare ogni anno uno specifico comunicato in cui la stessa Terna non solo deve contabilizzare ed evidenziare il valore dei corrispettivi Dct introitati, ma deve anche obbligatoriamente indicare la destinazione e lo specifico impiego di tali introiti a favore di un sempre maggior sviluppo dell'importazione a buon prezzo;


i corrispettivi di accesso alla rete italiana dell'elettricità importata, previsti da lungo tempo dal regolamento (CE) n. 1228 del 2003, oggi (CE) n. 714 del 2009, in Italia definiti di capacità di trasporto, detti CCT, pagati dagli importatori per la vendita di Terna a tali operatori di prestazioni per superare presunte e controverse congestioni sulla rete interconnessa del Nord Italia con l'estero, il cui valore complessivo è anch'esso pari a parecchie centinaia di milioni di euro. Anche questi CCT sono riversati nelle bollette di tutti gli italiani;



e) non sono valorizzati altri ricavi percepiti per vendite e prestazioni, fra cui i due sopra specificati, ritenuti da Terna «passanti» (pagina 143 della relazione) per il notevole importo di 5.025,5 milioni di euro (pari a più di 3 volte i ricavi effettivamente esposti), per il solo fatto che, a detta di Terna, tali ricavi sono coperti da costi equivalenti. Sembra venir meno, a parere dell'interrogante, ogni elementare principio di contabilità che impone a tutte le aziende di porre nel conto economico e valorizzare, assumendone la responsabilità di bilancio e fiscale, qualunque ricavo, come d'altra parte è imposto specificatamente a tutti i venditori di elettricità italiani, anche per costi cosiddetti passanti, ovvero che hanno una esatta contropartita nei costi, come il trasporto, gli oneri generali di sistema, nell'ambito della fornitura di energia al cliente finale. In tal caso, il venditore ha una semplice partita di giro fra cliente e concessionario di rete, ma deve esporre in bilancio ogni posta di ricavo;


f) giustifica tale esclusione perché le poste(pagina 142) «si originano da transazioni di acquisto e vendita di energia, perfezionate quotidianamente con operatori di mercato, effettuate per svolgere le funzioni di dispacciamento». Una giustificazione di esclusione che appare all'interrogante incomprensibile;


secondo Terna queste partite sarebbero di natura «passante» e quindi non contabilizzabili in quanto, in aggiunta, determinerebbero un saldo a zero fra ricavi e costi. La realtà dei fatti smentisce le suddette affermazioni almeno per i DCT, i cui ricavi e costi sono chiaramente evidenziati nel prospetto di pagina 143. Ricavi e costi che innanzitutto non si riferiscono ad acquisti e vendite di energia ma a imposizioni sull'importazione, e che in più non riscontrano un saldo a zero, se Terna per i DCT ha ricavato nel 2011 la somma di 693,7 milioni di euro ed ha speso 420,1 milioni di euro e somme ben più elevate si riscontrano nei periodi non toccati dalla crisi economica, se si vanno a vedere le relazioni di Terna degli anni precedenti -:



se il Governo, quale responsabile della concessione di trasmissione e dispacciamento affidata a Terna, ritenga corrette le segnalazioni al bilancio di Terna sopra elencate, e quali iniziative intenda eventualmente assumere nei confronti di Terna, affinché rediga un bilancio corretto e rispettoso delle sue funzioni di concessionario di pubblico servizio, evidenziando, nel conto economico e quindi nella piena responsabilità di bilancio, gli effettivi costi che gravano sul cittadino, valorizzando con precisione - nel bilancio - i costi, ovvero esplicitando dove sono stati impiegati i fondi richiesti da Terna agli italiani, così come anche imposto dai regolamenti europei a partire dal 2003 e chiarendo a bilancio l'origine dell'effettivo reddito di Terna che sembra non ben delineato in questa congerie di ricavi e costi «passanti», non messi a bilancio. (4-18522)